GANDOLLA RAIMONDO: fuciliere di Va rese. Bibaffo di razza, riconoscibile a distanza per la sua mole e per le orecchie a sventola. Capocamerata di fatto e di diritto,urlava "La porta!" ogni volta che essa veni va lasciata aperta anche di pochi centimetri. Presentava la forza guardando gli S. Ten dall'alto al basso, in maniera impassibile sopportava le fatiche della S.M.Alp. senza mai imboscarsi. Meticoloso e svaccato quanto basta era l'istigatore del sonno precoce la sera e per un ritardato risveglio la mattina. Sarà assorbito dalla S.M.Alp.

GIACOMONI LUCA:ex fuciliere, ci lasciò ben presto, ma ritrovandoci per Aosta dimostrò grande affetto per la 4 unico legame alla S.M.Alp. Memorabili le fughe al "Pigalle".

GIULIANO ALBO FREDY: ex fuciliere, unico mortaista in una camerata di fucilieri. Detto SMALBO, detto RALBO, in realtài dimostrò un maestro nella mimesi e nell' arte dell'invisibilità. Famose le trasferte all'OM di Torino, sua uniforme di servizio:1a diagonale. Visionario e sognatore vide più volte la Madonna ed i Santi paradisiaci, arrivando a dialogare con essi nelle frequenti marce del corso. Sopportava le fatiche del riposo branda senza mai lamentarsi. Famose le riparazioni e la Commissione superata, altrettanto famose le crostate ( apprezzate da tutti nella 4) che la moglie provvedeva a portare. Detto anche il "Recluso" per le 8O e passa C.S.

GRANDIS GIORGIO: il "verginone" della Compagnia riuscì, con un c...o pazzesco, a non essere quasi mai punito, a parte i 2 giorni di C.S. presi verso la fine del corso. Confermò l'eredità del buon vecchio Larcher. Introdusse nel vocabolario della 4 il termine "sicchè". Fece partecipe la camerata dell' amore sviscerato per la "Tata"', che divent la Tata della 4. Armadietto perfettamente ordinato faceva la spola tra la branda e la radio all' urlo di "Che bella questa!". Naturalmente fuciliere di Schio.

IASCI GIANLUCA: Fuciliere di Frisa. Il nord-africano della camerata ci deliziò con dolciumi dai contenuti non ben definiti. Decisamente contrario all' apertura delle finestre durante la notte, le difendeva assieme a Leporati contro gli assalti dell'accaldato Majolo. Per dormire si muniva di piumino (chissà cosa avrà fatto nelle pattuglie?). Fiero possessore della stecca d'Abruzzo 1a lucidava ogni sera sognando l'incisione del Pentabaffo.

LEPORATI MASSIMO: fuciliere di Latte (IM). Di minuto aspetto si rivelerà ben presto un duro riuscendo a sopportare tutte le fatiche tipiche della S.M.Alp. meritandosi la stima ed il rispetto di tutti i componenti della Compagnia. Molto interessato alle licenze, alle auto e alle discoteche, passatempi questi che qui alla Charlie Bravo sono tabù.

LIPPI GIOVANNI: il "cazzutto" della 4 grande portatore di MG tanto da essersi talmente affezionato ad essa da amarla profondamente. Distaccato e taciturno partecipava alla vita di camerata con impegno lanciando però improperi contro i disturbatori della sua quiete. Grande divoratore di prodotti farmaceutici era sempre pronto a dispensare pillole e pastigliette a tutti. Famoso il di lui grido "MONA !", grande fumatore, spesso si ritirava in bagno a meditare avvolgendosi nel fumo della sua pipa, ebbe, un solo grande dilemma che lo torment: lasciarsi crescere la barba o no.

MAIOLO FRANCESCO: ex fuciliere di Montecchio Maggiore (VI). Sinpatico e alla mano, esperto D.E., il casinista della 4, riuscì ad occupare ben due armadietti oltre al suo stipandoli in maniera inverosimile. Se n' andato lasciando un gran vuoto nella camerata.

MANNI ALBERTO: fuciliere di Milano, aspirante Carabiniere. Preciso e meticoloso, pignolo fino all'inverosimile, sopportò per 4 mesi gli Alpini, rivelando di avere stoffa per la Benemerita. Famose e molto seguite le sue conferenze serali e notturne in lingua russa. Ottimo elemento non s'imboscò mai, partecip con grande serietà a tutti gli addestramenti, marita ndosi pienamente il baffo (e forse anche più).Ci lasciò per vestire l'uniforme nera.

MARTINO LUCIO: fuciliere di Cuneo, baffo mancato, si impegnò moltissimo con costanza e continuità tanto da guadagnarsi 1'appellativo di "stakanovista" della 4. Si distinse per l'impegno nella pulizia dei servizi di Compagnia che frequentemente erano affidati a lui. Sempre pronto ad aiutare gli altri venne definito "Lucio il buono" dai componenti della 4, meno dall'Allievo Lippi che lo definiva "Lucio mona". Instancabile ascoltatore di canzoni anni settanta prediligeva un suo omonimo: "Lucio Battisti", forse perchè gli ricordava la Charlie Bravo.

Camerata 4