Guerra Fredda
Piccolissima
Stella,
sembravi
per sempre
sepolta,
e, nel metallo, nascosto
il tuo diabolico fuoco.
Un giorno
Bussarono
Alla tua minuscola
Porta:
era l’uomo.
Con una scarica
Ti liberarono,
vedesti il mondo,
uscisti
nel giorno,
percorresti
città,
il tuo gran fulgore arrivava
a illuminare le esistenze,
eri
un frutto terribile
d’elettrica bellezza,
venivi
ad affrettare le fiamme
dell’estate,
e allora
giunse
armato
d’occhiali di tigre,
e armatura,
con camicia quadrata,
con sulfurei baffi
e coda di porcospino,
giunse il guerriero
e ti sedusse:
dormi,
ti mormorò,
avvolgiti tutto,
atomo che sembri
un dio greco,
adagiati
sulla mia unghia,
entra in questa cassettina;
e allora
il guerriero
ti mise nel suo gilè
come se fossi soltanto
una pillola
e se ne andò per il mondo
e ti lasciò cadere.
Ci svegliammo
1 – PREMESSA
La
parola “Guerra Fredda” creata dal giornalista Walter Lippman, racconta una fase
storica caratterizzata da uno stato in tensione nei rapporti internazionali:
sono in contrapposizione, cioè gli uni contro gli altri ( i paesi di occidente
e quelli appartenenti al blocco sovietico.)
Questo
diede origine ad una guerra che si svolse con mosse di astuzia nel campo dello
spionaggio e della politica, spesso basata sul deterrente atomico.
Le
radici della guerra fredda risalgono fino ai primi decenni del 900, però, in
seguito alla rivoluzione e alla fine del regime zarista, successe un fremito
antisocialista, che costrinse a molti paesi di occidente, a chiedere aiuto più
o meno allo scoperto alle forze che erano contro alla rivoluzione ,
se
il Marxismo, già dominante in gran parte dell’Europa, dalla Russia si fosse
espanso verso ovest, avrebbe fatto crollare i vari governi conservatori.
Quando
la situazione si stabilizzò in Russia sorse un’avversione profonda tra
l’occidente la Russia stessa.
Alla fine del conflitto l’Unione Sovietica insieme agli U.S.A. controllava tutto il mondo.
Alla fine della seconda guerra mondiale, l’Europa aveva perso la sua egemonia mondiale, che però apparteneva agli Stati Uniti e all’Unione Sovietica, questi due stati avevano per di più un grande peso nella piccola organizzazione delle Nazioni Unite (O.N.U.)
Durante
la conferenza di Yalta e poi quella di Podsdam, furono decise le sorti del
mondo, le decisero gli U.S.A., la Russia
e la Gran Bretagna, però
Questo
venne aspramente criticato da De Gaulle ( presidente francese)
Stalin
scelse effettivamente di forzare la situazione imponendo regimi comunisti nelle
aree di influenza.
Alla
fine del conflitto l’Unione Sovietica insieme agli U.S.A. controllava tutto il
mondo. La politica di Mosca era frutto di una duplice e contraddittoria
motivazione; quella espansionistica e di un complesso difensivo che nasceva dal
Marxismo e dalla concezione ispirata dal Marxismo.
3 - I PRIMI CONTRASTI APERTI E LA DOTTRINA DI TRUMAN
La politica estera sovietica suscitò la
reazione diplomatica in due situazioni: in Iran dove Stalin si rifiutò di
ritirare le sue truppe e in Turchia, dove l’URSS (la Russia) rivendicò alcune
regioni.
L’occidente
non rimase indifferente a questi tentativi di egemonia: storico è il discorso
di Truman che ebbe luogo il 13 Marzo 1947. Il sostegno degli Stati Uniti doveva
dunque < manifestarsi soprattutto attraverso l’aiuto economico,> in
seguito ad analoghi concetti espressi da Winston Churchill la cosiddetta
“dottrina Truman.” Le priorità del
presidente americano divennero perciò:
1.
osteggiare
i partiti operanti comunisti all’interno della società occidentale .
2.
Continuare
il potenziamento dell’esercito statuinese
3.
Condurre
la politica estera volta al mantenimento dell’equilibrio e fondata al
riconoscimento delle sfere di influenza.
4.
Osteggiare
qualunque iniziativa sovietica diretta a turbare l’ordine con contromosse e conflitti episodici
mantenuti sul piano politico.
Gli
Stati Uniti fecero degli stanziamenti annui che permisero ai vari governi di
ricostruire l’economia e di riparare i danni causati dalla guerra .
Questa
mossa oltre ad avvantaggiare gli USA
sul piano economico portò di fatto l’Europa nella sua sfera di influenza.
Una
Europa economicamente e politicamente risanata poteva costruire una barriera
insormontabile alla diffusione del comunismo.
La risposta sovietica al piano Marshall fu inizialmente ambigua, Molotov denunciò il piano Marshall come un tentativo di imporre ai paesi europei una serie di controlli che inevitabilmente avrebbero portato alla perdita dell’indipendenza politica ed economica.
Qualche
settimana dopo venne creato il COMINFORM (organo per coordinare i programmi e le politiche di tutti
i partiti comunisti europei).
Apparve subito chiaro che la Germania era la chiave del controllo dell’Europa soprattutto perché c’era la zona della Ruhr. Stalin scelse di impegnarsi attivamente per costringere l’occidente ad abbandonare Berlino. La città era divisa come il resto del paese in 4 settori.
Berlino
ovest era diventato un isola in mezzo alla Germania comunista, era considerato
dall’occidente come un avamposto nell’Europa comunista.
