IL REALISMO  SECONDO  EINSTEIN


L'idea che gli oggetti esistano indipendentemente dagli uomini è un'affermazione apparentemente ovvia  ...
Dimostrare la validità di un determinato concetto (l'idea dell'esistenza di una realtà esterna a prescindere dall'uomo ad esempio) significa ricondurlo ad altri concetti la cui validità sia data per scontata.
Dunque ognuno è logicamente libero di postulare o meno la realtà esterna.  Se si segue quello che viene chiamato "buon senso" è chiaro che vi sono mille motivi per credere che essa esista. Einstein credeva fortemente all'idea di realtà esterna indipendente dall'uomo. Nella sua "Autobiografia Scientifica" (Boringhieri,  Milano, 1981) scrisse :

"questo enorme mondo, che esiste indipendentemente da noi esseri umani, e che ci sta di fronte come un grande eterno enigma, accessibile solo parzialmente alla nostra osservazione e al nostro pensiero."

Un'altra sua affermazione dal tono realistico più esplicito è la seguente :

"Esiste qualcosa come lo stato reale di un sistema fisico, che esiste oggettivamente, indipendentemente da ogni osservazione o misura, e che può in linea di principio essere descritto usando i mezzi di espressione della fisica."

A questo aggiunse  :

"Tutti gli uomini, compresi i teorici quantistici, effettivamente tengono fermamente a questa tesi sulla realtà, finché non discutono i fondamenti della teoria quantistica ...  Io non mi vergogno di mettere il concetto di stato reale di un sistema al centro stesso della mia meditazione." (Einleitende Bemerkungen uber Grundbegriff, in Les Savants et le Monde, Albin Michel, Paris, 1953).

Una volta fatta la scelta del realismo, è la linea di pensiero di Einstein, si tratta però di non lasciarla al livello puramente ideale, ma di farla intervenire concretamente nel ragionamento scientifico.  Si tratta  cioè di rispondere a questa domanda :  una volta postulata l'esistenza di una realtà esterna, in quali occasioni pratiche dobbiamo senz'altro ammettere di essere in sua presenza ?   In altre parole, quali "elementi di realtà" possiamo enunciare dal mare dell'oggettività ?  Quali proprietà di quali sistemi dobbiamo considerare reali ?

Nelle attività quotidiane diciamo che una cosa è reale se possiamo essere ragionevolmente sicuri di osservarla (cioè di vederla, di toccarla) ogni volta che lo desideriamo.  Diciamo ad esempio che la nostra auto è reale perché sappiamo che la troveremo al suo posto ogni volta che ne avremo bisogno.  E nel caso in cui non ci fosse penseremmo subito che qualcuno l'ha sottratta.  Nessuna persona normale in un caso del genere penserebbe che l'automobile è misteriosamente scomparsa nel nulla.  La situazione deve essere simile secondo Einstein in scienza che è un'attività fatta dall'uomo per conoscere le proprietà concrete del mondo di cui fa parte.

Un tipico meccanismo di sviluppo delle conoscenza scientifica può essere illustrato dal seguente esempio :  La massa del mesone p (pione) carico, è oggi nota con grande precisione e vale  139,5673 (0,0007 MeV/c2).  Si può affermare che la massa del pione è 139,5673 perché ogni volta che la si misura da un valore consistente con questa cifra.  E' per questo che si assume che tutti i pioni abbiano questa massa, anche quelli per i quali una misura di massa non è stata effettuata.  E' dunque ragionevolmente assumere che vi sia una realtà indipendentemente dalle misure dietro il valore della massa del pione.
Ma per evitare affermazioni forti come : "la massa del pione ha realmente ed oggettivamente un valore pari a 139,5673 che la si misuri o no",  poiché questa corrisponderebbe ad una posizione di realismo ingenuo, ci si può accontentare di asserire che "c'è  qualcosa di reale corrispondente al valore noto della massa del pione".
Affermare che il pione ha sicuramente una massa di 139,5673  sarebbe come dire che il colore verde dell'erba è reale.  Sappiamo invece che i colori osservati sono almeno in parte apparenze e che la realtà oggettiva è assai più vicina alla lunghezza d'onda della luce che non alla nostra sensazione di colore.  Pertanto è più esatto dire che "c'è qualcosa di reale che corrisponde al colore verde dell'erba", mentre è azzardato, se non del tutto errato, dire che "l'erba è davvero verde".
Ovviamente un discorso analogo vale per tutte le proprietà della materia ...
 

