Una pagina riservata alle comunicazioni dei lettori

I piccoli martiri del 20 ottobre 1944




Gino Boccasile:
www.thule-italia.com/Boccasile/
omaggioaboccasile.html

Caro direttore,

nell'anno 1944, il 20 ottobre uno dei peggiori e cinici massacri nei confronti della popolazione civile di Milano. Mai in una città si pianse così tanto !
In tale data appunto - erano le 11,24 - una formazione di circa 96 quadrimotori angloamericani si portò sulla città per colpire gli insediamenti industriali dove si temeva celassero produzioni belliche (BREDA, FALCK, PIRELLI, ALFA ROMEO e altri). Delle tre squadre che componevano il gruppo d'attacco la prima venne messa fuori gioco per un inconveniente tecnico, la seconda fu la sola che riuscì a colpire la BREDA mentre la terza, non si sa per quale motivo si trovò fuori rotta di 22 gradi; il comandante resosi conto troppo tardi aveva solo due possibilità: o proseguire in quella direzione liberandosi del carico in aperta campagna, oppure sganciare immediatamente sulla città il carico di morte, anche se sotto di lui non c'erano obiettivi militari ma solo abitazioni civili. Decise per la seconda soluzione, che era già cinica come scelta, e il destino volle che un grappolo di bombe centrò in pieno una scuola elementare dove si stavano svolgendo le normali lezioni, e che già al primo allarme le avevano appena interrotte per recarsi ai rifugi.Nel quartiere di Gorla quel giorno si contarono circa 703 vittime, tra questi quasi 200 bambini dai 6 agli 11 anni, dalla prima alla quinta elementare, unitamente ai loro maestri, e alcune mamme che, dopo il primo allarme, apprensive erano accorse con in braccio altri bambini, per condurli nei rifugi. Su questa triste pagina della nostra storia è stato creato un sito che vi prego di visitare: http://www.piccolimartiri.it

Un caro saluto.

harmwulf2003@libero.it

Pubblicità e....Famiglia Cristiana

Caro direttore,
con il consueto tempismo, la chiesa apre alle novità, pubblicando - su Famiglia Cristiana - un annuncio pubblicitario con foto di bella cristiana, ritratta dove la schiena cambia nome (pertanto l'annuncio non è pubbliciario, ma pubicitario).
Grande scandalo e vasta eco eco eco eco eco eco eco eco oo oo .... sulla stampa, con conseguente altolà (bassolà, dato l'argomento) della pubicazione con tanto di motivazione: "Siamo contro la mercificazione dell'immagine della donna".
E con la mercificazione dell'immagine(tte) di Padre Pio, della Madonna e $anti vari, come £a mettiamo?
 

  www.bartoliclick.com  
 bartoli.evirgola@libero.it


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Dossier


Quando la foto è storia, umanità, nostalgia: uno straordinario libro di Ezio Quiresi
C'è qualcuno che ricorda Pirlin?

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Dodici regole per fare la rivoluzione

Caro direttoore,

ebbene si, il richiamo della valle ha avuto effetto anche su di me. Così il 16 novembre ho preso ferie e sono andato in Val di Susa per vedere con i miei occhi cosa sta succedendo. Ed è stata una bella, bellissima passeggiata da Bussoleno a Susa. In un silenzio anomalo per la valle (8 km di strada senza auto), un dolce solino che sorrideva alle decine di migliaia di partecipanti (da bimbi in passeggino ai vecchi della valle c'erano tutte e tutti) e il trenino locale che passando in mezzo ai prati salutava con il suo "fiuuh fiuuh" "fiuuh fiuuh", si ri-scopriva che la valle è ancora bella e viva. Arrivati a Bussoleno, con il treno da Torino pieno di persone, i e le rappresentanti dei comitati ambientalisti della lombardia srotolavano il loro striscione con l'immagine dal satellite che mostra il nord Italia come una delle aree più inquinate del mondo. Segno evidente di uno sviluppo senza futuro che a un effimero e finto benessere materiale contrappone un ambiente malato che fa star male e morire. Moltissimi gli applausi allo striscione e i ringraziamenti per essere presenti nella quasi ora e mezza in cui il corteo è sfilato davanti a noi. Ho distribuito centinaia di biglietti delle "Ferrovie della decrescita", un biglietto di viaggio di corsa semplice e responsabile che parte da qui, adesso e ha come destinazione la sobrietà. E' strapiaciuto e ha dato modo di scambiare opinioni su decrescita, sobrietà, stili di vita, ecc.; argomenti non ignoti ai più. E questo mi sembra un buon segno. Per spiazzare le grandi opere è necessario far decollare un'economia della decrescita che viaggia a braccetto con stili di vita sobri e gioiosi. E questo messaggio incomincia a far sognare. Non il sogno Americano ed Europeo che Jeremy Rifkin, in conferenza a Cremona nello stesso giorno, raccontava al pubblico presente in sala; un sogno che in 50 anni ha consumato / contaminato oltre il 50% delle risorse (acqua, terra, aria, materie prime) del pianeta, ma un sogno di vita, in simbiosi con l'ambiente e di solidarietà tra le persone, che permetta a noi e ai nostri figli/e e ai figli/e che verranno di vivere con gioia l'esperienza terrena.

