Il CICAP e l'Omeopatia

 
Scrive Hanemann ne l'Organon dell'arte di guarire (la summa dell'Omeopatia):
 
  1. Nello stato di salute dell'uomo la forza vitale, vivificatrice e misteriosa, domina in modo assoluto e dinamico ( = autocrazia) il corpo materiale ( = organismo) e tiene le sue parti in meravigliosa vita armonica di sensi ed attività, in modo che il nostro intelletto ragionevole si possa servire liberamente di questo strumento sano e vitale per gli scopi superiori della nostra esistenza.
  2. L'organismo materiale, considerato senza forza vitale, è incapace di alcuna sensazione, di alcuna attività e di autoconservazione. Unicamente l'essenza immateriale - principio vitale, forza vitale - conferisce all'organismo materiale, nello stato di salute e di malattia, tutte le sensazioni e determina le sue funzioni vitali.


Se confrontiamo la filosofia di Hanemann con quella di Piero Angela, fondatore del CICAP possiamo ben constatare alcune evidenti differenze:

Tratto dal libro "Ipotesi sulla Realtà" di Fabrizio Coppola, pagina 379
(Per ulteriori informazioni consultate il già citato sito www.ipotesi.net)

I computer ed i robot non pensano e non sono umani

[...]
Il noto divulgatore scientifico Piero Angela, nel suo libro sul cervello "la macchina per pensare" immagina che sia possibile costruire un robot dotato di coscienza e di sentimenti tipicamente umani (anche se nessuno ha l'interesse per farlo). Basterebbe infatti - secondo Angela - costruire un robot che abbia per cervello un computer programmato per imitare non solo l'aspetto "superiore" della mente umana (che secondo Angela si limita al pensiero razionale!) ma anche gli aspetti inferiori, gli istinti. Per esempio il robot sarebbe programmato per ricaricare le sue batterie elettriche quando ne avrebbe bisogno, ed anche per riconoscere le persone che eventualmente glielo impedissero (i "nemici") e per agire - se necessario - contro queste ultime. Con l'inserimento di altri istinti nel programma oltre a questi il robot diverrebbe - sempre secondo Angela - un autentico essere umano.

L'idea di Angela si basa però su varie convinzioni errate (riconducibili tutte all'erronea convinzione di fondo secondo cui l'uomo stesso non è che una macchina). Anzitutto egli interpreta una semplice successione deterministica di processi logici in un computer come un'attività mentale cosciente; a parte che non viene considerata la parte non razionale della mente umana,  il computer non è certo dotato di coscienza (questione che Angela non si pone affatto).  [...] Inoltre egli ritiene che i sentimenti, le emozioni e le qualità tipicamente umane siano conseguenze degli istinti inferiori (!) accettando in un certo senso la concezione freudiana ma contrapponendosi totalmente alla psicologia "umanistica" di Maslow, secondo cui [...] le qualità umane non sono riconducibili agli istinti.  [...]

In realtà Angela non ha costruito un essere umano bensì un pericoloso congegno meccanico non dotato di coscienza, che si aggira tra gli uomini come un'autentica mina vagante. In definitiva, come già detto, il robot di Angela denuncia in pieno la convinzione occidentale secondo cui l'uomo non è altro che un complesso congegno meccanico.

Il contrasto non potrebbe essere più stridente.

Ovviamente è difficile pensare che il CICAP possa avere una posizione equilibrata nei confronti dell'omeopatia.
Leggiamo sempre dal sito di XmX, ma la notizia ha avuto diversi echi su Internet:

