La sveglia strillò alle 04,30: Gesù che coma!

Giù dal letto in tutta fretta, occhi gonfi sbarrati per il "tanto" dormire, e guidati dal naso come unico mezzo direzionale, tutti in bagno a sbrigare le solite formalità (barba a secco, oscene sforbiciate a quelle più lunghe, volto lavato con pasta dentifricia ed altr amenit di questo genere).

Alle 05.30 tutti davanti alla mensa insaccati insieme agli zaini, pantagruelica colazione e poi felici e sazi in adunata alle 06.30. Che orrore, gente ciondolante brontolava gli "zitti" che si susseguivano insieme ai... "pssst", che erano tremendi per i soliti deboli di reni.

Finalmente la partenza, già "pochi" km. dopo l'avvio la salita cominciava a farsi incontro in tutta la sua bellezza e naturalezza tanto che molti di noi erano obbligati ad ammirare estasiati il paesaggio a bocca aperta e con la lingua a penzoloni mancando le parole (il fiato) per commentare tutto quello che si stava provando.

Sembrava d percorrere la scala del purgatorio, tante erano le preci che si udivano salire verso l'alto da ogni luogo, gli S.Ten. ci pungolavano continuamente instaurando in noi sentimenti di vera umanità e benevolenza. Più volte indigeni del luogo attratti dalle urla disumane ci incitavano alla ribellione pregandoci di usare i nostri fucili verso quegli strani esseri.

Comunque la compagnia saliva. Verso quota 1000 apparve a tenerci compagni la neve; scene di felicità da parte dei componenti della comitiva, ci fu persino qualche tentativo di salto nel vuoto mascherato con frasi del tipo... "pensavo di essere sul trampolino di Cervinia.."

Ma intanto il tempo che qui alla S.M.Alp. l'unico alleato continuava a passare e finalmente dopo quelle che erano sembrate due eternità, la prima sosta a S. Pantaleone. Subito si illuminarono i volti di tutti, c'era già chi pensava bellamente di preparare un bivacco, ma, fanciullesca illusione, dopo circa 10 sec. il Sig. Capitano era già in partenza, verso la fine del "viaggio" cominciammo ad intuire qual'era il vero scopo di quella uscita, era una uscita a sfondo religioso: infatti già subito dopo la sosta si incominciarono ad incontrare per strada strani personaggi del mondo celeste, certuni di noi vennero assaliti da vere e proprie crisi mistiche: chi asseriva di aver incontrato San Martino, che gli offriva una parte del mantello per difenderlo dal gelo, chi che gli indicava la strada, insomma alla fine non c'erano che i soliti atei che asserivano che non era successo nulla.

Poi ecco ai nostri occhi finalmente Pila, nel suo immenso splendore, all'arrivo lezione di valanghe, da parte degli allievi, e, per fortuna, si riuscì ad evitare il seppellimento di qualche testa calda.

Rancio caldo, poi la discesa durante la quale si tenne una lezione di alpinismo sul quinto appiglio e sull' uso dello stesso in situazioni di vera emergenza.

Giungemmo però tutti in caserma ed inquadrati con il "testone su" urlammo un "Seconda" che era sincero e profondamnte sentito, come ogni volta che esce dalle nostre gole, ed anche Pila era già una delle nostre avventure che un giorno avremmo potuto raccontare.

Marcia a Pila