Le Distillerie Bertocchini

La ditta fu fondata a Livorno nel 1854 da Francesco Bertocchini. L’attività iniziava con l’acquisto di viti pregiate, e la loro successiva lavorazione e distillazione per la produzione di vini liquorosi, come il “Lacrima Cristi”, vino “Alleatico”, “Vin Santo”, vino “Moscato” ed altri.

Non tardi, Francesco inserì il figlio Vincenzo nella gestione dell’impresa, e fu lui che, considerando l’elevato numero di vendite di diversi prodotti verso l’Egitto ed il Libano, ritenne opportuno ed utile verificare la possibilità di impiantare una distilleria in Egitto. Dopo un’approfondita verifica in loco scelse una zona di Moharrem Bey in Alessandria come sede della nuova iniziativa.

Fu un atto molto coraggioso per quel periodo, siamo nel 1899, poiché, mentre era vero che si stavano aprendo nuovi mercati e l’espansione era facilmente prevedibile, era altrettanto vero che la distilleria a Livorno costituiva un’attività avviata e tranquilla, mentre l’investimento in un paese meno moderno era pur sempre un rischio. Va ricordato, nella specifica circostanza, che la gran parte degli italiani emigrati in Egitto, partivano con l’obiettivo di trovare un lavoro, viste le difficoltà economiche nelle quali si dibatteva il Paese d’origine, mentre erano pochi coloro che partivano con l’obiettivo di portare lì il lavoro investendo i propri capitali nell’impresa.

Più tardi, Vincenzo Bertocchini, dopo aver constatato il successo della sua iniziativa, decise di ampliare la fabbrica e acquistò un terreno di circa 2.000 metri quadri in Rue I Khedive proprio di fronte all’Istituto Don Bosco da poco costruito (1897). Nella fabbrica, oltre ai macchinari per la produzione (bollitori, alambicchi, filtri, presse, pompe, imbottigliatrici ed etichettatrici) vi erano grandi depositi da 5 e 10 mila litri per l’invecchiamento, reparti per l’imballaggio, autocarri per la distribuzione e gli uffici. La fabbrica era gestita con l’impiego di 18 persone tutte egiziane.

La Distilleria Bertocchini svolgeva attività di vendita in tutto l’Egitto, direttamente ai distributori in Alessandria e attraverso grossisti nelle altre città. Riforniva anche le cooperative del Canale di Suez che servivano i dipendenti delle diverse aziende che lavoravano per il Canale, in primis “Le Comptoir National de Navigation du Canal de Suez”, nonché primari Ship Chandler. Forniva anche l’Istituto Don Bosco, il Collegio Saint Marc, la Cattedrale di Santa Caterina, la Chiesa del Sacro Cuore di Ibrahimeih e la Chiesa Francescana di Bacos, per i quali era prodotto il vino da messa (bianco senza zuccheri che doveva seguire un particolare processo di fabbricazione). Famoso e molto apprezzato il Vermouth “Esperia”, il Fernet, il Ferro-China, il Zibib “Stella”, il Brandy “Admiral”, il Rhum distillato da canna da zucchero, e un’intera gamma di liquori (“Peppermint”, “Cherry-Brandy”, “Cacao”, ecc) nonché sciroppi non alcolici.

Da Livorno, Enrico Bertocchini, fratello di Vincenzo, si trasferì presto a Tobruk ove acquisì notevoli proprietà, quali cinematografi, panifici e cooperative per il rifornimento di generi alimentari all’esercito reale italiano servendosi degli articoli prodotti dal fratello. Vincenzo, quindi, per incrementare e velocizzare la disponibilità del “distillato” a Tobruk, acquistò due navi che mise a fare la spola tra Tobruk ed Alessandria.

I figli di Vincenzo, Alessandro (1901) ed il più giovane Umberto (1918), entrarono nella gestione degli affari paterni nel corso degli anni trenta. Sia Alessandro che Umberto avevano frequentato la scuola governativa italiana Vittorio Emanuele III, che assieme con la scuola femminile Regina Elena era adiacente all’Istituto Don Bosco.

Vincenzo era davvero instancabile e possedeva un notevole spirito imprenditoriale: nel periodo della prima guerra mondiale aprì la Pasticceria Milanese all’angolo tra la Rue Cherif e la Rue Tewfik, e poi un’altra ancora in Rue de la Poste. Vinse anche diverse gare d’appalto per la gestione del bar ristorante allo Sporting Club e ciò fino allo scoppio della seconda guerra mondiale. Nel 1940, a seguito delle attività belliche ed essendo allora l’Egitto protettorato inglese, la fabbrica fu sequestrata così come tutti i beni italiani e restituita ai legittimi proprietari solo nel 1949. Vincenzo non fu internato a causa dell’età avanzata, ma furono imprigionati a Fayed, per 4 anni e ½, i figli Alessandro e Umberto, mentre la famiglia si era allontanata dalla città, vittima dei bombardamenti italiani, trascorrendo qualche anno a Sidibishr.

Nel 1950 entrò nella ditta il giovane Vincenzo, figlio di Alessandro e di Maria Cartareggia: aveva dapprima frequentato le scuole francescane, poi l’Istituto Don Bosco ed infine il Collegio Saint Marc.

Il fondatore Vincenzo morì a Roma nel 1949 mentre Alessandro morì ad Alessandria nel 1965.

La fabbrica rimase aperta ed operativa fino al 1968 gestita dal giovane Vincenzo in una situazione tutt'altro che facile; l’unica scelta rimasta in quel periodo fu quella di chiudere gli impianti.

Il giovane Vincenzo si sposò nel 1954 con Ughette Naoum, figlia del proprietario delle farmacie “Georges-Nicolas Naoum”, sita proprio di fronte al cinema Amir in Rue Fuad, e “Otto Van Houber” - da lui acquistata nel periodo della II guerra - in Rue Cherif non lontano da Santa Caterina. Ha due figli: Alessandro, bancario e Giancarlo, architetto che ha collaborato con il Prof. Paolo Portoghesi per la realizzazione della moschea di Monte Antenne a Roma.

Filippo Cartareggia, il realizzatore della Corniche da Ras El Tin a Montazah, dell’Ospedale italiano in Alessandria, della Casa di Riposo Vittorio Emanuele III, oltre a diversi altri lavori era zio di Vincenzo essendo fratello della madre Maria.

La famiglia Bertocchini rappresenta un brillante esempio di quello che l’imprenditoria italiana ha saputo realizzare in Egitto insegnando professionalità e capacità d’impresa.

Immagine delle distillerie nel 1999

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