Cosa potrebbe accadere se le migliaia di Valsusine/i che stanno bloccando l'inizio dei lavori della TAV dessero il "LA" a noi tutti per una rivoluzione pacifica verso un nuovo stile di vita, verso una decrescita gioiosa? Pensiamo a 12 piccole azioni concrete e fattibili da subito da tutte e tutti noi:
1. chiudere il televisore in cantina e non rinnovare più il canone (la vita è sempre meglio viverla di persona che da spettatori);
2. non comprare più giornali finanziati dalle grandi lobby economiche (e da noi stessi quando compriamo i prodotti che pubblicizzano sulle loro pagine);
3. bere l'acqua del sindaco (è buona, costa quasi nulla, non va a petrolio, non finanzia le multinazionali, non richiede tempo e fatica, ci regala qualche centinaio di euro all'anno a famiglia);
4. formare tanti Gruppi d'Acquisto Solidale e comprare secondo principi di solidarietà: prodotti locali, prodotti biologici, prodotti che non sfruttano chi li produce, prodotti con un prezzo trasparente, prodotti con poco o senza imballo, prodotti controllati anche dalla rete di relazioni locali;
5. attivare tante Banche del Tempo (il tempo come unità di misura dello scambio; il denaro può non essere più così indispensabile);
6. ridurre il numero di auto ed il loro utilizzo con iniziative di Car-sharing (proprietà collettiva delle auto con utilizzo in base alla necessità) e l'iniziativa Jungo (una rivoluzionaria forma di trasporto che funziona grazie alla fiducia nell'altro e la convenienza reciproca);
7. limitare l'uso del cellulare alle vere emergenze (non siamo forse vissuti bene fino a qualche anno fa senza questo microonde cerebrale?)
8. utilizzare la bicicletta per gli spostamenti inferiori a 5-10 km e i piedi per quelli inferiori a 1-2 km (fa bene al fisico e all'umore, riduce il rumore, riduce i consumi di petrolio e l'inquinamento, fa lievitare il portafoglio / riduce la necessità di lavorare per riempirlo);
9. investire i propri risparmi in una banca che non finanzi la produzione di armi ne la costruzione di inutili grandi opere (portare via i soldi alle banche che finanziano armi e grandi opere può avere più effetto di tanti scioperi e manifestazioni di protesta);
10. incrementare l'autoproduzione (perché da soddisfazione, perché è più buona, perché ci rende meno dipendenti dal lavoro salariato, perché inquina meno, perché ci mette in relazione);
11. utilizzare come linee guida della proprie azioni i principi delle 5 R: ridurre, riutilizzare, riparare, riciclare, responsabilità (da quando siamo diventati così irresponsabili delle conseguenze delle nostre azioni? Ad esempio pensiamo al compostaggio domestico);
12. riappropriarci dei tempi della nostra vita secondo il motto: più lento, più profondo, più soave (difficile a farsi dopo decenni in cui ci è stato detto il contrario, ma siamo più contenti oggi di allora? Possiamo essere orgogliosi del nostro stile di vita se pensiamo che il nostro sprecare è causa dello sfruttamento delll'80% dell'umanità e della dilapidazione delle risorse del pianeta a danno delle generazioni future? Non è forse ora di smettere di correre verso il baratro?)

Guido Vaudetto
Via Anna Frank, 25
26100 Cremona

Corada, salva il campo cross al Po e i suoi 50 anni di storia



Caro direttore,

per puro caso ho visitato il sito de “Il Vascello” e devo dire che è veramente bello e parla di argomenti, come l’urbanistica della citta’ in modo serio e responsabile. Avete giustamente bachettato. Trovo i vostri servizi appropriati soprattutto per le Cascine e per quella specie di LEGO che è il progetto dell’ex casa Petracco di Viale Trento Trieste (per me il progettista e’ stato traumatizzato da piccolo, appunto con il LEGO) Voglio chiedervi se potete prendere in considerazione, inoltre, la situazione del nostro campo cross che si trova purtroppo nel parco al Po e ha lo sfratto dal Comune. Evidentemente Corada non sa che è frequentato da piloti mondiali quale Ewertz, campione mondiale 2005, e sopratutto sforna piloti come il nostro Giovanni Sala che si sta preparando alla Parigi- Dakar; per non dire di altri campioni europei che, sfruttando il campo, visitano la Citta’ e diventano importanti testimoni della sua bellezza.
Il campo cross ha circa 50 anni ed è famoso per il terreno, una via di mezzo tra sabbia e terra, ottimo per allenamento.
Forse mi sto troppo allungando. Comunque il Comune ha il dovere di rispettare una storia sportiva così significativa e, se proprio non può decidere diversamente, dovrebbe almeno destinare un posto idoneo perchè i cinquantennali sacrifici che hanno contribuito al buon nome di Cremona non vadano dispersi.              

Gaetano Graziani
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Ci pare davvero impossibile che il Comune non possa essere consapevole della splendida realtà rappresentata da questo campo cross e dai suoi illustri 50 anni di storia. Non si può depauperare Cremona di un simile patrimonio. Siamo certi che il Comune se ne occuperà. O si dovrà gridare all’ennesima occasione gettata al vento.



