Giovanni D'Andrea e Fernanda Caiulo

    A dicembre 2002, con l'aiuto di Dio, speriamo di festeggiare le nozze d'oro. Ci siamo infatti sposati il 20.12.1952 nella chiesa di S. Giuseppe al Cairo. 

    Siamo: 

    Nell'aprile 1957 approdiamo a Napoli con l'Esperia: tanta paura ma anche tante speranze di una vita più tranquilla e più sicura nella nostra vera patria. Come molti, in Egitto erano emigrati i nostri nonni. 

    In Italia, io Giovanni ho lavorato con la Egyptair a Fiumicino fino alla pensione (1984) e a Roma ho ritrovato i miei amici del cuore Romolo Barberio e Tommaso Grasso con le rispettive famiglie con i quali sono ancora legatissimo. Fernanda ha lavorato alla FAO fino alla fine del 1992 e a Roma ha ritrovato le compagne di scuola: Silvana Erriquez, Maria di Rienzo, Adriana Pansera e Giosy China. Poi, via e-mail ha stabilito contatto con Patrizia Dussek che ora vive nell'Oregon, USA.

    Abbiamo avuto un solo figlio ed siamo felici nonni di un bel maschietto. Con l'aiuto di Dio e tanta dedizione al lavoro ed alla famiglia, possiamo oggi fare un bilancio positivo della nostra vita in Italia anche se non siamo da annoverare tra i ricchi. Dell'Egitto, ci era rimasto il rimpianto di non avere mai visitato le antichità faraoniche  prima dell'esodo e solo nel 2000 abbiamo deciso di ritornarci; siamo contenti di averlo fatto, visto il risvolto drammatico degli eventi dell'11 settembre che hanno turbato la necessaria serenità per viaggiare in paesi mediorientali.

    Racconta Giovanni: in Egitto, mio padre aveva un'officina dove produceva infissi di ferro per banche e palazzi. Con il suo lavoro manteneva la famiglia (moglie, nove figli e la madre) ma morì a soli 55 anni nel 1940. Ricordo le lunghe vacanze estive nella casa in affitto sulla spiaggia del Deheila, dove, all'alba seguiva il padre per imparare da lui come pescare, sport che poi divenne il mio hobby preferito. Non seguii, invece, mio padre nella sua passione per la caccia. A sei anni, come tanti altri bambini italiani e non, scuola a Don Bosco di Alessandria fino al 10 Novembre 1942, giorno del mio 18° compleanno, quando iniziò un'altra scuola, quella di vita al Fayed assieme ai miei 5 fratelli ed ai miei amici del cuore Barberio e Grasso. A guerra finita, lavorai col fratello al Cairo nella sua officina ove produceva grandi trasformatori elettrici; l'officina fu liquidata al momento di rimpatriare in Italia, nell'aprile 1957.

    Racconta Fernanda: mio nonno paterno, Desiderio, che si era trasferito da Brindisi per unirsi a coloro che lavoravano alla diga di Assuan, terminato quel lavoro verso la fine del 1800, si fermò al Cairo dove avviò in Rue Emad el Din, un fiorente commercio di vino importato dall'Italia. Qui si riunivano molti italiani per parlare della lontana Italia e della loro vita in Egitto. Era diventato un piccolo centro culturale: musica e pittura erano gli argomenti preferiti, anche perché in Egitto venivano ottime compagnie operistiche ed operettistiche italiane. Il Teatro dell'Opera fu inaugurato per la prima dell'Aida che Verdi scrisse per l'inaugurazione del Canale di Suez. Mia nonna paterna, mia zia e mio papà Ubaldo suonavano il pianoforte e mio zio Fernando era un bravo pittore. Zio Fernando diede sfogo alla sua passione pittorica al Fayed, dipingendo bellissime Madonne sul legno e, dopo la guerra, divenne scenografo nel cinema egiziano. Morì a soli 40 anni, nel 1948. Mio padre Ubaldo studiò ragioneria e venne assunto alla Barclays Bank poiché conosceva bene anche l'inglese, come d'altronde quasi tutti gli italiani d'Egitto. Fu trasferito ad Assiut, dove esisteva una piccola comunità di italiani (7 famiglie) con tanto di Console e di chiesetta con parroco (Padre Clemente, del quale ricordo che imbalsamò un coccodrillo catturato nel Nilo), poi una scuola di Suore Francescane Missionarie d'Egitto ed una missione di medici americani, uno dei quali venne a casa nostra per assistere mia madre alla mia nascita. Di Assiut, dove vissi solo fino all'entrata in guerra dell'Italia, ricordo: una forte tempesta di sabbia che entrava in casa infiltrandosi dalle persiane e dalle finestre pur se sprangati e i genitori che giravano per casa agitando grandi asciugamani bagnati per raccogliere la sabbia; una minaccia di epidemia di peste (sì, proprio peste) a causa della quale si parlò di chiudere un ponte girevole sul Nilo per mettere Assiut in quarantena e durante la quale si prodigarono tantissimo i medici americani; poi, lunghi pomeriggi trascorsi sul balcone di casa (40° all'ombra) masticando canna da zucchero fino a farsi venire male alle mascelle, oppure immersi nella vasca da bagno a godersi un bel mango grande e poi la doccia.

    Frequentai l'asilo dalle Suore (1937-1939) ed ero seguita da una suora giovane giovane che si chiamava Suor Romualda; ella fu, più tardi, la mia insegnante di Italiano, Latino, Storia e Geografia al Cairo dal 1945 al 1949 ed ebbi la gioia di rivedere a Roma nel 1983, oramai divenuta Badessa dello stesso Istituto al Poggio del Torrino, vicino all'EUR a Roma. Presso l'Istituto delle Suore, le figlie di molte famiglie europee ed egiziane - per la maggior parte copte ma anche musulmane - studiavano, oltre all'italiano, l'arabo, il francese e l'inglese sotto la guida di ottimi professori religiosi e laici. Dopo il 2° anno di Liceo, preferii accelerare gli studi per prepararmi ad un lavoro rendendomi conto che la famiglia non poteva mantenermi all'Università in Italia. Al termine di un solo anno presso la "Immacolate Conception School" mi diplomai ragioniera stenodattilografa in inglese. Nell'ottobre del 1950 fui assunta alla Scandinavian Airlines System al Cairo. Ma il 25 gennaio 1952, ricordo che era un sabato, terminato il lavoro mi ritrovai nelle strade del Cairo in piena  rivoluzione civile con gran parte dei più grandi palazzi, banche, cinema e negozi in preda al fuoco. Mi portò in salvo a casa un tassista greco.

    Sulla nave "Esperia" con la quale Fernanda e Giovanni partirono da Alessandria, vi erano anche altri due fratelli, Vittorio e Gioacchino con le rispettive famiglie. A ruota rimpatriarono tutti gli altri fratelli e sorelle con la mamma.

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