Provenienza:
allegato alla VHS "Napoli... serenata calibro 9"; collana I
CAPOLAVORI DEL MELODRAMMA NAPOLETANO edizioni NOCTURNO.
Radicata da lungo tempo nella tradizione culturale partenopea, la
classica sceneggiata napoletana sposa la tradizione popolare ad una forte
dose di melodramma; l'accentuata componente sentimentale delle vicende
narrate e delle canzoni (che ne sono parte integrante) si unisce a un
pesante fatalismo e a una quasi onnipresente coloritura "noir":
la malavita organizzata è una presenza costante in queste storie,
talvolta sullo sfondo, ma spesso vera e propria "co-protagonista".
A cavallo tra gli anni '70 e '80 la sceneggiata trova anche una sua collocazione
cinematografica, soprattutto grazie alla figura di colui che già
da anni è il re incontrastato dei genere: Mario Merola.
Di umili origini e abituato a sbarcare il lunario con i lavori più
disparati (è aiuto cuoco prima, scaricatore di porto in sequito),il
corpulento interprete giunge al teatro quasi per caso, dopo aver inciso
una canzone dai toni violenti, Malu Figlio. Il brano entra a far parte
di una sceneggiata che lo vede protagonista; il grande successo ottenuto
convince Merola a optare definitivamente per lo spettacolo e grazie a
lui la sceneggiata inizia a imporsi fuori dai confini di Napoli, affermandosi
anche all'estero, persino nel Nordamerica.
Al momento di trasporla su pellicola, perciò, appare logica la
scelta dell'attore cantante come protagonista. Il primo film di Merola
risale al 1973: Sgarro alla camorra di Ettore Maria Fizzaroffi. Tuttavia
è a cavallo dei due decenni che Merola raggiunge la massima popolarità
e ottiene i suoi migliori ruoli, in una serie di pellicole dirette per
la maggior parte da Alfonso Brescia.
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