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Arthur Schnitzler (1862-1931)

Schnitzler trova ogni giorno nuovi estimatori, e forse è lo scrittore più rappresentativo e completo della cultura mitteleuropea fin de siècle, con l'ironia che sconfina con il dolore e la sarcastica sfiducia nella durevolezza dei sentimenti. Le dieci scene del Reigen, che fece scandalo e fu rappresentato integralmente solo circa venti anni dopo la composizione, si concludono tutte allo stesso modo perché il girotondo è in sé chiuso, e mettono in risalto le sue eccezionali doti di stilista e la sua visione nichilistica dell'esistenza. L'immagine della maschera, che gli uomini sono costretti a portare, compare già nel suo primo dramma, Anatol, e ritorna in tutte le sue opere.
Le manifestazioni dell'amore sono trattate in maniera particolarmente ardita nei dieci dialoghi Reigen, che nel 1900 fu stampato dall'autore in 200 esemplari destinati agli amici. Ogni scena consiste in un dialogo tra un uomo e una donna, dialogo che si svolge prima e dopo l'atto sessuale. Scrisse Mittner: "Ogni situazione possibile fra un uomo ed una donna è sempre la stessa situazione, perché è situazione inevitabilmente falsa, sicché la vita medesima si presenta come un girotondo erotico folle e assurdo..." La storia, che ha come sfondo Vienna e i suoi immediati dintorni, è composta dagli amori di dieci personaggi relativi a diverse classi sociali, quelle del mondo asburgico prima della grande guerra e le norme che ne regolavano la convivenza, ma sono tutti avvinti in una veloce catena di vicende a due, in ciascuna delle quali una delle due persone dell'episodio precedente si ritrova con un nuovo partner, finché l'ultima scena del conte con la prostituta pone fine al beffardo balletto, una danza dell'amore piena di tensioni disgregatrici e presagi di morte.

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