Michele Romeo
Lo
ricorda la figlia Italia Romeo in Palayan
Penso
che sia giusto e doveroso ricordare un importante periodo della nostra storia
di immigrazione in quel paese dove tanti italiani hanno partecipato allo
sviluppo ed al progresso dell’Egitto. Un lavoro fatto con intelligente
creatività e che dappertutto rifletteva lo stile ed il professionismo italiano.
L’Egitto
era l’Europa e l’Europa era in Egitto.
Io
sono nata al Cairo da genitori nati in Italia e l’Egitto è stato per noi
qualcosa che non si può dimenticare. In una Comunità internazionale così vasta
c’era un’atmosfera di grande cordialità, di convivenza pacifica e questo
dovrebbe essere un esempio in un mondo che oggi fatica a tollerarsi.
Desidero pubblicare una testimonianza su mio padre, Michele Romeo, che ha vissuto per sessant’anni in Egitto.
Nato
a Siracusa il 28 marzo 1901, seguì la famiglia al Cairo in Egitto quando aveva
solo 6 anni.
Studiò
alla scuola italiana di Bulacco e poi si qualificò nel settore della meccanica.
A
22 anni rispose al richiamo dell’Italia per il servizio di leva e fu trasferito
in Libia.
Ritornò
al Cairo e si sposò con Maria Picardi, nata in Italia. Ebbero tre figlie:
Italia, Bianca (deceduta) e Silvana. Trovò lavoro alla Società “Cairo Electirc
Railways and Heliopolis Oasis Company” ditta fondata dall’imprenditore belga
Baron Edouard Empain, contribuendo alla costruzione e allo sviluppo di Héliopolis
chiamata “Cité du Soleil”. Oggi Héliopolis è salita alla ribalta della scena
mondiale con grandi manifestazioni in Egitto per celebrare il suo centenario.
Nel 1940, Michele Romeo fu internato come tutti gli italiani a El Fayed al campo n.3 e rimase laggiù fino al 1945.
Dopo
le ostilità della seconda guerra mondiale, fu assunto dalla Società “Bonifica
Italiana” con sede a Roma, che aveva stipulato con il governo egiziano dei
lavori in Alto Egitto per la costruzione di case e villaggi. Ma l’avvento del
nazionalismo cambiò tutto, la Bonifica Italiana chiuse le sue
operazioni e, papà si trovò costretto a rimpatriare in Italia a malincuore e
con molta riluttanza.
Dopo
60 anni in Egitto trovò difficile l’impatto con l’Italia e spesso diceva: “Era
meglio se fossimo rimasti in Egitto!”
Nella
sua voce c’era rimpianto e nostalgia.
Si spense a Roma il 7 settembre 1979 all’età di 78 anni.