Non c'è stato un solo fottutissimo risultato
di merda favorevole: TRACOLLANO INTER E
CESENA, crollano Brescia e Chievo, vince la
Lazio che si porta al primo posto.
Anche lontano dall'Olimpico, l'aquila della
Lazio vola in alto e va a piazzarsi in testa al
campionato dopo cinque giornate. Gli uomini di
Reja battono a domicilio il Chievo grazie ad una
stoccata in diagonale di Zarate e raggiungono
quota dieci in classifica, affiancando l'Inter
sconfitta ieri sera dalla Roma. Vittoria ospite
legittimata dal palo dell'argentino nel primo
tempo e dalle tante occasioni sciupate. Ancora
sugli scudi il brasiliano Hernanes, faro del
gioco biancoceleste. I clivensi, fermi a nove
punti, falliscono la storica occasione di
lanciarsi da soli in vetta e sono in ansia per
Pellissier, uscito all'inizio della ripresa: il
bomber zoppicava vistosamente. INTER IN ALTO
MARE, BRUTTISSIMA SCONFITTA CONTRO UNA DERELITTA
ROMA.
Le urla di Chivu
ma Benitez comanda?
La protesta del
difensore contro la panchina per lamentarsi
della scarsa copertura di Eto'o dimostra che
il tecnico spagnolo non ha ancora il completo
controllo della squadra
ROMA -
"Se quello non torna a coprire e a darmi una
mano, io me ne vado dal campo". Chissà in
quanti l'hanno (l'abbiamo) detto, giocando
una partita di calcio tra amici o tra
amatori. Chissà quanti l'hanno (l'abbiamo)
pensato, e poi non l'hanno fatto, magari per
rispetto del compagno di squadra. Invece in
Roma-Inter è accaduto che un calciatore
professonista l'abbia pensato e detto a
squarciagola, per giunta in favore di
telecamere, al proprio allenatore. Un
campione d'Europa, mica uno che passa per
caso. La sbrasata di Cristian Chivu nei
confronti di Rafa Benitez, perché Eto'o non
tornava a coprire la fascia sinistra e
lasciava il suo terzino solo contro due
avversari, è clamorosa e induce almeno a un
paio di considerazioni; la prima è che
l'Inter di Benitez non ha ancora compiuto
per intero il suo percorso in tema di
equilibrio tattico; la seconda è che Benitez
ancora non ha preso del tutto in mano gli
umori dello spogliatoio, non li domina, non
è il capo indiscusso del gruppo, perché
altrimenti Chivu non si sarebbe mai permesso
di apostrofarlo così. Diciamolo, sì, perché
l'hanno pensato in tanti: con Mourinho in
panchina, una cosa del genere non sarebbe
mai accaduta.
Il discorso tattico ha comunque la sua
importanza. Quest'anno Benitez ha lasciato
immutato il modulo di partenza dell'Inter
del "triplete", il 4-2-3-1, ma ha lasciato
Eto'o più libero di svariare in attacco
senza affidargli gli stessi compiti di
copertura che gli
chiedeva Mourinho. Come
spesso accade nelle prime settimane del
lavoro di un allenatore, il nuovo assetto è
una coperta corta: Eto'o spinge di più e
infatti segna di più, ma al tempo stesso
alle sue spalle lascia spazi di cui gli
avversari, se accorti, sanno approfittare,
come è accaduto contro la Roma. Da qui il
problema dell'Olimpico e la sceneggiata di
Chivu, che comunque quando gioca a Roma non
è tranquillissimo perché è bersagliato da
fischi assordanti ogni volta che tocca
palla. Il bello è che, dal punto di vista di
Benitez, Eto'o contro la Roma ha invece
attaccato poco, soprattutto nel primo tempo.
Non era insomma un problema di scarsa
copertura del camerunense, ma il fatto che
lui non attaccasse abbastanza Cassetti, e
non attaccandolo a sufficienza ne provocava
le ripartenze. Pare che nell'intervallo
Benitez, Eto'o e Chivu si siano parlati e
chiariti, e nella ripresa le cose sono
andate meglio. Eppure questa storia di Eto'o
sacrificato sulla sinistra, proprio mentre
Diego Milito sta vivendo il peggior avvio di
stagione della sua carriera, rischia di
diventare un problema enorme per l'Inter.
Che vive un altro paradosso piuttosto
grottesco: proprio nell'anno in cui si
decide di giocare di più all'attacco, il
centravanti che ha dominato la scorsa
stagione (30 gol totali) e che in estate ha
chiesto e ottenuto un cospicuo aumento
d'ingaggio, rimane quasi sempre a secco. Ma
se Milito non si sveglia, saranno guai. In
attesa che anche Sneijder torni a battere
qualche colpo: anche lui non è lo Sneijder
di un anno fa e si vede, e si sente.
Champions,
all'Inter 174
milioni in 7 anni dall'Uefa
BOLOGNA,
13 settembre
- In sette anni, da
quando esiste l'attuale format della
Champions League, l'Inter ha ricevuto
dall'Uefa 174 milioni di contributi,
collocandosi al quarto posto nella
classifica degli incassi. Lo rileva
un'analisi di StageUp-sport & leisure
business. La società nerazzurra è dietro
alle tre inglesi che hanno totalizzato un
'eurobottino' maggiore: il Manchester
United (216 milioni), il Chelsea (215) e
l'Arsenal (189). Dietro, divise da qualche
spicciolo, ci sono Lione e Barcellona a
quota 169.
C'E' ANCHE IL MILAN NELLA TOP TEN -
Nella top ten c'è anche il Milan che in
sette anni (ma, a differenza dell'Inter,
con sei partecipazioni) ha ricevuto circa
154 milioni. La Roma è al dodicesimo posto
(96,7 milioni in quattro edizioni) e la
Juventus è al tredicesimo (92,7 in cinque
stagioni).
CLUB INGLESI, GRANDI INCASSI - I
quattro club inglesi partecipanti alle
ultime sette edizioni della Champions
League (Manchester United, Chelsea,
Arsenal e Liverpool) hanno raccolto in
media 195,3 milioni. Mentre i sette club
italiani (Inter, Milan, Roma, Juventus,
Fiorentina, Lazio e Udinese) hanno
ricavato 84,6 milioni a testa. Da
sottolineare il ricavo medio per club
relativamente basso per la Spagna (53,5
milioni), capace però di far partecipare
al torneo continentale ben dieci club
differenti nelle ultime sette edizioni.