Maria
Ferraro
Nasce a Porto Said il 31.3.1896. Con mio nonno non fa altro che girare il mondo unitamente alla madre, le due sorelle e i suoi fratelli: mio nonno Celestino Ferraro, per carattere non stava mai per lungo tempo in una stessa località! Cambiava continuamente mestiere, andarono in Grecia, Libia, Libano, Turchia ed infine in Egitto dove sono nati tutti i figli. Ritornò in Italia forse per fare contenta la moglie che era di Pozzuoli. Fu a Napoli che mia madre; Maria Ferraro, conobbe mio padre Salvatore Mignola e si sposarono. Lei si diplomò ostetrica all’università di Napoli ed esercitò per lungo tempo tale professione a Napoli e successivamente al Cairo dal 1928 al 1950.
Nella prima foto mia madre e la prima seduta a sinistra in seconda fila. Nella seconda foto, quella della medicazione, è la prima a sinistra. La terza è una foto di gruppo di mio padre con tutti i colleghi di ufficio, lui è il quinto da sinistra vicino a Segrè di carnagione scura, mio padre diceva che era il fratello di Emilio Segrè il fisico che con E. Fermi ed Ettore Majorana scoprirono l'energia atomica. |
Parlava
correttamente l’arabo, il francese il greco. Una donna energica che nei
momenti più difficili (prigionia di mio padre a Geneifa, del figlio Mario in
India, della forzata permanenza dei
miei fratelli in Italia) mandò avanti la famiglia con le sue forze, dimostrando
un eroismo encomiabile. Le piaceva vivere da sola nella sua casetta a Napoli, e
noi fratelli a turno la domenica la portavamo a casa nostra ma arrivata la sera
dovevamo riaccompagnarla a casa.
Molte volte si recò sia a Londra che al Cairo dalle mie due sorelle Anna e
Gianna.
Di
lei desidero ricordare due episodi legati alla prigionia di
mio padre:
Nel
1940 mio fratello Mario fu fatto prigioniero di guerra a Sidi Barrani,
fu portato in Egitto e il suo
campo di concentramento era situato a pochi centinaia di metri da quello di mio
padre internato civile. Mia madre voleva informare
il marito della prigionia di Mario
e così scrisse
su un barattolo di marmellata "Mario
sta u frisco accanto a te" mio
padre lesse casualmente il messaggio dopo diversi giorni ma mio fratello nel
frattempo era stato trasferito in India a
Bombay dove rimase fino al 1947.
Un
altro episodio è quello di una fellah che si presentò a casa nostra dicendo
che Mario era prigioniero e che aveva bisogno di tutto:
si offrì di portare
qualsiasi cosa volevamo inviare.
Mia madre, che seppe così della prigionia di Mario, mandò un valigione di roba
e soldi a mio fratello: l’arabo
prese tutto e si guardo bene dal consegnare
qualcosa da buon ”Harami” fece invece piazza
pulita…….
Mio
fratello Mario dopo anni da questo episodio, ricordò
di un arabo che si offrì di
portare in famiglia la notizia
della sua cattura: il buon harami fece un tredici al totocalcio con
quello che si prese dalla valigia e dai soldi.
Mia
madre adorava l’Egitto dove era nata e,
nel 1950 solo per fare contento mio padre che voleva tornare a Napoli,
venne con tutti noi in Italia.
Il
1 gennaio del 1983 all’età di 86 anni morì improvvisamente. Non era mai
stata ammalata, la sua medicina era
un aspro che si prendeva ogni sera, beveva un sacco di caffè la sua bevanda
preferita era la Coca Cola, tutti i nipoti, ed
erano tanti, l’avevano
soprannominata NONNA COCA
COLA.