Pensiero di un AUC...

1983, NATALE, è la notte più bella dell'anno, la più cara. Ci saranno almeno 15 gradi sotto lo zero. Sono le 23.30 ed il mio turno finirà all'1.30.

E' il primo Natale che passo lontano da casa. Guardo continuamente il mio muro, ma il pensiero altrove, vedo le case nei pressi della caserma che hanno le finestre illuminate, immagino le scene all'interno di esse, scene piene di calore familiare.

Natale forse l'unico giorno dell'anno in cui tutti cercano di dimenticare i pensieri le preoccupazioni, per riunirsi con le persone che gli sono più care. Il mio incedere lento, molto lento, frenato dai miei pensieri, dal susseguirsi di emozioni strane che da molto tempo non provavo.

Sono imbottito oltremisura, anche se ti è vietato, ma provo ugualmente certi brividi che non sono da imputare alla temperatura polare della sera. Termino il mio primo giro, l'occhio scivola dalle finestre al mio superprofessional subacqueo, certo di essere ormai al termine del turno: sono passati solamente pochi minuti.

Ringrazio in questo momento di essere un "piccolo" alpino, almeno il caldo non si disperde alla svelta, ma rimane un pochino di più a farmi compagnia. Continuo inperterrito il mio turno preso dal mio compito, anche se la stanchezza che sempre ti è compagna comincia a farsi sentire; le palpebre vorrebbero chiudersi, il freddo si fa più insistente, ma sono un alpino.

Mi incontro con un altra guardia ed insieme guardiamo oltre il muro, ma ormai le luci sono spente, i rumori si sono smorzati.

Improvvisamenti dei rumori nella notte "... Passo.Passo..." il cambio.

E' passato anche il Natale 1983, forse il più strano della mia vita, ma non per questo il meno sentito.

Natale '83... Pensiero di un A.U.C.