- La città
antica sorgeva sull'Alveria, un'altura pianeggiante
abitata fin dalla preistoria, bagnata dai fiumi
Asinaro e Salitello. Le sue contrade si estendevano da
monte fino al mare.
- Se non si
facesse riferimento ai reperti archeologici risalenti
al IX e VIII secolo a.C., oltre a quella di Diodoro,
non esiste, nelle antiche descrizioni di città, altra
menzione diretta della nascita della Noto originaria e
del popolamento del suo territorio.
- Si sa
tuttavia che in seguito fu soggetta alla potente
Siracusa. Infatti, nel trattato concluso nel 263 a. C.
fra i Romani e Gerone, re di Siracusa, Neetum era fra
le città lasciate sotto la signoria di quel monarca (Diod.,
Exc. H., XXIII, p. 502). Ai tempi di Cicerone,
Netum godeva dei diritti di una foederata civitas,
ossia di una città federata romana, alla pari di
Messana e Tauromenium (oggi Messina e Taormina);
mentre ai tempi di Plinio, conservava sempre il grado
di città latina (civitas latinae conditionis), favore
di cui non fruivano allora che tre città della Sicilia
(Cic., Verr.., IV, 26, v, 22, 51; PLIN., III, 8, s.
14). Tolomeo è l'ultimo scrittore antico che faccia
menzione di Netum, la quale fu la sola città che seppe
opporre resistenza alle vessazioni e depredazioni di
Verre.
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A 15 km
dall citta' si raggiunge percorrendo la S.S: 287
Noto-Palazzolo, oltrepassando, il Santuario di S. Maria
Della Scala |
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- Per
antichissima tradizione e secondo l'interpretazione
d'un passo di Diodoro Siculo (XI, 88), ritenuto dallo
stesso Holm non inaccettabile, nicht unpassende, era
la Neas (Neas) fondata da Ducezio, re dei Siculi, nel
448 a.C. Narra infatti la storia, che si confonde con
la leggenda, che Ducezio, per premunire la sua città
natale contro le incursioni dei Greci, la trasferì
dalle colline della Mendola al monte Alveria, più
difendibile sia perché circondato da profondi balzi,
sia perché pensò di munirla di una cinta
muraria.
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- Occupata
dai Saraceni, diede il nome ad una delle tre grandi
divisioni amministrative in cui ripartirono la
Sicilia, la famosa Val di Noto. Fu città ben munita,
sotto il profilo difensivo, tanto che Ruggero il
Normanno, dopo avere sottomesso gran parte dell'isola,
la occupò per spontanea dedizione, e non per
espugnazione. Dopo Ruggero fu signore di Noto suo
figlio Giordano. Nei primi anni del secolo XIV, a
causa di un tradimento venne in mano a Carlo d'Angiò.
Sotto re Alfonso fu proprietà del fratello Pietro, il
quale costruì la torre maggiore detta volgarmente
maestra.
- Questa
torre, distrutta nel 1693 dal terribile terremoto, fu
riedificata nel 1703 in un luogo più prossimo al mare
e distante circa 7 chilometri da Noto antica.
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