Lettera pubblicata su "Inprimapagina" settimanale di Crema del 19 dicembre 2003 n.900 pagina 19


ELEZIONI AMMINISTRATIVE DEL 2004, CANDIDATI E CRISI DELL'ULIVO DI CREMONA

...ma l'Ulivo a Cremona non è mai nato
Hanno scelto i candidati, senza presentare prima il programma che i candidati avrebbero dovuto accettare

         Egregio Signor Direttore,

La politica cremonese chiude il 2003 con la palese dichiarazione di crisi dell'Ulivo. Una crisi latente da tempo, mascherata abilmente in questi anni ma oggi esplosa e resa di pubblico dominio dalle cronache della stampa di questi ultimi mesi. Frizioni più o meno mascherate nei rapporti fra le varie forze politiche, militanti di lunga esperienza e di indubbio peso politico all'interno e all'esterno dei DS per aver ricoperto importanti incarichi pubblici, come Evelino Abeni e Michele De Crecchio, che lasciano con pesanti motivazioni pubbliche il maggior partito dell'Ulivo, i DS, bocciandone senza appello il gruppo dirigente e non condividendone più i metodi, come nel caso della "candidature innovativa" a sindaco di Cremona decise e note a pochi addetti ai lavori e le strategie per il territorio centrale turbogas e autostrade comprese. Come dire: non esistono garanzie interne, non esiste un metodo trasparente sulle decisioni, non esiste la democrazia all'interno del partito. Un Ulivo che prima fa uscire come un coniglio dal cilindro delle meraviglie il candidato sindaco al comune di Cremona, un candidato sindaco destinato ad essere esempio di un metodo innovativo del fare politica come lo ha definito il Segretario Regionale dei DS Luciano Pizzetti, sponsor dell'operazione e padrone dell'Ulivo cremonese. Metodo evidentemente incompreso o indigesto dato che il candidato innovativo viene bruciato nel breve spazio di 30 giorni. Le lugubri promesse di vendette politiche future da parte dei due responsabili della Segreteria Regionale e Provinciale dei DS, apparse sulla stampa e mai smentite, dirette a coloro che hanno fatto fallire l'innovazione, rompendo il giocattolo costruito a fatica dai giovanotti di Via Volturno, nella sede della Federazione DS di Cremona, assomigliano ad un metodo che appartiene più a un clima caratterizzato da certe organizzazioni e da certe famiglie presenti nel centro-sud e che non hanno proprio un buon rapporto con la legge, che al mondo della politica. Ed è un l'Ulivo che per spegnere il fumo dell'incendio e tentare di salvare almeno quel poco di arrosto che è rimasto, richiede il miracolo di raddrizzare la baracca politica ad una figura taumaturgica, all'attuale Presidente della Provincia prof. Giancarlo Corada, affidandogli il ruolo di santo laico per salvare con un suo gesto l'Ulivo e la guida della coalizione al comune di Cremona. Secondo i sondaggi cui si sono affidati in casa DS a Cremona dovrebbe farcela alla grande. Già il sondaggio. Strumento passato agli onori della cronaca e della critica per l'uso maniacale che ne ha fatto l'attuale Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ma ormai di casa e più importante di qualsiasi organo di partito anche nella sinistra cremonese che scopiazza il metodo del centrodestra. Morte dell'Ulivo a Cremona, dunque? No, perché l'Ulivo a Cremona non è mai nato, soffocato dalla ferrea stretta dei partiti. Partiti che prima (1996) fanno nascere il Tavolo dell'Ulivo, poi (2000-2001) cambiando nome, fanno nascere i "volontari dell'Ulivo" inviandovi in missione i soliti militanti con il risultato che la gente, il cittadino è sempre più lontano dalla politica e la politica, proprio la politica dell'Ulivo locale, quella del Comune di Cremona e della Provincia sono sempre più lontane dai cittadini. Nessuno può infatti dimenticare come i cittadini siano stati tenuti fino all'ultimo all'oscuro dei progetti della discarica e della centrale turbogas localizzate entrambe nell'area dell'acciaieria proprio a scavalco degli abitati di Cavatigozzi (frazione del Comune di Cremona) e del Comune di Spinadesco. Questi progetti sono usciti dai cassetti proprio in piena estate con la gente in ferie. Lo strappo che ne è conseguito con la costituzione di comitati spontanei, che raccolgono 2.000 firme, non è ancora stato ricucito: di fatto non esiste a tutt'oggi nessun altro progetto alternativo alla centrale turbogas da 400 MW e rimane pertanto attuale il progetto del sito di Cavatigozzi-Spinadesco. La vicenda autostrada Cremona-Mantova è identica nel metodo: compare a luglio 2001 con una riga nera tra le due città all'interno del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: nessun cittadino ha mai richiesto questa infrastruttura, nessun