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ALESSANDRO MAGNO IN AFGHANISTAN

 

 

Nel 336 a.C. Alessandro (356-323) diviene re di Macedonia succedendo al padre Filippo II (382-336) misteriosamente ucciso.

Nella primavera del 334 a.C. entra in Asia Minore con il suo esercito e con i rinforzi forniti dagli alleati greci.

La prima battaglia sul fiume Granico (odierno Biga Çai o Kocabas Çai) nella Troade viene vinta nel maggio del 334 a.C.

A novembre dell'anno seguente Alessandro sconfigge ad Isso, in Cilicia, l'esercito di Dario III, imperatore dei persiani.

Due anni dopo (il 1° ottobre 331) Dario viene ancora sconfitto tra Gaugamela (odierna Tell Gomel) ed Arbela (odierna Arbil), in Assiria.

Alessandro raggiunge il cuore dell'Impero Persiano. Entra in Persepolis, la capitale.

Dario si rifugia verso nord con i resti del suo esercito per tentare una estrema resistenza. Ma sarà vittima di Besso, satrapo di una regione corrispondente all'Afghanistan del nord (luglio 330 a.C.).

Alessandro darà la caccia a Besso e per tre anni si troverà a combattere in una terra montagnosa, fredda, inospitale contro una guerriglia che metterà a dura prova l'esercito macedone.

 

Località: Impero Persiano - Province Orientali

Epoca: 331 - 327 a.C.

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Ritirata di Dario

Dopo la sconfitta subita a Gaugamela e Arbela (331 a.C.), Dario si diresse a nord in direzione di Ecbatana (odierna Hamadan), antica residenza reale, per continuare la resistenza.

Le satrapie orientali erano ancora sotto il suo controllo.

Nel caso di una eventuale ulteriore sconfitta avrebbe potuto prendere la strada della Battriana, la regione montuosa compresa tra i fiumi Oxus e Indo, corrispondente al nord dell'attuale Afghanistan.

I fautori di una ritirata verso le regioni nord-orientali dell'Impero erano Besso, satrapo della Battriana e di stirpe achemenide, e Barsaente, governatore della Drangiana e dell'Aracosia, regioni corrispondenti all'Afghanistan centrale e meridionale e al Pakistan settentrionale.

In realtà Besso e Barsaente stavano tramando insieme a Satirbazane, satrapo dell'Ariana, regione compresa tra l'Iran e l'Afghanistan. Al complotto aderiva anche Nabarzane, che aveva le funzioni di visir e di comandante della guardia imperiale.

Fedeli a Dario erano Artabazo, di stirpe achemenide, e i mercenari greci guidati da Patrone di Focide e da Glauco d'Etolia. Questi greci erano contrari alla Lega di Corinto che aveva appoggiato Alessandro nell'attacco all'Impero persiano.

Dario decise di abbandonare Ecbatana in quanto non riuscì a radunare forze sufficienti a difenderla. Si diresse verso est fermandosi presso le Porte Caspie, gole che separavano le regioni orientali da quelle occidentali del suo impero.

Ribellione di Nabarzane e Besso

Nabarzane tentò di detronizzare Dario. Non essendo riuscito nell'intento, dovette fuggire. Venne raggiunto da Besso. L'esercito persiano si divise. Artabazo riuscì a riconciliare le due fazioni, ma non era più possibile affrontare Alessandro. Le Porte Caspie furono abbandonate e la ritirata si trasformò in fuga.

Besso e Nabarzane fecero un secondo colpo di stato e ridussero in catene Dario. L'esercito si divise. Una parte, guidata da Antibelo e Bagistane, ritornò indietro per incontrare Alessandro. Un'altra parte, guidata da Artabazo e Patrone, si avviò in direzione delle montagne. I rivoltosi si volsero verso est portando prigioniero il re.

Inseguimento di Alessandro

Nel maggio del 330 a.C. Alessandro marciò a tappe forzate in direzione di Ecbatana con tutto l'esercito, pensando ad una battaglia in prossimità della città. Avuta notizia della fuga dei persiani, prese solo le truppe più veloci e si gettò all'inseguimento.

Conquistò Zadracarta (Astrabad, attuale Gorgan) in Ircania e ricevette l'omaggio di diversi dignitari persiani tra cui Bagistane, Antibelo e Artabazo.

Con una serie di ardite manovre attraverso il deserto riuscì ad avvicinarsi alle truppe in fuga.

Morte di Dario

Alla notizia dell'imminente arrivo dei macedoni, Besso, Satibarzane e Barsaente uccisero Dario (luglio 330 a.C.).

Intanto Alessandro aveva raggiunto la colonna nemica. I persiani si dispersero. Venne trovato il corpo di Dario, ma i regicidi riuscirono a sottrarsi alla cattura.

Dario venne sepolto con grandi onoranze funebri a Persepolis (odierna Takht-e Jamshid).

Usurpazione di Besso

Il satrapo Besso, giunto in Battriana, assunse il titolo imperiale con il nome di Artaserse IV.

Herat

Alessandro arrivò all'odierna Meshed, ai confini della satrapia di Ariana. Satibarzane fu perdonato e reintegrato nella sua funzione di governatore dell'Ariana.

Nell'agosto del 330 a.C. Alessandro partì da Meshed per andare nella Battriana. Ma lo raggiunse la notizia che Satibarzane si era ribellato. Allora dovette dirigersi verso la capitale dell'Ariana, Artacoana (odierna Herat), e riportare l'ordine nella zona. Ma Satibarzane riuscì a fuggire.

L'Ariana venne affidata ad un figlio di Artabazo.

Artacoana venne chiamata Alessandria dell'Ariana.