IL  LOCALISMO


Nella fisica classica "si ha LOCALISMO quando due oggetti separati da grande distanza esistono indipendentemente l'uno dall'altro nel senso che l'azione compiuta su uno di essi NON modifica in modo sensibile le proprietà oggettive dell'altro."

Per cui :


Con questi esempi i "fisici classici" non vogliono affermare che non può esserci assolutamente alcuna modifica, neppure piccolissima, di un oggetto generata da un "fatto" capitato a un altro oggetto lontano. Dire questo significherebbe mettersi in contrasto con il fatto che una piccolissima interazione esiste sempre, anche fra due oggetti lontani :  basti pensare alla forza di gravità, che agisce fra due sistemi qualsiasi e che quindi tende a zero col tendere all'infinito di tale distanza, senza però mai essere esattamente zero per ogni distanza finita ...
Tutte le interazioni in "ambito classico" tendono a zero col tendere all'infinito della distanza fra i due oggetti interagenti.  Le interazioni gravitazionali e quelle elettromagnetiche decrescono con l'inverso del quadrato della distanza, mentre le interazioni forti e deboli decrescono ancora più rapidamente, in modo esponenziale ...

Un passo necessario per stabilire una filosofia accettabile per un "fisico classico" è dunque l'ipotesi di località.  Una formulazione molto chiara fu data da Einstein nel libro che raccoglie il rapporto epistolare intercorso tra lui e Born nel periodo dal 1916 al 1955  :
"Se ci si chiede, indipendentemente dalla meccanica quantistica, che cosa sia caratteristico del mondo delle idee della fisica, si è prima di tutto colpiti dal punto seguente :  i concetti della fisica si collegano a un mondo esterno reale, cioè vengono stabilite idee relative a cose come i corpi, i campi, ecc., che esigono una esistenza reale che sia indipendente dal soggetto e dalle sue percezioni ...  E' inoltre caratteristico di questi oggetti fisici che vengono pensati come disposti in un continuo spazio-temporale.  Un aspetto essenziale di questa disposizione delle cose della fisica è che a un certo momento esse possono affermare la loro esistenza indipendente le une dalle altre, purché questi oggetti siano situati in parti diverse dello spazio.  Se non si fa questo tipo di ipotesi circa l'indipendente esistenza degli oggetti che sono lontani l'uno dall'altro nello spazio il pensiero fisico nel senso familiare diventa impossibile ... La seguente idea caratterizza l'indipendenza relativa di oggetti lontani nello spazio (A e B); un'influenza esterna su A non ha influenza diretta su B ... Se questo assioma dovesse essere abolito la formulazione di leggi che possono essere controllate empiricamente nel senso accettato diventerebbe impossibile."

La fiducia di Einstein nell'idea della località era tale che ne faceva discendere (un'immediata) buona dose di scetticismo verso la meccanica quantistica :
"Riconosco naturalmente che nell'interpretazione statistica ... vi è un notevole contenuto di verità. Ma non posso credere seriamente in essa, perché la teoria che ne deriva è incompatibile con il principio che la fisica debba essere la rappresentazione di una realtà nel tempo e nello spazio, senza assurdi effetti a distanza."

Questa idea fu ribadita con forza nella sua Autobiografia Scientifica :
(S1 e S2 corrispondono ai settori A e B dell'esperimento EPR)
"Ma c'è  un punto, a mio parere, che dovremmo tenere assolutamente fermo :  la reale situazione di fatto del sistema S2  è indipendente da ciò che si fa sul sistema S1,  che è spazialmente separato dal primo ...  Si può sfuggire a questa conclusione solo supponendo che la misurazione di S1 cambi -telepaticamente- la situazione reale di S2 , oppure negando che possono esistere situazioni reali indipendenti, relative a cose che siano spazialmente separate l'una dall'altra.  Queste due alternative mi sembrano del tutto inaccettabili."