Aumentano i mesoteliomi e il parlamento elimina la responsabilità civile dei padroni per le lavorazioni d’amianto.

 

Che la 257, nonostante tutti i suoi limiti per gli operai, non andasse bene ai padroni lo si era capito. Innumerevoli testi, di sinistra e di destra, sono stati presentati alla XI commissione del senato per ridurne o abolirne gli effetti. La scusa è sempre stata il costo troppo alto per le casse dello stato.

Hanno utilizzato l’amianto per anni, hanno avvelenato due generazioni di operai, hanno realizzato profitti per miliardi di lire e, dopo, hanno cercato in tutti i modi di non pagare neanche quel miserabile contentino che consiste nel mandare prima in pensione coloro che hanno avvelenato. L’hanno tentato in tutti i modi, nascondendo le notizie; chiedendo agli operai esposti, con l’acqua alla gola, di firmare dichiarazioni dove ci si impegnava a non fare ricorso contro le aziende; non prendendo in considerazione le tragiche conclusioni raggiunte dalla scienza medica nel campo dell’avvelenamento d’amianto; limitando in ogni modo l’applicazione della 257.

Con il nuovo testo Fabbri, ultimo mostro partorito dalla XI commissione, hanno però raggiunto il colmo. Non solo vengono confermate e in molti casi aggravate le restrizioni già presenti nei testi precedenti, che portano di fatto all’annullamento della 257, ma nel teso Fabbri tentano una ulteriore sporca operazione: salvaguardare i padroni fino in fondo, eliminando la responsabilità civile e limitando quella penale solo alle situazioni di “violazione di norme di prevenzione”. Per fare questo sono anche disponibili ad accollarsi le spese per eventuali indennizzi agli operai malati di tumore al posto degli industriali.

Finalmente dichiarano apertamente il loro ruolo: servire fedelmente i padroni!

Infatti, come si salvaguardano le casse dello stato eliminando le responsabilità padronali? Non ce lo spiegano.

Questa legge serve ai padroni per risparmiare soldi di tasca propria e allontanare il rischio della galera (rischio che comunque non si è mai avverato neanche in passato).

Questa è una legge offensiva perché afferma apertamente un principio che i “nostri” parlamentari non hanno mai avuto il coraggio di affermare apertamente: in questa società, i padroni sono quelli che comandano, per loro non ci sono “colpe”, a loro tutto è consentito. Gli operai, invece, non hanno diritti, sopravvivono solo finché lavorano per far fare la bella vita ai padroni, per il resto sono umanità di scarto, da mettere da parte quando non servono più.

La lotta contro gli omicidi da amianto facciamola nelle fabbriche e nelle piazze. Facciamo rimangiare ai servi dei padroni il testo Fabbri, l’ennesima spazzatura di questo parlamento. Respingiamo con la forza delle nostre lotte il tentativo di escludere dai miserabili benefici pensionistici gli operai esposti non ancora riconosciuti e di ridurre la misura di questi benefici agli operai già riconosciuti ma non ancora in pensione!

 

COORDINAMENTO OPERAIO CONTRO L’AMIANTO

fip. 07/12/2002              Per contatti:       http://space.tin.it/associazioni/nqrbov/                  e-mail    rgdis@libero.it