"Lo Zampognaro del Molise" |
Zampognaro per passione. Un'arte in via di estinzione che Sergio Paliferro difende a denti stretti. Per non far morire una tradizione che viene riscoperta a Natale. É diventata una passione familiare che ha contagiato dopo il padre le due giovani figlie e la moglie.Essi hanno formato un quartetto e nel tempo libero se ne vanno in giro per l'Italia per fare amare quell'arte in via d'estinzione. |
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Scapoli la Capitale della zampogna>>
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Parchi,monti e tradizioni del Matese >> La zampogna |
Molise,
terra di pastori e di contadini. Terra che vanta tradizioni millenarie e
che, sia pur nel rapido mutamento delle strutture sociali, ha saputo
conservare le sue tradizioni, i suoi valori, le memorie del passato. Tra gli
usi antichissimi dell’Alto Molise primeggia quello della zampogna. In
particolare Scapoli con i suoi numerosi artigiani, costruttori e suonatori
di zampogne, è il centro molisano noto in Italia ed all’estero per il suo
peculiare artigianato e per l’ormai pluridecennale appuntamento del
Festival della Zampogna. L’artigianato
della zampogna è, spesso, considerato un artigianato povero, minore, ma è
in realtà antico e strettamente legato alle usanze e alle tradizioni
popolari di una millenaria cultura contadina e pastorale. Lo
strumento musicale di certo ha accompagnato nel corso dei secoli il
peregrinare degli abitanti dell’Alto Molise. Si ricorda, tutt’oggi, una
leggenda che vuole il sannita Turno, soldato romano, provetto zampognaro ed
eroe, capace di offrire a Giulio Cesare il sistema per mettere in fuga i
Britanni. Infatti, un centinaio di soldati romani fecero spaventare i
cavalli del nemico con il suono stridulo della zampogna, fu così vinta la
battaglia. In realtà, a Scapoli come in tutto il Molise non vi sono
testimonianze storiche precise sull’uso musicale della zampogna e sulla
relativa produzione artigianale. Vero
è che, oggi come mille anni or sono, gli artigiani che realizzano le
zampogne custodiscono gelosamente nelle proprie botteghe gli stessi segreti
di costruzione. Lo strumento è costituito da tre canne sonore, di legno, e
dalla sacca, realizzata con pelle conciata di pecora. Gli elementi in legno
sono costruiti con essenza di olivo, di acero, di sorbo o anche di prugno,
di ciliegio e di albicocco. Il legno migliore resta quello di ebano che però
è da sempre costoso e difficile da reperire. Le cannule prendono il nome di
“bordone”, quella centrale che emette la nota fissa, di “ritta” e di
“manca”, le altre che consentono gli accordi musicali. La sacca di pelle
di pecora conciata consente di immagazzinare l’aria che spinta nella
cannula centrale offre alla zampogna la melodia tipica dello stridente suono
di sottofondo. Zampogna,
dunque, come espressione e testimonianza di una civiltà contadina e
pastorale millenaria. Ma essa diventa anche strumento di divertimento, di
aggregazione, di confronto e scambio culturale con l’appuntamento estivo
del Festival della Zampogna di Scapoli. La manifestazione attira turisti,
musicisti e cultori della zampogna da tutta Europa e permette di calarsi
nella realtà culturale locale offrendo la possibilità di gustare prodotti
tipici cimentandosi con la musica e le zampogne di fattura più disparata.
Anche grazie a questa manifestazione, la zampogna è finalmente, oggi,
considerata un vero e proprio strumento musicale e non più uno strumento
povero, casalingo, natalizio o addirittura un semplice oggetto decorativo ed
ornamentale. In
definitiva, in Molise ed in particolare a Scapoli, la zampogna lega in
maniera forte il mondo atavico della pastorizia e dell’agricoltura al
globalizzato mondo contemporaneo, opulento e teso verso il futuro, ma
continuamente alla ricerca di se con salti plurimillenari nel suo passato. La
produzione artigianale delle zampogne, diffusa un po’ in tutto il
territorio nazionale, oggi è quasi scomparsa altrove, mentre attraversa a
Scapoli un buon periodo di rilancio produttivo e di rivitalizzazione
culturale. Bibliografia Mestieri
Tradizionali e nuove professioni, F. Romaguolo. Guida
all’Italia dell’artigianato, F. Romaguolo. Molise-Attualità,
immagine, economia –Dicembre 1992/Gennaio 1993 Almanacco
del Molise 1969, a cura di Enzo Nocera |