Giacomo Rizzo

    Dal libro Esuli Italiani in Egitto: " ... Agnetta dimorò più specialmente a Parigi. Qui, verso la fine del 1854 (o a principio del 1855) affidò a un suo compatriota, Giacomo Rizzo, che partiva alla volta del Cairo, l'incarico di presentare al Viceré o, comunque, di far giungere nelle sue mani un esemplare dei <Fasti di Napoleone> riccamente legato in velluto e oro, ricevendone adeguato compenso o regalo (l'opera era valutata 1500 franchi). Ma passati due o tre anni e non avendo nulla ricevuto, l'Agnetta denunziava il Rizzo al Console delle Due Sicilie al Cairo. Citato in giudizio, il Rizzo dichiarava di aver ricevuto effettivamente l'incarico di far giungere l'opera nelle mani di Said Pascià, ma senza l'accennata condizione di ritirarne il prezzo. Il 31 ottobre 1857, l'Agnetta con altra comparsa affermava il contrario e aggiungeva che, comunque fosse, non si doveva lasciar l'opera al primo venuto, senza farsene nemmeno rilasciare una regolare ricevuta. Dai documenti esaminati non si ricava quale fu l'esito della vertenza."  

    Ciò risulta dai documenti del Consolato delle Due Sicilie al Cairo pag. 24 fasc. 21. Anno 1857.

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