Piazza
Affari, la peggiore, cede il 2,67%, il
differenziale tra i titoli del tesoro
italiani e quelli di Berlino. Le
previsioni di Bruxelles: non esclusi
altri interventi
L'allarme
Ue sul deficit italiano
Piazza
Affari in forte ribasso, con l'indice
Ftse/Mib che ha perso il 2.67%.
L'andamento e' pressoche' simile a
quello degli altri indici europei, ma la
flessione sulla borsa di Milano e' piu'
marcata, mentre monta la paura per un
contagio della crisi del debito.
Le borse europe hanno chiuso ai minimi
di 7 settimane e ad essere
particolarmente colpite sono state le
banche. Il piano di salvataggio
dell'Irlanda da 85 miliardi di euro
($110 miliardi) non convince (non viene
considerato un vero piano di aiuti
definitivo ma soltanto un cuscinetto
temporaneo) e potrebbe arrivare a
costare sino a 100 miliardi di euro. Si
teme il contagio a Portogallo, Spagna,
Italia, mentre la coda si allunga al
Belgio. L'FTSEurofirst 300 ha
perso l'1.4% a 1071.91 punti, ai minimi
dal 12 settembre. BNP Paribas, BBVA,
Deutsche Bank e Societe Generale hanno
lasciato sul campo il 3-4.7%.
L'Inghilterra ha perso il 2.52%, Turchia
e Ungheria il 3%. Pesa l'andamento delle
banche, con ribassi superiori al 3%. Gli
operatori valutano l'esito dell'asta
odierna del
Tesoro.
Il premio di rendimento pagato dai Btp
italiani decennali rispetto al bund
tedesco e' volato a nuovi massimi almeno
dall'introduzione dell'euro, toccando i
200 punti base. Lo scrive la Reuters
citando dati della piattaforma Tradeweb.
Record anche per i premi di rendimento
spagnoli, che viaggiano a 270 punti
base. L'euro ha sfondato al ribasso i
minimi di molte settimane, sotto quota
1.31. I CDS Italia, cioe' i Credit
Defaulkt Swaps, sono di gran lunga i
peggiori in assoluto per livello di
prezzo nel gruppo dei paesi G8 (vedere
grafico in home page, prezzi in Insider
per gli abbonati). Euro venduto a piene
mani, sotto quota 1.31.
LA DIRETTA
Sdegno nelle cancellerie occidentali per
la pubblicazione dei file riservati
delle
ambasciate Usa.
Il giudizio sul capo del governo
italiano: "Incapace". Riferimenti
a "party
selvaggi".
Il Cavaliere: "Solo l'opinione di un
funzionario". Oggi è a Tripoli dal
colonnello. Letta: "Sconcerto e
sconforto". Il Pd al presidente del
Consiglio: "C'è poco da ridere".
Prosegue la pubblicazione. Emerge piano
per bloccare vendita di navi italiane
all'Iran. La Clinton ordinò di spiare
diplomatici, le Nazioni Unite:
"Rispettare accordi internazionali"
. I documenti che
Wikileaks sta pubblicando
comprendono 251.287 dispacci
diplomatici, spediti al Dipartimento di
Stato di Washington da ambasciate e
consolati degli Stati Uniti di tutto il
mondo, nonché 8.000 direttive spedite
dal Dipartimento di Stato alle
rappresentanze diplomatiche americane. I
rapporti diplomatici USA vengono spediti
tramite SIPRNet (secure
Secret Internet Protocol Router Network
), che è il network del governo usato
per la trasmissione di documenti
classificati come “confidential” o
“secret”. I dispacci “top secret” non
sono tra quelli ai quali Wikileaks ha
potuto accedere, perche seguono
procedure diverse. Circa la metà dei
dispacci diplomatici non sono segreti,
dell’altra metà il 40,5 per cento sono
classificati “confidential” e solo il 6
per cento, corrispondente a 15.652
rapporti, sono classificati “secret”. Di
questi ultimi, 4330 sono etichettati
come “NOFORN” (Not Releasable to
Foreign Nationals), cioè non
consultabili da soggetti di nazionalità
non USA. Quasi due milioni e
mezzo sono gli individui che
hanno accesso ai dati circolanti su
SIPRNet, in buona parte riferibili al
personale che fa capo a dipartimenti e
agenzie governative. Le statistiche
hanno dimostrato che i più assidui sono
i frequentatori provenienti dal
Dipartimento della Difesa. Le procedure
di accesso e le password vengono
modificate una volta ogni 150 giorni
circa. I documenti classificati “top
secret”, seppure segreti al massimo
grado, restano tuttavia visibili a più o
meno 850.000 americani. Nessuna
meraviglia quindi per la fuga
di notizie: con o senza Wikileaks, prima
o poi doveva succedere.
