Entro il 25 gennaio le iscrizioni scolastiche: non viene potenziato l'inglese, ma la Moratti fa un altro regalo alle scuole private


Dopo lunga attesa, arriva la circolare sulle iscrizioni a scuola. Un passaggio che interessa 2 milioni e 300 mila famiglie italiane.
Niente inglese potenziato, almeno per il 2006/2007, nella scuola media riformata (ora secondaria di primo grado). Dopo la protesta dei 13 mila insegnanti di seconda Lingua straniera (soprattutto Francese, ma anche Spagnolo e Tedesco) e le contestazioni degli esperti dello stasso monistero dell'Istruzione, la Moratti ha dovuto fare un passo indietro. C'è invece l' anticipo alla scuola elementare per coloro che compiranno sei anni entro il 30 aprile 2006 (e non più entro il 31 marzo) e un altro piccolo 'regalo' alle scuole private: dopo il regalo contenuto in Finanziaria (bonus triplicato per il 2006) e quello della cosiddetta “circolare Criscuoli” (sui contratti dei prof) per le private ne arriva un altro. I piccoli provenienti dalle scuole non statali possono andare in seconda elementare a cinque anni. Sì, a 5 anni e pochi mesi, non è un errore. A cambiare le regole una nota ministeriale dello scorso mese di gennaio confermata dalla circolare sulle iscrizioni di qualche giorno fa.
Il provvedimento consente ai bambini provenienti dalle private che compiranno sei anni entro il 31 marzo 2007 (data che probabilmente slitterà al 30 aprile) di sostenere, a giugno 2006, gli esami di idoneità ed essere ammessi in seconda, a poco più di 5 anni, già a partire dal prossimo mese di settembre.
Ecco le principali novità della circolare datata 23 dicembre. Fallito invece l’anticipo alla materna, ancora in fase ‘sperimentale’, autorizzato solo per i piccoli che compiranno 3 anni entro il 28 febbraio 2006 ma subordinato a una serie di condizioni che nei fatti sono state attivate in pochissime realtà della Penisola.
Per tutti la data ultima per iscrivere i figli a scuola sarà il prossimo 25 gennaio.



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Gli immigrati preferiscono le città di provincia lombarde, ma a Cremona si registra tra loro il minor numero di laureati




Indiani al lavoro in una stalla (foto Pinzi)

Meglio la provincia o la città? Un dilemma che si ripropone non solo per giovani coppie o famiglie italiane che devono decidere dove andare a stabilirsi, ma anche per gli immigrati stranieri che arrivano nel nostro Paese in cerca di futuro. “Uno dei fattori che influenzano la scelta di una provincia più periferica rispetto all'area metropolitana sono le reti etniche già presenti sul territorio - dice Alessio Menonna, ricercatore di statistica presso l'università di Milano-Bicocca, che collabora con la fondazione Ismu per studiare i flussi migratori nelle province lombarde.
Probabilmente il fenomeno più rilevante che notiamo è che il flusso verso la città di Milano città è quasi sempre diretto, mentre in province più periferiche come Lodi e Sondrio l'arrivo è indiretto. Le persone, in genere, arrivano dopo aver trascorso 3-4 anni in realtà più grandi, come Milano: un periodo che per le donne si riduce ad 1-2 anni”.
Case a buon mercato e lavoro in abbondanza: queste le caratteristiche che spingono gli stranieri a prediligere le province minori della Lombardia, territori che 'attirano' gruppi etnici diversi gli uni dagli altri.
“Nelle province di Cremona e Mantova è più presente il gruppo indiano, fortemente richiesto per il lavoro agricolo -dice Menonna- mentre Milano resta la meta preferita da gruppi di egiziani e marocchini. Curioso il caso dei boliviani: 2/3 tra i residenti presenti in regione abitano nel bergamasco. Il 'canale venne attivato dalla Caritas e dalle chiese locali della zona per effettuare un lavoro di assistenza alle famiglie con l'aiuto di donne boliviane, diventate le 'teste di ponte' per l'arrivo di altri connazionali. Ogni provincia ha quindi peculiarità 'etniche' distinte rispetto alle altre: si può dire che ci sono diverse cittadinanze per diverse province”.
Anche il titolo di studio risulta essere una discriminante: “A Milano e hinterland il numero dei laureati risulta in genere maggiore rispetto ad altre province -dice Menonna-, anche se il primato regionale spetta alla provincia di Lodi, con il 14,5% di laureati tra gli stranieri residenti nel 2004 (nel 2003 erano il 18,3%). Fanalino di coda sono le province di Sondrio, Como e Cremona”.
Per quanto riguarda il livello di integrazione conseguito, Milano risulta essere la realtà maggiormente polarizzata: “accanto a gruppi di immigrati perfettamente integrati, con tanto di case di proprietà, abbiamo altri gruppi che versano in situazioni difficili: in città, per esempio, si registra il tasso di disoccupazione più alto di tutta la provincia e ci sono situazioni abitative precarie -spiega Menonna-. Nei contesti più piccoli la situazione è più omogenea: va tenuto presente che chi sceglie di andare a vivere direttamente in una realtà più piccola lo fa perché ha già una rete sociale pronta ad accoglierlo o una situazione abitativa migliore e, in genere, ha già superato un primo 'step' nella scala dell'integrazione. Parlando di integrazione -conclude Menonna- ritengo che nel futuro che la situazione milanese possa essere considerata relativamente più a rischio, perché presenta molte differenze e, rispetto alle province, potrebbe risultare meno controllabile”.

