La Monarchia che ricordiamo

Alessandria

    Nel 1930 vi fu l’entusiasmante visita del Principe Umberto di Savoia, io insieme con Gina Primavera ed Elettra Baccini fummo le tre portabandiera del Liceo Musicale Giuseppe Verdi. Che emozione! Anche perché eravamo tutte innamorate del bel Principe. (racconta Tina Flavetta Giudice)

Africa Orientale

    Africa Orientale, marzo 1936, Sua Altezza Reale Maria Josée, Principessa di Piemonte, in visita fra i volontari della Legione Estero Parini nella quale militavano la maggior parte dei giovani italiani d’Egitto. Era il 1936 e Lei, crocerossina, salutava i soldati. E’ stata una Principessa, e per breve tempo una Regina, molto amata dagli italiani per le sue doti naturali: bella, dotata di “charme” e grazia, indipendente nel pensiero e nelle azioni, amante delle arti, d’animo democratico e realmente interessata alle condizioni di vita del popolo.

La Casa di Riposo Vittorio Emanuele III

     E’ lì a Soter come la ricordavo, decorosa e signorile nell’aspetto. Si leggono i nomi dei benefattori e tra questi alcuni che conosco: Giannotti, Cartareggia, Misitano (viaggio in Alessandria, settembre 2000 - Giovanni Giudice) http://www.sib-d-egitto.8m.com.

Una fiaba ... a Santa Caterina

    Ad Alessandria d'Egitto tutti noi ricordiamo quel viale d'accesso alla chissà di S. Caterina ai lati del quale vi erano dei giardini/vivaio.  

    Non ricordo con precisione ma doveva essere il 1948 o 49 e con tre amici stavamo giocando alle biglie e chini vicino ad uno dei due marciapiedi che costeggiavano i giardini facevamo correre quelle piccole palline dì vetro quando, all'altezza del gradino del marciapiede compaiono un paio di stivali bei lucidi. 

    Alzando piano lo sguardo, vedo un signore con indosso una divisa da autista e relativo copricapo. Quel signore aveva lo sguardo severo e le mani con i pugni chiusi sui fianchi. Senza un sorriso ci chiede “siete Italiani?” “Si”, rispondo io. Ebbene, ci dice, “c'è qui una signora che desidera conoscervi”. Al che, appare, uscendo dall'ingresso del giardino/vivaio, una bella signora alta, con un abito lungo ed un cappello a falde larghe. ”Sì. sono Italiani”, le sussurra l'autista. “Ragazzi volete seguirmi, per favore”, dice lei. Continua dicendo: “vorrei fare un regalo ad ognuno di voi”. 

    Noi, allibiti, ci chiedevamo chi fosse e nessuno di noi osò chiederlo ma, come automi, la seguimmo e lei ci portò in un gran negozio di giocattoli non lontano (non ricordo il nome del negozio ma, sicuramente molti io rammenteranno). 

    Entrammo, e lei disse: “potete scegliere due regali a testa, a vostro piacimento”. Senza discutere tra noi, ci disperdemmo rapidamente nei meandri di quel gran negozio ed ognuno di noi scelse i propri oggetti! Ricordo di aver scelto una tromba ed un fucile a pallini. Le commesse, esterrefatte, si chiedevano e ci chiedevano chi mai fosse quella bella signora che sguinzagliava quattro ragazzi alla scelta di regali. Ovviamente nessuno dì noi lo sapeva attratti soltanto dai doni imprevisti. Al momento, ci fu quasi panico tra le commesse perché correvamo come matti alla ricerca di cosa scegliere. Tutto filò liscio ed alla fine, la signora si recò alla cassa per pagare, non senza averci chiesto se eravamo soddisfatti delle nostre scelte. Naturalmente eravamo felici. 

    Uscimmo dal negozio e fu allora che l'autista sempre con piglio severo ci disse: ed ora ragazzi, potete ringraziare la Regina d'Italia.

    Era la Regina Elena, che amante dei fiori, si era recata quel pomeriggio in quel vivaio dopo essere stata a pregare sulla tomba di suo marito il Re. Ringraziammo felici.

    Il suddetto racconto ha un finale tragicomico. Essendo in ritardo al mio rientro a casa, non vi dico come mi accolse mia madre a causa sia del ritardo, sia della sua preoccupazione nel vedermi con dei pacchi in mano, sapendo che non mi sarei mai recato da solo a fare acquisti ed anche, ovviamente, perché non avevo soldi in tasca.

     Quando le raccontai il fatto, in cambio ricevetti due ceffoni per la storia che, secondo lei, mi ero inventato a scusa del ritardo Piansi e giuro che faticai non poco a convincerla che era un fatto Realmente (sic) accaduto. 

    Ricordo con tanta tenerezza questa storia e non potendolo fare di persona, lo scorso anno approfittai dell'occasione di un'amica che si recava a Montpellier, dov'è sepolta la Regina, e le chiesi di recitare una preghiera a mio nome e mettere un fiore sulla tomba. (racconta Sergio Pinto)

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