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Gustave Flaubert (1821-1880)

Pubblicato a puntate nella "Revue de Paris" dell'amico Du Camp a partire dall'ottobre 1856, e poi integralmente in volume nel 1857, Madame Bovary ottenne un immediato successo di pubblico, dovuto anche al processo per immoralità, da cui il libro andò assolto. La critica non fu molto favorevole, e Sainte-Beuve lo giudicò troppo crudo, gli rimproverò una eccessiva ricercatezza stilistica e il distacco di fronte ai fatti narrati. Charles Baudelaire, invece, vide nella scelta di una trama così comune e nichilistica (il desiderio di evasione dalla propria realtà di una donna inquieta, vanesia, simbolo di una insanabile frustrazione sociale e sentimentale) un'importante novità letteraria. Dopo la morte di Balzac, scrive, l'interesse per il romanzo è scomparso, ma Flaubert lo ha fatto rivivere. "Il risultato è meraviglioso; perché, nonostante tutto il suo estro inventivo, Flaubert non ha potuto trattenersi dall'iniettare il suo sangue maschile nelle vene delle sua creatura, e madame Bovary, nei tratti più forti e più originali del suo carattere, e anche nei più riflessivi, rimane un uomo". " Vi ringrazio, mio caro amico" rispose Flaubert. "La vostra recensione mi ha trasmesso la più intensa emozione possibile. Siete entrato nel segreto del romanzo, come se il mio cervello fosse il vostro. Lo avete inteso e percepito nelle sue viscere più profonde." Disse ancora Flaubert: "Non ho alcun desiderio di scrivere un altro romanzo come questo. La società volgare mi disgusta, e proprio perché mi disgusta ho voluto narrare la società di Bovary, così squallidamente miserabile e rivoltante. Questo romanzo mi è servito a tenermi in forma: ora posso dedicarmi a ben altri argomenti!"  Madame Bovary rimane però il libro più famoso di Flaubert, un'opera capitale, uno di quei libri che aprono la strada alla scuola naturalistica di Zola, e hanno una grande influenza su tutta la letteratura narrativa seguente.

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