Bandi per oltre 5 milioni per progetti di villaggi di accoglienza riservati agli emarginati: Cremona ha usufruito del primo stanziamento

MILANO – Senza dimora, immigrati con lavori precari, donne in difficoltà, nomadi. Il nuovo bando per progetti di villaggi di accoglienza, approvato il 22 dicembre dalla Giunta della Regione Lombardia, è aperto ad ogni tipo di iniziativa a sostegno di nuove e vecchie povertà: "Spetta ai Comuni  valutare quali aree di marginalità interessano il loro territorio e i progetti delle Onlus che se ne occupano - spiega Gianpiero Borghini, assessore alle Politiche per la casa e l'Edilizia residenziale pubblica -. Noi ci impegnamo, previa selezione, a cofinanziarli". 
Il tetto massimo di spesa stanziato dalla Regione per la realizzazione dei villaggi è di 5.086.078,57 euro. Come spiega Borghini, "con il secondo bando, chiuso un mese fa, per progetti di edilizia per l'inclusione sociale abbiamo potuto sostenere solo due delle otto iniziative finanziabili pervenute". Hanno visto la luce i progetti di Brescia, a sotegno dei nomadi, e Cremona, dove sono state costruite villette prefabbricate per i rom di etnia Sinti. In attesa, fra gli altri, quello di Alzano Lombardo rivolto ai tossicodipendenti. "Per rispondere a questo e ad altri disagi sociali abbiamo stanziato altre risorse", spiega Borghini.
 



E' terzultima in Lombardia Cremona per numero di strutture agrituristiche

Viviana Beccalossi, vicepresidente e assessore all’Agricoltura della Regione Lombardia, ha comunicato lo stanziamento di oltre 9 milioni di euro destinato a 168 aziende che hanno presentato domanda per accedere alle risorse finanziarie previste dal Piano di Sviluppo Rurale regionale ed invita i lombardi a visitare uno degli oltre mille agriturismi presenti in Lombardia.
In Lombardia la provincia di Brescia risulta essere quella con maggior numero di strutture agrituristiche (308) seguita da Mantova (253), Pavia (131), Como (108), Bergamo (95), Varese (88), Sondrio (88), Milano (86), Cremona (76), Lecco (57) e Lodi (27).
«Da tempo - sottolinea Viviana Beccalossi - vacanza è spesso sinonimo di agriturismo; anche in Lombardia si assiste a un’importante crescita di queste realtà rurali. L’incremento di strutture sul territorio lombardo, che oggi conta oltre 1.300 aziende contro le 300 del 1995, pari a oltre il 10% del totale nazionale, è un chiaro segnale che evidenzia l’elevato grado del nostro impegno».
«E tutto ciò - aggiunge l’assessore al Turismo, Pier Gianni Prosperini - senza dimenticare i mille chilometri di strade lombarde del vino e dei sapori, che quest’anno hanno già fatto registrare circa 500.000 presenze tra turisti italiani e stranieri. Un dato di tutto rispetto, che rende perfettamente l’idea di come ormai non si possa più ragionare per comparti stagni, ma ci si debba orientare verso forme di promozione territoriale estese a trecentosessanta gradi».


I nostri auguri con
"I 12 mesi di Giorgia": il miracolo della vita:



Una mamma racconta con le immagini il primo anno di vita della sua bambina

cliccando qui vedrete scorrere le fotografie una dopo l'altra. Un'emozione intensa per il rinnovarsi del miracolo di una vita che apre gli occhi al mondo: è il nostro
Buon Natale e
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