Nel
gennaio del 1948 la Russia blocco allora tutte le strade, anche i treni; per
risolvere il blocco, gli USA fecero un ponte aereo che fu un successo.
Ma
la situazione fu prevalsa da forte tensione.
Nel 53 dopo la morte di Stalin l’URSS andò incontro ad una
politica anche se sempre autoritaria, allora Mosca compì una serie di gesti
distensivi che ebbero il culmine con la “ Dottrina Della Coesistenza” di
Krusciov, nuovo capo sovietico. In essa si escludeva uno scontro tra comunismo
e capitalismo.
L’usa del resto era superiore militarmente e l’Armata Rossa
passava alle armi atomiche. Il Patto di Varsavia, che consolidava la
collaborazione attiva dell’esercito sovietico nei paesi dell’Europa orientale
fu la risposta alla N.A.T.O.
I segni del disgelo fecero nascere in occidente grandi movimenti
pacifisti e antinucleari. La distensione rese l’Europa più autonoma dalla protezione
militare americana, ma anche più debole perché si pensava che nel caso l’Unione
Sovietica avesse aggredito l’Europa stessa la reazione americana sarebbe stata
improbabile in quanto avrebbe scatenato una guerra atomica mondiale. Infatti
c’era una paurosa corsa agli armamenti che nonostante la distensione e il nuovo
rapporto USA-URSS contrapponeva le due Superpotenze.
Nacque la nuova dottrina della “Riposta Flessibile”: un eventuale attacco non si basava più sulla distruzione totale, ma chirurgica con la distruzione delle sole basi militari e centri missilistici.
Ciò indeboliva il deterrente atomico e in caso di conflitto avrebbe costretto gli europei a sostenere le maggiori conseguenze .
8 - LA SITUAZIONE GENERALE ALLA
FINE DEGLI ANNI ‘60
In questo periodo si ricorda la “Primavera di Praga” Dubek a capo della Cecoslovacchia voleva instaurare un “ comunismo dal volto umano” ovvero un processo di liberazione, sia pure limitato. Intervenne però Breznev che ordinò l’invasione del paese con 6300 carri armati. Per protesta Jan Paloch, uno studente di Praga si uccise dandosi fuoco nel centro della città.
9 - GLI ANNI ‘70
Le due Superpotenze erano cresciute creando un bipolarismo militare.
Siamo però di fronte ad un multipolarismo politico sempre più accentuato.
Per la prima volta potenza militare e potenza politica sono in una certa misura indipendenti.
Il multipolarismo spinse le due superpotenze a collaborare per la distensione, onde evitare l’instabilità.
Nel 1972 il trattato SALT I° congelò le potenze militari delle due superpotenze: siamo al mantenimento della Politica di Equilibrio.
Nel 1979 si ribadisce l’equilibrio con SALT II°.
10 – GLI ANNI ‘80
Gli anni ’80 iniziano con
nuove tensioni dovute alla situazione
dell’Iran
(incerta) e i nuovi
missili sovietici SS-20 puntati sull’Europa.
Nel 1980 Roland
Reagan diventa presidente degli USA:
è molto duro nei confronti dell’URSS e vuole la supremazia americana.
Nel 1985 invece in URSS
arriva al potere Gorbaciov con tendenze più moderate ma con in testa la
PERESTROJKA (riforme per dare una svolta ) e la GLASNOST (= chiarezza e
trasparenza nell’economia e nell’informazione).
Gorbaciov temeva il
conflitto in una nuova sfida: quella delle “GUERRE STELLARI”. Infatti l’Unione Sovietica non ce la faceva a
sostenere economicamente il suo apparato militare.
Nel 1987 si arrivava
all’accordo di WASHINGTON sul disarmo atomico
che sancì il blocco delle nuove installazioni missilistiche in Europa e lo
smantellamento di tutti i missili sia della nato che del Patto di Varsavia.
11 – LA RIUNIFICAZIONE DELLE DUE
GERMANIE, IL CROLLO DEL BLOCCO SOVIETICO E LA FINE DELLA GUERRA FREDDA
Il
1989 fu un anno incredibile. Il processo di democratizzazione precedente trova
in questo anno il suo culmine.
Ecco
dove:
°In
Ungheria.
°In
Polonia col sindacato di Solidarnosc appoggiato dal Papa Giovanni Paolo II°.
°In
Germania con la caduta del muro di Berlino (il 9 novembre il muro fu abbattuto
di fronte all’indifferenza dei VOPOS, le
temibili guardie che fino ad allora avevano dovuto sparare a chiunque tentava
di oltrepassare il muro). Le due Germanie si riunissero e il nuovo stato entra
di fatto nella N.A.T.O.
°In
Bulgaria.
°In Cecoslovacchia (a Praga abbiamo la RIVOLUZIONE DI VELLUTO).
°In Romania.
Il 1989 sconvolse tutti i vecchi equilibri nell’Europa orientale e
nel febbraio al 1991 si scioglie il PATTO
DI VARSAVIA, finisce
la guerra fredda.
L’Unione
Sovietica liquida i suoi impegni militari e si smobilita L’Armata Rossa. L’URSS
si vede protagonista del più grande tracollo economico di tutti i secoli.
Gorbaciov
non può far fronte al disastro e politicamente indebolito lascia il posto a ELTSIN, dopo un
golpe.
L’URSS si disgrega completamente in una serie di stati dai
contorni indefiniti. Si parla nuovamente di Russia.
Gorbaciov ha segnato la fine di un’ epoca e di una ideologia,
quella comunista.
Ma il “Deterrente Atomico” è veramente finito?
E tutte le testate nucleari sparse per la EX Unione Sovietica, che
fine faranno adesso?