Pino Zito

Ricordando la mia terra natia, la bella Alessandria ... e riflettendo sulla mia terra italiana dopo il rientro.

    Da un po’ di tempo a questa parte si parla degli italiani nel mondo, ... ed io sono uno di loro ... anche se fisicamente sono in Italia, la mia anima ed il mio cuore sono rimasti laggiù, attaccati magari ad un faro che non esiste. No, non sono uscito di senno, sono un italiano d’Egitto, uno di quelli guardati in modo strano qui in Italia e spesso chiamato egiziano mentre anelavo, forse impropriamente, di essere considerato come loro: gli italiani d’Italia. Forse io non avevo capito che non potevo essere un indigeno italiano, ma nemmeno loro hanno mai capito che ero cresciuto in un mondo culturalmente ricco e variegato e che ho subito la privazione dei mezzi necessari per impostare la mia carriera lavorativa come, invece, è stato possibile per i fratelli italiani d’Italia.

    Viaggiando con la fantasia, provo a cambiare i termini del prodotto e mi ritrovo a pensare di non essere un vero italiano, ma un egiziano d’origini italiane, visto che appartengo alla quarta discendenza degli Zito, partiti da Bagnara Calabra nel 1880 circa e vissuti sempre in Egitto. Mio bisnonno è stato uno dei primi scalpellini andati in Alessandria per lavorare alla costruzione della “Corniche”.

    E’ la prima volta, grazie a voi amici, che scopro che altri, oltre a me, sono interessati a quanto i nostri avi hanno realizzato in quel bel Paese e dei quali avi sono fiero di essere discendente.

    Non sono mai più tornato nella mia bella Alessandria, non ne ho avuto l’opportunità, ma quella città rimane scolpita profondamente nel mio cuore di discendente di un vero scalpellino.

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