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LA CINA CAPITAL-COMUNISTA

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    Il capitalismo è nato sottomettendo il Capitale allo Stato e morirà dopo aver sottomesso completamente lo Stato al Capitale. La Cina è ancora nella prima fase ma si è già abbondantemente finanziarizzata. Ostenta ancora la sua potenza industriale di fronte al mondo, ma la sua sovrapproduzione di merci non può che essere sovrapproduzione di capitali. I quali in parte sono stati trasformati in dollari, tra bond americani e riserve valutarie, in parte sono penetrati in Africa e Sudamerica con progetti di sviluppo e accordi commerciali sulla base dello Yuan e delle valute locali. Adesso si affacciano in Europa investendosi in titoli sinistrati e perciò ad alto rendimento (Spagna, Grecia, Irlanda) e in infrastrutture, soprattutto portuali (Grecia, Portogallo, forse Italia). Essendo per adesso impossibile una generale guerra rivitalizzante, gli Stati Uniti abbozzano un inconsistente protezionismo. Ma è come spararsi sui piedi. Einstein disse "Non so con quali armi si combatterà la Terza guerra mondiale, ma la Quarta sì: con bastoni e pietre". I politologi ipotizzano da anni che il prossimo conflitto mondiale, se ci sarà (molti ne sono certi), vedrà il confronto tra Cina e USA, le due superpotenze di questo secolo. La prima in ascesa, la seconda in declino. Una guerra per le risorse, non ideologica. Un confronto già in atto per l'energia, dove la Cina ha raggiunto il primato mondiale dei consumi e da due anni è il primo importatore di petrolio dall'Arabia Saudita, superando gli Stati Uniti.
    Il renminbi, o yuan, (la valuta cinese) e il dollaro sono destinati a una inevitabile guerra monetaria a livello mondiale. Il valore dello yuan è per ora mantenuto basso in modo artificiale dal governo cinese per aumentare le esportazioni. Una manovra contestata dall'Occidente e che ha portato il deficit commerciale statunitense verso la Cina a 250 miliardi di dollari nel 2010. In futuro si passerà probabilmente dai petroldollari ai petrolyuan. La Cina è la prima nazione detentrice di titoli pubblici americani con 895,6 miliardi di dollari. Se li vendesse l'economia a stelle e strisce crollerebbe, per ora non le conviene per via delle esportazioni, ma il futuro è incerto per la richiesta di un nuovo protezionismo da parte delle aziende americane. Lo shopping cinese del debito pubblico, e quindi delle sovranità nazionali, avviene anche in Europa. La Cina detiene 630 miliardi di euro di titoli UE e continua ad acquistare come è avvenuto la scorsa settimana in Portogallo. A Bruxelles la Cina è la vera banca europea.
    Il presidente cinese
    Hu Jintao è stato definito da Forbes l'uomo più potente del mondo. La diminuzione delle risorse agricole e l'aumento della popolazione ha creato un nuovo colonialismo: quello agricolo. Si conquistano immensi terreni in Sudamerica e in Africa con la valuta al posto delle armi. In prima fila c'è sempre la Cina. Le basi americane circondano la Cina nel Pacifico con una doppia linea dal Giappone alle Filippine, da Guam a Okinawa. La Cina importa l'80% del petrolio attraverso lo stretto di Malacca. Il predominio navale nel Pacifico è fondamentale per la sua esistenza, ma sui mari comandano gli Stati Uniti. Gli investimenti cinesi nelle armi hanno avuto una forte accelerazione negli ultimi anni. La Cina è ancora lontana dal gigantesco apparato militare USA che conta, ad esempio, 11 portaerei verso nessuna cinese, 900 aerei da combattimento vs 290 e 56 cacciatorpedinieri vs 28. Il tempo è dalla parte della Cina se non viene interrotta prima la sua espansione militare e economica.

    Eredi dell'Inghilterra imperialista e navale, gli Stati Uniti fondano la loro potenza sul controllo degli Oceani. I vascelli inglesi furono fondamentali per numero e qualità tecniche, mentre oggi la portaerei rimane l'arma regina della politiguerra americana. Ma è una mastodontica e costosa città militare galleggiante, sempre più vulnerabile. Tra le armi in grado di sconvolgere lo statu quo c'è un nuovo missile cinese, il Dong Feng 21D. Esso pare in grado di superare i sistemi di difesa aeronavali. Ha una gittata di 1500 Km, quindi può essere lanciato da terra senza che occorra portarlo vicino al bersaglio con aerei o navi. E siccome le armi sono merci come le altre, anche il neo-missile avrà il suo mercato internazionale. E' la prima volta che gli americani, scorazzando con le loro portaerei davanti alle coste altrui, sono messi nella condizione di non essere più troppo sicuri. Altresì non sono solo i cinesi a preoccupare per il futuro la leadership statunitense: il riscaldamento globale infatti sta sghiacciando l'Artico. Sembrerebbe una tragedia, ma non tutto il male viene per nuocere. Infatti per la legge di Archimede non salirà il livello del mare e al massimo ci sarà un po' meno concentrazione salina. Orsi e foche traslocheranno, ma su quei fondali ci sono grandi risorse che diverrano accessibili. Si libereranno nuove rotte commerciali (le navi cinesi risparmieranno 6.000 Km da Shanghai ad Amburgo) e saranno messi in discussione gli attuali equilibri riguardo al controllo dei mari. Stati Uniti, Canada e Russia stanno già gareggiando in velocità per una nuova diplomazia marittima. I toni non sono proprio tranquilli. La Russia si sta dimostrando la principale protagonista: ha piantato bandierine sui fondali, ha regolato i confini artici con la Norvegia, insomma, non perde occasione per marcare il territorio. Il riscaldamento è globale davvero, il consumo globale invece è surriscaldato:

    nel 2010, dal 1° gennaio al 21 agosto, abbiamo consumato tutte le risorse che la biosfera rinnova in un anno. Da agosto in poi stiamo attaccando insensatamente le riserve del futuro. L'anno scorso il Giorno del Sorpasso fu il 23 settembre. Nel 2007 il 26 ottobre. Vent'anni prima, nel 1987, il 19 dicembre. Come si vede, l'andamento è esponenziale, appena mitigato dagli ultimi tre anni di crisi. Se ci fosse l'agognata ripresa la curva s'impennerebbe ancor più. La voracità capitalistica di plusvalore, cioè sfruttamento di forza lavoro, pone un limite politico all'esistenza del Capitale, la voracità di risorse aggiunge un limite fisico. Il mondo non basta più ed incominciano a capirlo gli USA del "palmare" Obama. La Cina è ingombrante, per ora, e rischia di essere molto ingombrante. Così Obama è volato in India. Il paese è solo 14° nella graduatoria degli scambi commerciali con gli USA, ma ha 1,2 miliardi di abitanti e una robusta crescita economica. Duecento amministratori delegati delle maggiori imprese americane e un esercito di portaborse hanno seguito il presidente: l'apparato diplomatico e industrial-commerciale più vasto della storia. Durante un incontro all'università di Mumbai uno studente ha però messo in dubbio gli intenti di reciprocità americani chiedendo perché mai Washington blocchi l'espansione dei servizi telematici in outsourcing di cui l'India è il primo fornitore mondiale. Comprare senza vendere, esportando solo debito, per Washigton incomincia ad essere un problema.

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