Satibarzane rese impraticabile la via più diretta, che in seguito sarebbe stata chiamata via della seta, verso la Battriana. Alessandro dovette cambiare direzione e intraprendere un percorso molto più lungo.

Farah, Kandahar, Kabul

Alessandro si spostò a Farah, l'antica Phrada, che venne ribattezzata Alessandria Proftasia.

Alla fine di settembre del 330 a.C. l'esercito, costituito da circa 40.000 uomini, si mise in movimento verso Kandahar, in Aracosia. La città venne chiamata con il nome di Alessandria d'Aracosia.

Satibarzane era ritornato nei pressi di Herat e aveva organizzato una rivolta nella Partia e nell'Ariana, con i mezzi che gli aveva fornito Besso.

Alessandro fu costretto a rinviare 6.000 soldati ad Herat e a lasciare una guarnigione a Kandahar. Ripartì in direzione di Kabul con 32.000 uomini.

Si fermarono nei pressi della roccaforte persiana Capisa, a Oriente di Kabul.

Capisa venne rinominata Alessandria nel Caucaso.

Hindu Kush e Balkh

Verso maggio del 329 a.C. Alessandro diede l'ordine di ripartire per scalare l'Hindu Kush attraverso il passo di Khawak, alto 3.800 metri.

L'Hindu Kush è chiamato in greco Paropamiso, derivato dal persiano Para Upari-Sena che significa "roccia su cui l'aquila non può volare".

In una settimana venne raggiunta la cima e in dieci giorni venne effettuata la discesa.

Besso, avuta notizia dell'arrivo dei macedoni, fuggì oltre il fiume Oxus.

Alessandro raggiunse senza combattere Balkh, la capitale della Battriana. La città, chiamata anche Vazirabad, aveva il nome di Bactra.

Artabazo portò ad Alessandro la notizia della morte di Satibarzane e della sconfitta della cavalleria di Besso nei pressi di Herat.

Sogdiana

Nell'estate del 329 a.C. l'esercito si mosse in direzione del fiume Oxus (Amu Darya). Prima dell'attraversamento i cavalieri tessali, i macedoni più vecchi ed inabili furono pagati e rinviati a casa.

Al di là del fiume si stendeva la provincia persiana della Sogdiana, da cui partiva la strada verso la Cina.

Besso, tradito dai suoi collaboratori come lui aveva tradito Dario, venne imprigionato e consegnato ad Alessandro.

Samarcanda

La marcia continuò verso nord fino a raggiungere il confine dell'Impero persiano. Alessandro si comportava da re di Persia e rivendicava le terre di Dario.

Maracanda, l'odierna Samarcanda, accolse Alessandro e la frontiera del fiume Iaxarte (Syr Darya) fu raggiunta in luglio.

Presso l'attuale Kurkath, vicino allo Iaxarte, esisteva una roccaforte persiana. Venne traformata in Alessandria Eschate, ossia Ultima.

Sciti

Al di là del fiume erano gli Sciti. Ma prima che Alessandro potesse entrare nel loro territorio alcuni seguaci di Besso si ribellarono e la Sogdiana insorse sotto la guida del persiano Spitamene.

In agosto la calma era stata ristabilita nella parte nord della Sogdiana. E ad Alessandria Eschate venne lasciata una popolazione mista di veterani macedoni e di persiani.

Alessandro con 25.000 uomini attraversò il fiume e sconfisse in battaglia gli Sciti, il cui re si affrettò a disconoscere le operazioni militari dei suoi affermando che si trattava di truppe irregolari.

La fine di Spitamene

Alessandro non poté sfruttare la vittoria sugli sciti perché giunse la notizia che Spitamene aveva ucciso 2.000 soldati che erano stati mandati a Samarcanda. Inutilmente Alessandro accorse. Spitamene era scomparso.

L'inverno venne passato a Balkh.

Gli effettivi dell'esercito si erano ridotti significativamente, ma fortunatamente arrivarono Asandro e Nearco con 21.600 uomini di rinforzo.

Giunsero dei messi da parte del re di Khwarizm, che controllava le terre a nord-ovest dell'Oxus. Proponeva una spedizione verso il Mar Nero. Alessandro rifiutò perchè la sua prossima meta era l'India.

Nella primavera del 328 Alessandro ripartì da Balkh. La caccia a Spitamene ricominciò. Gli sciti, che erano stati arruolati da Spitamene, tradirono e uccisero il loro capo. La testa venne inviata ai macedoni.

Tuttavia la ribellione della Sogdiana continuò. Passato l'inverno la caccia ai residui ribelli riprese fino alla completa pacificazione della zona nel 327.

Rossane

Tra le donne catturate durante le recenti lotte era la bellissima Rossane, figlia di Ossiarte, un dignitario sogdiano ribelle. Alessandro la sposò. Le nozze furono celebrate nell'altissima fortezza di Sisimitre.

Verso l'India

A giugno del 327 a.C. Alessandro riattraversò l'Hindu Kush e passò l'estate ad Alessandria nel Caucaso, vicino a Begram. All'inizio dell'autunno si diresse verso il Punjab. L'India attendeva Alessandro.

 

Riferimenti bibliografici:

Arborio Mella F. A.

L'Impero Persiano

Mursia

Arriano

Storia di Alesssandro

Rusconi

Briant P.

Alessandro Magno dalla Grecia all'Oriente

Electa/Gallimard

Faure P.

La vita quotidiana degli eserciti di Alessandro

Rizzoli

Ghirshman R.

La civiltà persiana antica

Einaudi

Lane Fox R.

Alessandro Magno

Einaudi

Levi M. A.

Alessandro Magno

Rusconi

Plutarco

Vite parallele

Mondadori

Quinto Curzio Rufo

Storia di Alessandro Magno

Zanichelli

Radet G.

Alessandro il Grande

Mondadori

 

 
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