In queste ore il
governo italiano teme la
fuga di notizie presenti in
rapporti segreti
dell'amministrazione americana che
saranno divulgate da
Wikileaks. Gli Stati Uniti,
che devono per forza conoscere i
contenuti, hanno avvertito l'Italia dei
danni che deriveranno all'immagine
internazionale del nostro Paese. Le
rivelazioni devono essere molto
gravi per sputtanare l'Italia
più di adesso. Attendiamo fiduciosi che
dagli archivi si sappia che Fini
è un uomo degli americani e De Benedetti
pure, che Berlusconi ha stretto accordi
anche personali con Putin e
Gheddafi, che il
Nigergate, con la bufala
delle armi di distruzioni di massa in
Iraq, fu un parto dei governi italiano e
americano, che il coraggio della
D'Addario, sola contro l'uomo più
potente d'Italia, le venga da un
protettore più potente di un semplice
magnaccia, che il sostegno ai gasdotti
russo
South Stream e libico
Greenstream costerà il posto
a Berlusconi, che gli americani sanno in
tempo reale, tramite i loro servizi,
quello che avviene in Consiglio
dei ministri, che la guerra in
Iraq servì solo agli interessi
petroliferi americani e dell'ENI, che la
Seconda Repubblica è ormai finita e le
potenze internazionali, con gli Stati
Uniti in prima fila, stanno muovendo le
loro pedine sullo scacchiere della
penisola come fecero nel 1992, che le
mafie saranno ripagate per l'eventuale
lavoro sporco, che la massoneria sta
scegliendo i sempreverdi uomini nuovi.
Insomma, le solite cose di pessimo gusto
che vanno in onda in questo disgraziato
Paese da quando ha perso la
sovranità nazionale con la
sconfitta nella Seconda Guerra Mondiale.
Qualcosa però è cambiato dal 1945. La
verità si può diffondere contro la
volontà dei governi. Chi è in
possesso dei documenti riservati
relativi all'attentato a Falcone all'Addaura,
alla strage di Capaci, alla strage di
via D'Amelio, alla strage di piazza
Fontana, alla strage dei Georgofili,
alla strage di Bologna, all'assassino di
Aldo Moro, di Enrico Mattei, alla strage
di Ustica, all'esplosione della nave
Moby Prince, all'omicidio del generale
Dalla Chiesa, di Pier Paolo Pasolini,
alla strage di piazza della Loggia, alla
strage dell'Italicus e alle altre mille
stragi e omicidi di Stato del dopoguerra
(o forse è meglio dire di Stati perché è
impossibile che parte dello Stato
italiano (quello chiamato deviato...)
abbia potuto fare tutto da solo con
l'aiuto esterno del terrorismo e delle
mafie), ecco chi ha questi documenti
li invii a
Wikileaks, l'organizzazione
internazionale che pubblica in Rete
documenti coperti da segreto. Non è
necessario aspettare D'Alema (hai
voglia), presidente del Copasir, o
l'apertura post mortem della gobba di
Andreotti, "la scatola nera",
per sapere la verità sulla
scia di sangue che ha tenuto
in piedi la nostra Repubblica, una
guerra civile non dichiarata con
migliaia di morti, quasi tutti da una
parte sola, quella dei perdenti e della
giustizia. Wikileaks ha
i propri server in Belgio e Svezia (due
Paesi che proteggono l'anonimità degli
informatori e con leggi che impediscono
la chiusura del sito) e verifica
l'attendibilità dei documenti prima di
metterli in Rete. Contatterò
Julian Assange di Wikileaks
per avvertirlo di questo post.