Oltre a essere stato un grande successo, Testa da sbarco per
otto implacabili, che hai girato nel 1968, ha segnato 1'incontro tra
te e Peter Lee Lawrence, di certo il più fedele dei tuoi partner
sul grande schermo...
Non è del tutto esatto: io, Peter già lo avevo incontrato
qualche anno prima, per una pubblicità. Lui diceva sempre che
voleva diventare come Alain Delon; però era molto pulito, non
si montava la testa; studiava, ce la metteva tutta, perchè questo
lavoro gli piaceva moltissimo. Tutta un'altra pasta rispetto a Guy Madison,
ora stiamo, parlando del film di Brescia e mi viene in mente che 1ì
c'era anche lui: quello c'aveva una puzza sotto il naso, parlava solo
inglese... non è che mi era tanto simpatico.
Per molto tempo è corsa voce che Peter Lee Lawrence fosse
morto suicida; le cose, invece, non stanno così...
No, Peter è morto di un tumore al cervello... L'ultimo film
che abbiamo fatto insieme era Raffica, in Tunisia. Era diventato strano,
non era più lui, aveva degli attacchi incredibili... con me poi,
che ci adoravamo, proprio. Abbiamo fatto una scena dove eravamo naufraghi,
nel mare: ricordo che siamo arrivati all'aeroporto di Tunisi ed era
una giornata calda di novembre, quindi hanno deciso di girare subito,
senza andare in albergo: dovendo buttarmi così , di colpo, nel
mare, io ho chiesto che mi dessero qualcosa da bere. Quindi ho bevuto,
ho iniziato la scena - non uscivo dall'acqua, ma ogni tanto bevevo questo
wisky tunisino... non so cosa fosse - e a un certo momento, mentre io
e Peter urlavamo, fingendo di essere naufraghi... sono arrivati i delfini,
per salvarci! Hanno, cominciato a girarci intorno... Poi, quando sono
uscita, finita la scena... ho fatto due o tre passi e ho perso conoscenza.
Capirai, con tutto I'alcool che avevo bevuto... Mi sono svegliata il
giorno dopo, in un posto che non conoscevo, tutto bianco e 1ì
per Iì non capivo più niente...