Ex Snum, salviamo le mura con verde e parcheggi, no ai condominii, Cremona non sbagli ancora...



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SNUMA

Perché costruire un condominio sull'area ex-Snum a Porta Mosa? Meglio un parcheggio alberato che valorizzi i resti delle mura urbane e salvaguardi la prospettiva sul Torrazzo!

Caro Direttore,

La lettera del Comune

Caro Direttore,
la lettera dell’Arch. Michele de Crecchio sull’alienazione dell’ex area SNUM situata tra via Cadore e via Giordano, pubblicata nei giorni scorsi, necessita alcuni chiarimenti.
Il comparto è stato inserito nel Programma delle alienazioni già dal 1999 per venire incontro ad una iniziativa di carattere imprenditoriale promossa dall’ALER, poi rimasta senza esito. Poiché all’epoca il comparto era azzonato F (verde, impianti ed attrezzature di interesse generale, dove sono ammesse anche iniziative private ma di interesse pubblico: previa stipulazione di convenzione che garantisca l’interesse pubblico dell’iniziativa) dal Piano regolatore Generale, la realizzazione dell’iniziativa ALER poteva aver seguito solo attraverso l'adozione di uno strumento urbanistico attuativo la cui approvazione avrebbe costituito variante al PRG, superando così le previsioni del Piano di Inquadramento Operativo (PIO, approvato con delibera consiliare del 14 giugno 1994), e del Piano Particolareggiato (approvato, sempre dal Consiglio Comunale, il 14 febbraio 1995), che già prevedevano «interventi residenziali di nuova costruzione di iniziativa pubblica». È evidente dunque che l'area era destinata già dal 1994 all'edilizia residenziale, seppur pubblica.
Il comparto è stato poi inserito nel Programma delle alienazioni per il 2001 per venire incontro a un’iniziativa filantropica che proponeva la realizzazione di un convitto per anziani. A quel tempo sull’area insisteva il medesimo azzonamento F dato dal PRG vigente, ma anche l'azzonamento B1a del PRG appena adottato e in regime di salvaguardia. Pertanto, per le destinazioni urbanistiche previste, sull’area potevano essere realizzati edifici ma con riconoscimento del pubblico interesse dell’iniziativa a seguito di un esplicito pronunciamento del Consiglio Comunale.

(segue)

mi ha molto stupito la notizia che anche la nuova amministrazione comunale avrebbe espresso l'intenzione di alienare (al miglior offerente...) la cosiddetta area ex-Snum e cioè il grande isolato urbano, attualmente tutto di proprietà pubblica, compreso tra le vie Ratti, Cadore, Mosa e del Giordano, che è posto nei pressi dell'antica Porta Mosa, l'unica delle antiche porte urbane di Cremona che si sia conservata sino ai nostri giorni.
Si tratta degli immobili già da tempo dismessi dalle attrezzature per la nettezza urbana, per lo più costituiti da edifici costruiti, con criteri strettamente funzionali, circa sessant'anni or sono, su quella che era la “piattaforma” di Porta Mosa, una delle tante sporgenze o “baluardi' che lungo la cinta muraria cittadina, furono, nel seicento, realizzate per poter colpire sul fianco gli eventuali assalitori.
Una gentile amica mi ha telefonato, qualche settimana or sono, chiedendomi di spiegarle come avesse potuto Cremona distruggere, pressoché per intero, la cinta delle mura urbane che tante altre città italiane (Lucca in testa) ancora mostrano con tanto orgoglio.
Non mi è stato facile chiarirle il perchè della distruzione delle mura urbane cremonesi. Mi sono dovuto rifare sia al retorico desiderio risorgimentale di “spezzare le catene” che dal medioevo legavano la città, sia alla carenza di aree fabbricabili (la città di Cremona rifiutava allora di fondersi con il più popolare comune di Due Miglia che ne circondava ad anello il territorio), sia alla tentazione speculativa di sfruttare le potenzialità economiche di un colossale patrimonio di terreni comunali dai quali ricavare facilmente denaro fresco per arricchire le finanze cittadine.
La gentile amica ha continuato a non capire, dicendosi stupita che per motivazioni così grossolane si fosse privata la città della sua cornice storica, perdendo anche l’occasione irripetibile di circondare il centro antico di verde e di servizi, utilizzando a tale fine i terreni demaniali che le esigenze militari avevano a suo tempo lasciato inedificati sia tra la città e le mura che immediatamente al di fuori di queste ultime.
A questo punto non ho potuto che ricordare alla mia interlocutrice di avere a suo tempo assistito, da studentello di liceo, alle inutili, quanto lungimiranti, battaglie combattute da Italia Nostra per evitare l’alienazione anche di altre aree perimetrali alla città antica che pure sarebbe potuto risultare strategiche per una corretta gestione del suo centro storico.

(Segue, clicca sulla freccia a destra in alto)








"Il Vascello" Documenti -- -- Un intervento di Michele De Crecchio





La pagina è stata aggiornata alle ore 13:08:31 di Gio, 14 apr 2005