Tutti si chiederanno il perchè delle virgolette in cui ho posto finale, il perchè lo sappiamo tutti noi del 113° Corso.

Il tutto ebbe inizio ad Aosta in una gelida mattina che non oserei neppure chiamare tale, bensì nottata, alle 03,30.

Una sveglia allucinante (non oso trascrivere gli epiteti che sentii volare negli ambienti della Seconda Compagnia supponendo che queste righe possano anche venire lette da innocenti fanciulle e ragazzini), fu chiamata adunata, tutti in cortile alle 04,30

I famosi nonchè tristemente noti autoveicoli dell'E.I. cominciarono ad arrivare quasi subito, partirono i primi, erano già le 05,30, si udivano scommesse da tutte le parti sul probabile rientro o meno dei mezzi.

Erano infatti tutti ultimo modello 1940 FIAT.

Nel frattempo, per ingannare l'attesa, ci fu chi se ne tornò a letto, chi improvvisò colazioni a base di pane, salame e vinello, chi, nascosto dietro i mastodontici zaini, cercava riparo da un vento molto freddo, dovendo piantonare gli stessi.

Intanto il tempo passava, i figli si erano già alzati e avevano cominciato a loro salubre attività mattutina, sorse il solead illuminare la scena ed a scongelare l'eterno piantone (Muccilli).

Degli automezzi neppure l'ombra, strane voci iniziarono a serpeggiare all'interno della Compagnia (valanghe che avevano sepolto tutti, campo compreso, forature a raffica dei camions sui tornanti strettissimi di La Thuille, AUC dispersi per strada a causa della forte velocità raggiunta dai nostri mezzi e così via).

Ma verso le 09,30 al suono di fragorosi motori fu chiamata di nuovo adunata, con facce ancora meno sveglie della volta precendente ci ritrovammo tutti in cortile.

Saliti, o meglio caricati sui cassoni e disposti ala meno peggio, iniziò il nostro travagliato viaggio.

Subito imparammo a conoscere il significato di "gasoliata", termine coniato alla S.M.Alp. per indicare il fumetto azzurrognolo che esce dai tubi di scarico dei nostri A.C.M.

Casi di avvelenamento da piombo cammuffati da influenza dai nostri S.Ten. Medici, vennero subito segnalati subio all'arrivo.

A parte spifferi, piombo, tartassamenti del nostro delicatissimo posteriore, giungemmo finalmente alla meta.

Il paesino dove si favoleggiavano incontri con bellissime "Ondine" era proprio lì davanti a noi.

Sistematici nelle nostre camerate, prendemmo subito conoscenza anche con la "Cucina" della Caserma Monte Bianco (dovevamo pulire ogni giorno tutto ciò che avevamo usato, a specchio!!!).

Passò il primo giorno (allegri ritornelli come: "Con la pioggia e col sereno, anche oggi è un giorno in meno"... queste ed altre parole sula bocca di tutti, il conto alla rovescia era cominciato), e venne anche la libera uscita, in uniforme.

Aperto il cancello uno sciame di AUC iniziò a sfilare per il paesino: chi alla disperata ricerca di cabine telefoniche (vedi mamma e morosa), chi ala ricerca di una pizzeria, chi a caccia di nuove avventure.

Iniziò l'attività, la prima settimana non fu certamente improntata allo sci, bensì ad attacchi ed assalti in "ambiente alpino di media montagna" (2.000 metri).

Iniziarono finalmente i giorni dedicati allo sci, tutti con grande entusiasmo volevano provare l'ebbrezza di un "volo" con quegli strani (per la maggior parte di noi) legnetti.

Dopo ci Col S.Carlo, mistica salita per AUC miscredenti.

La benedizione di Don Giò.

La dormita in truna a -20 °C (?).

Partenza e discesa al "Santuario" di Morgex.

Poi andammo a Ville sur Sarre, dove l'arrivo dei figli giunse a rallegrare quegli ormai "tristissimi" giorni.

Il tempo intanto passava, nonostante alla Vecchia sembrasse eterno, il volgere naturale dei giorni ed un favoloso scintillio di stelle stava cominciare a brillare nel Cielo.

Il Campo "FINALE" di La Thuille