Una tradizione ormai plurisecolare identifica le stellette e la sciarpa azzurra rispettivamente: con la soggezione alla disciplina militare e con l'appartenenza al rango di Ufficiale.

Nate come semplici contrassegni, sono divenute nel corso del tempo veri e propri simboli della devozione al dovere e dell'onore militare. Prova ne è il fatto che la loro "sacralizzazione" si ritrova anche nelle più caratteristiche canzoni del folclore militare:"... le stellette che noi portiamo son disciplina di noi soldà..." e "... la sciarpa azzurra alla mia bella che si ricordi del suo primo amor...".

Questo sapore di antico comunque ha contribuito anche a far scendere sulle circostanze della loro nascita una fitta nebbia e le pagine che seguiranno non hanno la presunzione di spiegare tutto, ma vogliono solamente essere una indicazione per chi di queste cose non ha mai letto.

LE STELLETTE

La loro storia ha inizio nel 1871 quando l'allora Re d' Italia Vittorio Emanuele II decretava che tutte le persone soggette alla giurisdizione militare dovessero portare come segno caratteristico della divisa militare la stelletta a cinque punte.

Le stellette per il nostro Esercito comunque non erano una novità: le ritroviamo, nel 1860, sulle divise degli Ufficiali di Ordinanza del Re, sia effettivi che onorari, anche se era a sei punte; nel 1870 sulle divise e le mantelline degli Ufficiali di Fanteria, eccettuati i Bersaglieri, dovevano comparire stelle d' argento a cinque punte.

Ma per quanto numerose nel tempo siano state le disposizioni successive, che hanno modificato le dimensioni materiali, la funzione delle stellette è rimasta inalterata: erano e sono il segno caratteristico della soggezione alla disciplina militare.

Secondo il linguaggio araldico, infine, la stella rappresenta qualità che si addicono ad un soldato, ma ancora di più ad un Ufficiale: "finezza d'animo, azioni sublimi, fama, nobiltà gloriosa".

LA SCIARPA AZZURRA

Da sempre, è facile intuire come tutti i vari eserciti abbiano cercato di differenziare l'Esercito Nazionale da quelli alleati o da quelli avversari. Basta risalire al Medioevo per ritrovare le truppe francesi con la croce bianca sul petto e sul dorso, le truppe inglesi con la croce rossa di San Giorgio.

Scomparso il ricordo delle crociate, verso il 1500 gli eserciti incominciarono ad adottare come distintivo la sciarpa, portata alla vita o a bandoliera. L'origine di questo indumento deve ricercarsi in una consuetudine cavalleresca, di portare una sciarpa con i colori della dama preferita, consuetudine di cui ancora oggi sopravvive il ricordo in una gentile tradizione del nostro Esercito, per cui la prima sciarpa azzurra è un regalo della fidanzata.

Chiaramente in quell'epoca era il Principe regnante che sceglieva il colore delle sciarpe e solitamente richiamava quello del proprio blasone. Troviamo tracce di questo, per quanto riguarda la nostra storia, in un antico documento del Duca Emanuele Filiberto di Savoia datato 10 gennaio 1572, che ordinava ai propri Ufficiali di portare sciarpe o "bende" di colore azzurro, obbligandoli ad uniformarsi.

Nasce a questo punto una legittima domanda: perchè il colore azzurro quando il blasone dei Savoia era rosso e crociato di bianco?

Le ricerche di un noto studioso del primo '900, (Gerbaix de Sonnaz: '"Bandiere, stendardi, vessilli di Casa Savoia dai Conti di Moriana ai Re d'Italia"'), mi permettono di affermare con la quasi assoluta certezza, che il colore azzurro fu scelto a ricordo della bandiera di devozione, che sventolava sulla galera capitanata dal Conte Verde, Amedeo II di Savoia, quando nel giugno 1366 partì alla volta di Bisanzio, in aiuto dell'Imperatore, minacciata dai Turchi.

Tale bandiera era infatti di seta azzurra con l'immagine della Vergine in un campo di stelle d'oro.

Questa dunque l'origine più probabile della sciarpa azzurra, spesso invece raccontata diversamente: sarebbe dovuta al voto fatto alla Madonna da Vittorio Amedeo Il prima della Battaglia di Torino.

Quanto al significato araldico, infine, l' azzurro sta ad indicare: "Giustizia, lealtà, finezza d'animo, gentilezza e fama, qualità auspicabili e che si addicono ad ogni buon Ufficiale e di cui anche noi allievi del 113 Corso dovremo essere degni.

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