il deputato Galletti accusa: "Piero Angela fazioso"
"Una trasmissione faziosa e irrispettosa del principio, irrinunciabile da parte di una tv pubblica, di pluralità dell'informazione". Così il deputato verde Paolo Galletti ha definito la puntata sull'omeopatia di SuperQuark, andata in onda ieri sera [il 12/7/2000, NdR] su RaiUno. Galletti ha inviato una lettera di protesta al CdA della Rai e alla commissione di vigilanza dove scrive: "Piero Angela, forte del suo vecchio scientismo ottocentesco, ha condotto questa puntata di SuperQuark in modo fazioso, intervistando esclusivamente personaggi contro l'omeopatia e negando così quello che è un sacrosanto diritto di ogni cittadino: la libertà di scelta in medicina. Negare in Italia una corretta presentazione dell'omeopatia vuol dire restare indietro rispetto al resto dell'Europa dove, al contrario, l'omeopatia è ben conosciuta". Il deputato verde ha quindi chiesto alla Rai di "provvedere immediatamente ad una riparazione del danno con una puntata, da mandare in onda nella stessa fascia oraria, dove si dia corretta informazione sull'argomento".
dalle Econews dei Verdi del 13/7/2000
Questa faziosità sembra non essere un fatto isolato. Esaminiamo il contenuto del sito Internet del CICAP:nell'articolo "Omeopatia: farmaci senza molecole": (Da La Chimica e l'Industria, (81), 1023, ott. 1999)
E’ bensì vero che preparati omeopatici vengono prescritti da medici, ma è anche vero che questa strana disciplina non si insegna nei corsi universitari. E’ vero che i preparati omeopatici si vendono solo in farmacia, ma non contengono alcuna molecola farmacologicamente attiva. E vengono denominati farmaci ma - unici tra tutti gli altri cui vorrebbero somigliare - non possono essere reclamizzati, e non recano la composizione. Devono invece recare la scritta "medicinale omeopatico, perciò senza azioni terapeuticamente approvate".
Cosa può avere a che fare la legislazione, una normativa, con la validità scientifica di qualsiasi teoria? A mio parere proprio niente. Il fatto che l'omeopatia non sia accettata viene trasformato nel giudizio sulla sua validità con un tipico ragionamento autoconsistente.
Dunque l’omeopatia va contro tutte le basi molecolari della moderna farmacologia: senza una molecola e un recettore nell’organismo, non si dà azione farmacologica. Se l’omeopatia dovesse funzionare, sarebbe grazie a qualche altro principio ancora sconosciuto alla scienza.
Direi che è proprio così. Ma messo in questa forma la frase acquista il senso di un giudizio senza appello. Ancora una volta: questa non è scienza, ma preconcetto. La vera scienza si pone di fronte a questa affermazione in modo sereno e valuta il suo contenuto di verità. Il giudizio deve essere dato a posteriori, non a priori. A mio modo di vedere questo dimostra inequivocabilmente che il cicap è chiuso di mente.
Due pubblicazioni in particolare vengono regolarmente addotte dai credenti nell’omeopatia come la prova che anche la scienza "ufficiale" ha riconosciuto le dottrine di Hahnemann.
[...]
Il secondo lavoro è ancora una meta-analisi pubblicata sul The Lancet. [11] Il principale autore dello studio è il dottor Wayne B. Jonas, omeopate e direttore dell'Office of Alternative Medicine del National Institute of  Health Americano. [12] Anche qui le conclusioni sono che
I risultati della nostra meta-analisi non sono compatibili con l’ipotesi che gli effetti clinici dell’omeopatia siano dovuti completamente all’effetto placebo. Ma vi è insufficiente evidenza da questi studi che ognuno dei singoli trattamenti sia chiaramente efficace in una qualunque condizione clinica.

Se si tiene conto del fatto che questa affermazione è basata sull'esame di tutti gli studi clinici pubblicati, in gran parte organizzati da medici omeopati e dichiaratamente eseguiti per convalidare la teoria omeopatica, non si può sfuggire alla conclusione che nessun rimedio omeopatico finora studiato è utilizzabile come farmaco.

Secondo me la frase in grassetto, che riporta il pensiero e le conclusioni dell'autorevolissima rivista The Lancet, dice che l'omeopatia funziona, esattamente secondo l'affermazione  "Se l’omeopatia dovesse funzionare, sarebbe grazie a qualche altro principio ancora sconosciuto alla scienza"  dello stesso autore, Luigi Garlaschelli - chimico, Univ. di Pavia e membro del CICAP. Ma ancora una volta, alla frase successiva, viene espresso un giudizio negativo motivato con il fatto che questa nuova azione sconosciuta non agisce secondo i canoni della farmacopea attuale. Ma questo è un dato di fatto e non può essere usato come un giudizio.

Ravvedo un'arbitrarietà nel giudizio. Le stesse premesse (l'articolo di Garlaschelli) a me fanno pensare che l'Omeopatia possa funzionare esattamente grazie a qualche principio sconosciuto alla scienza di oggi. L'autore partendo dalle stesse premesse arriva ad una conclusione opposta. Trovo scorretta e non scientifica la posizione dell'autore che vuole negare in nome di quello che conosce qualcosa che ancora va indagato. La scienza è aperta e non deve avere preconcetti, e come dice Roberto Vanzetto del CICAP

2.6 Nella scienza non vale il principio d’autorità
Il principio d’autorità consiste nel far accettare, senza possibilità di critica, il pensiero di una data persona (l’autorità) sulla base del fatto che questa deve essere considerata superiore. Un tipico uso popolare di questo principio è: "Siccome lo ha detto Tizio, che sa tutto, allora deve essere sicuramente vero. Caio, che non è nessuno, non ha alcun diritto di criticare". Il principio d’autorità, in genere, è una convenzione sociale, tuttora diffusa in molte attività umane. Il valore di un’opera d’arte, per esempio, è anche stabilito dal pensiero dei maggiori critici contemporanei, considerati vere e proprie autorità.