Ci
hanno avvelenato per anni senza che lo sapevamo. Sempre pronti ad utilizzare le
scoperte scientifiche per i loro tornaconti, hanno finto di ignorare che già
nel 1960 l’Organizzazione Mondiale della Sanità aveva dichiarato che l’amianto
era un micidiale cancerogeno. Solo dopo più di 30 anni, quando il suo uso non
era più redditizio, hanno bandito l’amianto dalle produzioni. Hanno preteso,
però, in cambio, delle agevolazioni, dai finanziamenti per le riconversioni ai
prepensionamenti per smaltire gli esuberi degli operai esposti. Una strage
immensa di operai, costretti a morire in modo atroce. Una strage per cui nessun
padrone ha pagato con neanche un giorno di galera.
Ora
che nelle grandi fabbriche una gran parte degli operai contaminati è andata in
pensione anticipata, si sentono più forti. Poco importa se gli esposti
continuano a morire come mosche. Isolati e dispersi nel territorio, lontani
dalla vecchia fabbrica, privi di qualsiasi assistenza particolare, la loro
morte non fa più notizia.
Si
sentono tanto forti che, ora che lo stato batte cassa, decidono di fregare
proprio noi, gli esposti all’amianto, già riconosciuti o in attesa del
riconoscimento, ancora non in pensione. Cancellano in un sol colpo tutti i
benefici pensionistici di cui avremmo potuto usufruire, “salvando” solo
l’esigua minoranza di chi è in mobilità o può andare in pensione con il minimo
di anzianità. I ricchi industriali, i commercianti e i professionisti non si
toccano, perché appartengono alla stessa confraternita di Tremonti e del suo
principale. I soldi vanno trovati sulla pelle di chi è costretto a continuare a
lavorare per quattro soldi e con la salute compromessa.
Non
si tratta solo di un’ingiustizia, una delle tante di questa società. E’ un
assassinio vero e proprio! Noi non saremo costretti solo a rimandare di
molti anni il pensionamento. La permanenza tanto prolungata in ambienti
insalubri come le fabbriche condannerà molti di noi esposti ad una morte
precoce.
Il
governo e la maggioranza parlamentare vanno per la loro strada a colpi di voti
di fiducia. Sanno che le reazioni di cui sono capaci i sindacati e i politici
dell’opposizione non daranno loro nessun fastidio. Si aspettano qualche altro
sciopero simbolico e qualche altra inutile passeggiata. Niente altro. Hanno
perfettamente ragione. Cosa ci possiamo aspettare da chi in tutti questi anni
ha già cercato nell’XI commissione del senato di ridurci i benefici
pensionistici? Solo delle inutili sceneggiate per conquistarsi in futuro voti
in più.
Tutti
pensano che, una volta passata la finanziaria, le nuove regole diventeranno
legge e quindi saranno indiscutibili.
Operai
ora o mai più. Dimostriamo loro che si sbagliano.
E’
arrivato il momento di far sentire che ci siamo anche noi.
Basta con i trucchi
legislativi contro gli operai. Le leggi contro di noi non le accettiamo e
devono abolirle. Non ci fermeremo, neanche se approveranno la finanziaria.
Mettiamo
in campo la nostra forza. Blocchiamo le fabbriche degli esposti all’amianto.
Facciamo capire a quelli
che ci vogliono fregare che ora hanno superato la misura.
Primo appuntamento a Roma,
il 7 novembre, in occasione della manifestazione FIOM. Per far sentire la forza
di mobilitazione degli operai esposti all’amianto, costruiamo uno spezzone del
corteo degli operai esposti.
fip. 03/11/2003 Per
contatti: http://xoomer.virgilio.it/nqrbov/ e-mail
coord.amianto@libero.it