PEV
 

 

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I P.E.V. rappresentano un'attività elettrica che compare nell'E.E.G. alle variazioni di uno stimolo visivo, e per cui altro non sono che un aspetto particolare di quest'esame.

Gli occhi del soggetto ricevono in maniera ripetitiva stimoli luminosi e le risposte evocate vengono registrate, da elettrodi posti sul cuoio capelluto, a livello dell'area occipitale. Gli elettrodi sono collegati mediante preamplificatori ad un calcolatore che elabora la media dei segnali elettrici.

La stimolazione può essere eseguita usando lampi luminosi di luce diffusa (PEV da flash) o presentando uno stimolo luminoso puntiforme, anulare o a striscia, o, ancora, un'immagine a scacchiera luminosa bianca e nera (PEV da pattern).

Gli stimoli sono presentati ripetitivamente a caso o ad intervalli regolari molto ravvicinati. Nei neonati e nei bambini molto piccoli viene di solito usato lo stimolo flash, che permette di raccogliere risultati attendibili, anche se generici, anche in mancanza di fissazione. Il P.E.V. flash può essere, infatti, effettuato anche con il paziente ad occhi chiusi o in addirittura in narcosi (aumentando l’intensità dello stimolo luminoso).

Ciascun occhio viene esaminato separatamente, quindi l'esame viene ripetuto in visione binoculare.

La principale applicazione clinica dei P.E.V. è  costituita dall'identificazione delle malattie del nervo ottico e dalla localizzazione delle alterazioni delle vie ottiche, in pazienti che non collaborano, inoltre il loro utilizzo è indispensabile per seguire lo sviluppo delle vie ottiche nei prematuri e nei pazienti cerebropatici (ritardo mentale, idrocefalia).

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Tali pagine sono state create, solo a scopo didattico, per fornire notizie sulla fisiopatologia dell'occhio del bambino.

Esse non possono e non debbono essere utilizzate per formulare una diagnosi. Questa può essere ottenuta solo consultando un medico specialista.

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