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Giacomo Casanova (Venezia 1725 - Boemia 1798)

Casanova condusse una vita dissipata, studiò all'università di Padova, ricevette gli Ordini minori, viaggiò freneticamente in Italia e all'estero, fu imprigionato nei Piombi da cui evase in modo spettacolare, fu un avventuriero e un grande imbroglione, ebbe un duello alla pistola che lo rese celebre in tutta Europa, fu cacciato da Parigi con una lettre de cachet del re Luigi XV, si incontrò con Cagliostro, con Voltaire, con Caterina di Russia e con Federico II, si dedicò alla produzione letteraria, visse miseramente dopo aver sperperato enormi somme, e venne soccorso dal conte di Waldstein, che gli offrì un rifugio nel castello di Dux, in Boemia, dove rimase fino alla morte. Fu un libertino, un baro, una spia, un ateo, uno spietato, non conosceva bene il greco, il latino, il francese; ma fu sincero, audace, un personaggio tragico, eroe di un'epoca dominata dalle oligarchie nobiliari. "Degna o indegna," scrisse nella prefazione alle sue Memorie "la mia vita è la mia materia, e la mia materia è la mia vita". Delle donne si prese tutto lo spasso che poté, e nel racconto Il fiore, lui, predatore gaudente, parla della verginità di una fanciulla come se fosse una pietanza cui solo l'amplesso può dare sapore.
"Coltivare il piacere dei sensi" scrisse sempre Casanova "fu per tutta la mia vita la mia principale occupazione, e non ne ebbi mai altra più importante".
È considerato tra i maggiori scrittori del '700, un anticipatore della narrativa moderna.

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