programma politico l'ha mai prevista eppure il centrosinistra cremonese l'ha approvata sulla testa di tutti. I comitati spontanei raccolgono 10.000 firme fra Cremona e Mantova. L'Ulivo cremonese non pensa neppure lontanamente di incontrare i cittadini ed i comitati. Non solo, ma i responsabili dei DS e della Margherita di Piadena e il Sindaco di Torre dè Picenardi, in recenti interviste sulla stampa, parlano del futuro amministrativo delle loro realtà e non dicono nulla dell'autostrada, anzi delle 2 autostrade visto che si parla anche della Tirreno-Brennero da Fontevivo-Casalmaggiore/Gussola-Nogarole Rocca, che attraverseranno i loro territori. Un bel metodo di fare politica e di rispettare l'opinione dei cittadini: qui si vuole nascondere l'evidenza dei fatti, qui si tenta di nascondere la spazzatura-autostrada sotto lo zerbino facendo finta che non esiste alcun problema! E' per questo che siamo stupiti per il fatto che a Piadena Rifondazione Comunista, che si è battuta con i comitati contro le 2 autostrade, ha deciso per l'accordo elettorale con il centro sinistra che delle 2 autostrade ne è il sostenitore. E' certo che i cittadini che si sono battuti con i comitati contro le autostrade non staranno certo ad aspettare di leggere il contenuto del programma elettorale per far sentire la loro voce contraria a queste infrastrutture. Ma il problema per Cremona non è solo quello delle candidature. Il problema vero è quello del programma. In pratica stanno costruendo la casa della coalizione Ulivo partendo dal tetto: dai candidati. Del programma, delle fondamenta, nessuno dice nulla. O meglio, il segretario regionale dei DS Luciano Pizzetti, ha parlato della sua idea, del suo progetto per il futuro di Cremona in una lunga intervista sulla stampa locale. La sua idea di futuro comprende: centrali turbogas, grandi infrastrutture autostradali per lanciare la città in Europa dato che il trasporto su gomma è quello più veloce, ecc.ecc. Queste opinioni sarebbero poi suffragate dall'esito del recente sondaggio effettuato dai DS in città e provincia. Il Segretario Regionale DS ha poi commentato l'esito: "ha parlato la gente normale". Bene, se questa è l'idea di futuro che il Segretario Regionale DS prevede per Cremona e provincia, sono ben lieto di non appartenere a quel 70% di cittadini normali che ha detto si a questa politica per il territorio! Preferisco il ruolo di minoranza critica perché non è possibile stravolgere impunemente, ad uso proprio, ciò che il centrosinistra ha prodotto come elaborazione delle strategie dei trasporti a livello europeo e nazionale. La scelta delle autostrade è antieuropea. L'Europa da tempo dice di no alla gomma contro l'inquinamento da traffico. L'Europa dice sì al potenziamento delle ferrovie. Esattamente l'opposto di ciò che fa l'Ulivo cremonese a proposito di infrastrutture dimenticando che la responsabilizzazione dei territori e degli enti locali sul problema dei trasporti è un risultato dell'Ulivo con la legge Bassanini n. 54 del 1997! L'Ulivo cremonese non può continuare a rinnegare che la riforma dell'Azienda Autonoma delle ferrovie dello Stato ed il suo decentramento è il risultato delle lotte del centrosinistra e del sindacato ed è stata votata all'unanimità da tutto il Parlamento. Il centrosinistra cremonese non può ignorare la presenza di ben 7 linee ferroviarie sul suo territorio, lasciandole fuori da qualsiasi programmazione di integrazione del sistema della mobilità. Oggi i pendolari cremonesi pagano questa politica, pagano l'assenza di veri progetti degli Enti Locali cremonesi per le ferrovie: Bergamo, Brescia, Lodi e Piacenza hanno fatto il contrario di Cremona. Perché loro sì e noi no? Perché i DS a Milano. A Bologna, a Bergamo vogliono il rafforzamento del trasporto pubblico e a Cremona no? Ai pendolari che arrivano in ritardo non servono sviolinate di solidarietà: servono impegni concreti, assunzioni di responsabilità a tutti i livelli. La questione dei collegamenti di Cremona con il territorio e il problema dell'ambiente sono le due vere emergenze per il futuro di Cremona per le quali i cittadini chiedono risposte certe. L'Ulivo a Cremona può vincere di nuovo se parla con i cittadini e la società civile, se si confronta sui problemi, sui progetti, se è in grado di costruire un progetto comune. In caso contrario la riconferma al governo della città di Cremona e della Provincia diventeranno difficili qualunque sia il livello e la qualità dei candidati.


Soresina, 17 dicembre 2003


Ezio Corradi
Presidente Circolo Politico Culturale "S. Pertini"


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