Il PRG di Cremona contro legge per le aziende a rischio d'incidente rilevante


Caro Direttore,
Ambiente Territorio Società ha tenuto una conferenza stampa sul problema PRG di Cremona e industrie a rischio di incidente rilevante, perchè oltre al problema dibattuto in Consiglio Comunale sul problema “Porta Mosa” non va sottovalutato il fatto che il PRG del Comune di Cremona oggi in vigore, non recepisce quanto previsto dalla legge 137 del 1997 e dal successivo Decreto Legislativo n. 339 del 1999, a proposito delle industrie a rischio incidente rilevante.
Ne va che le industrie interessate hanno redatto le schede richieste e che si prevedono distanze di sicurezza tra queste e le abitazioni o le industrie circostanti, schede che sono reperibili anche nel sito internet del Comune di Cremona attraverso un giro complicato (aperto il sito si deve ckiccare sullo stemmino in rosa “Il Comune”, poi cliccare su “Servizio Programmazione LLPP, Ecologia, Verde, Protezione Civile”, poi cliccare su “Cremona Sostenibile” e finalmente si vedono comparire i nomi di Abibes, Liquigas e Tamoil con le relative schede...!).
Nonostante questo, il PRG di Cremona non trasferisce le indicazioni delle ditte, in particolare quelle delle distanze di sicurezza (1° fascia di 500 metri e 2° fascia di 1.000 per Liquigas e Tamoil, 650 metri per la 1° fascia e 1.000 per la 2° fascia di sicurezza per Abibes) nel PRG a partire dalle Tavole di Azzonamento (vedi ad esempio le tav. 2/6, 2/7, 2/12). Qui le industrie a rischio di incidente rilevante non sono segnalate.
Ne consegue pertanto:
a) che a 400 metri dal più vicino serbatoio Tamoil (che stocca 903.000 metricubi di prodotti petroliferi vari) è stata impiantata la Katoen Natie, a 2-300 metri dal serbatoio Tamoil più vicino è stata realizzata l’Università Cattolica Facoltà di Agraria con annesso Istituto Tecnico Agrario Statale;
b) che a 50 metri da Abibes ci sia una viabilità comprensiva di ponte sul canale navigabile utilizzabile - secondo il progetto della Società Centro Padane - assieme all’altro nuovo ponte (a 200 metri da Abibes localizzata nella frazione di Cavatigozzi) per la viabilità della progettata bretella autostradale Castelvetro PIacentino - Cavatigozzi, che attorno ad Abibes (che stocca 20.000 metricubi di GPL) siano sorte industrie e abitazioni addirittura entro la 1° fascia di sicurezza;
c) che entro la 1° fascia della Liquigas (nella frazione di Cavatigozzi) il Comune di Cremona ha realizzato non più tardi di due anni fa una palestra Comunale, ha permesso di costruire un bar e nuove abitazioni, prevedendo nel PRG vigente la possibilità di realizzare altre abitazioni sempre entro la fascia dei 500 metri da Liquigas. 
Diventano così assurdamente a rischio interi quartieri di Cremona: zona Po, Incrociatello, Via Milano (Sperlari e Officine Piacenza comprese), con Cavatigozzi coinvolta per tre quarti dalle distanze di sicurezza di Abibes e Liquigas che addirittura si sovrappongono (!) e che comprendono anche strutture storiche come la Badia Benedettina del XIII secolo utilizzata come centro civico, asilo comunale, scuola elementare e chiesa parrocchiale.
Nelle aree intorno a questi tre siti delle industrie a rischio di incidente rilevante (Abibes, Liquigas e Tamoil) si trovano inoltre depositi di carburante come Bortolotti, industrie come la SOL che lavora ossigeno liquido, sostanza che a contatto con il calore diventa esplodente, B5 International che lavora liquidi pericolosi. Intorno a quest’ultimo gruppo di industrie sono sorte abitazioni e altre attività commericali e produttive.  
Noi abbiamo chiesto la delocalizzazione delle industrie a rischio di incidente rilevante, il Comune di Cremona nemmeno le cita nel suo PRG permettendo lo scempio delle nuove costruzioni e mettendo a rischio la vita di chi lavora e abita in queste zone.

Ezio Corradi


Il sacco di Cremona: ma che ci stanno a fare in questa Giunta Comunisti Italiani e Rifondazione?

Caro Direttore,
non posso che concordare con te e con Michele de Crecchio nella battaglia contro questa sorta di nuovo sacco di Cremona che ricorda in maniera inquietante quello degli anni sessanta. Certo, mi sentirei più tranquillo, nella mia coscienza di uomo di sinistra, se le forze politiche che sento in qualche modo più vicine - Comunisti Italiani e Rifondazione - uscissero da questa Giunta che, credo, sarà ricordata dai nostri figli e nipoti per gli sfregi urbanistici perpetrati con la più irresponsabile disinvoltura ai danni della nostra città.
Marco Tanzi




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Sab, 31 dic 2005