Lettera pubblicata sul quotidiano "La Cronaca di Cremona" il 13 settembre 2003 e sul quotidiano "La Provincia" di Cremona il 18 settembre 2003


TRASPORTI NELLA BUFERA: SOPPRIMONO TRENI E COSTRUISCONO AUTOSTRADE




         Egregio Signor Direttore,

la nuova soppressione dei treni dal 9 al 27 settembre sulla linea ferroviaria Cremona-Piacenza, dopo la ormai purtroppo consueta chiusura della stessa linea nel mese di agosto di ogni anno, ripropone a tutti i livelli amministrativi e politici cremonesi il problema dei servizi ferroviari nella provincia di Cremona. Di fronte alla forte presa di posizione delle organizzazioni sindacali cremonesi e regionali, oggi vediamo che anche il Presidente della Provincia di Cremona, Prof.Giancarlo Corada e l'Assessore alla Viabilità e ai Trasporti della Provincia, Fiorella Lazzari, passano all'attacco e promettono azioni verso la Regione e Trenitalia. Si tratta di una risposta tardiva a problemi noti da tempo e che la stessa Amministrazione Provinciale continua a voler ignorare dichiarandone l'incompetenza in materia di trasporti ferroviari: è una tesi vecchia, al di fuori della realtà trasportistica propria di una società moderna che ha fatto della mobilità globale e con ogni mezzo, della qualità dei trasporti e dell'ambiente i temi principali sui quali fondare le ragioni dello sviluppo e del progresso dei territori. Perché ad esempio la Provincia di Cremona continua ad ignorare le 7 linee ferroviarie presenti nella provincia escludendole da ben 2 Piani della Mobilità Provinciale nel 1999 e nel 2001? Proprio perché convinto del ruolo delle ferrovie nel sistema della mobilità provinciale e regionale ho avanzato, da almeno vent'anni fino agli ultimi progetti dei mesi scorsi, proposte concretate, messe gratuitamente a disposizione degli enti locali, per riqualificare il sistema dei servizi ferroviari cremonesi all'interno del sistema della mobilità su ferro regionale e nazionale. La discussione che si vuole aprire con la Regione Lombardia per la linea Cremona-Piacenza deve essere allora l'occasione per ridiscutere tutto il sistema della mobilità a livello cremonese messo in relazione con i territori confinanti. La linea Cremona-Piacenza è ormai elettrificata da oltre un anno, ma la trazione elettrica è utilizzata solo per i treni merci da Venezia a Genova mentre per i viaggiatori si continua ad usare le automotrici diesel e solo per la spola fra Cremona e Piacenza risultato, quello della spola, di un mio vecchio progetto del 1986 quale responsabile provinciale del sindacato FILT-CGIL: un progetto che comunque ha permesso di ridurre, già allora, di 15-20' i tempi di percorrenza fra Cremona e Piacenza portandoli ad una media di circa 30'. Oggi questa linea elettrificata può migliorare i tempi di percorrenza ed essere messa in collegamento diretto con Milano, realizzando collegamenti di andata e ritorno Cremona-Piacenza-Milano, con Brescia, realizzando collegamenti diretti Brescia-Cremona-Piacenza e ritorno, con Bergamo, realizzando collegamenti diretti di andata e ritorno sulla direttrice Bergamo-Treviglio-Crema-Cremona-Piacenza. Si possono realizzare anche collegamenti del tipo Verona-Mantova-Cremona-Piacenza-Genova-Ventimiglia/La Spezia collegati anche a Bergamo e Brescia. E Piacenza, come è noto, è un nodo ferroviario di rilevanza nazionale ed internazionale: i collegamenti proposti sarebbero facilmente in relazione con i treni diretti da e per Roma, il Sud Italia e il Nord-Ovest d'Europa. Queste sono le potenzialità possibili realizzabili senza spendere una lira in più! Potremmo avere garantito un servizio ferroviario continuativo sulla Cremona-Piacenza perché inserita in un disegno di servizio a più largo raggio regionale e interregionale. Perché nel 2003 Cremona non ha collegamenti ferroviari diretti con Casalmaggiore e quindi con Parma via Piadena? Perché la Brescia-Piadena-Parma non è ancora elettrificata e quindi non è ancora inserita organicamente nel sistema delle comunicazione ferroviarie merci e viaggiatori? Come si può pensare di sviluppare il turismo, progettare nuove università e fondazioni, potenziare il sistema universitario di Crema e Cremona se non si pongono le premesse perché quelle sedi universitarie, che costituiscono il vero investimento per il futuro e una miniera di ricchezza per l'intera provincia di Cremona, non vengano adeguatamente collegate con gli altri territori e quindi rese fruibili da molti altri studenti pendolari da tutta la regione e non solo, consentendo di contenere i costi dell'istruzione universitaria attraverso una efficiente rete di servizi di trasporto? Spetta agli Enti Locali cremonesi, dal Comune di Cremona, alla Amministrazione Provinciale a tutti gli altri Comuni, stipulare accordi di servizio e programmatici di questo tipo come fanno le altre province in tutta Italia, anziché perdere tempo a rifare piazze e giardini e progettare inutili autostrade.


Soresina, 11 settembre 2003


Ezio Corradi
Presidente Circolo Politico Culturale "S. Pertini"


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