SiGh -Pa derivato da un progetto di Simone Nosi e di Giuseppe Ghisleri (SiGh)

Vidi il SiGh, la prima volta, ad inizio anno, su di una rivista ('Ventus' supplemento al n°72 (Nov-Dic 2004) di Modellismo) e mi colpì subito la sua forma. Partecipando al Modelmeeting 2005, ho avuto poi la possibilità/fortuna di vederlo dal 'vivo' pilotato dal bravo Simone Nosi. Tornato a casa, ripresi in mano l'articolo e leggendolo, rimasi tramortito dalle varie spiegazioni sul perchè delle soluzioni tecniche adottate: ...interrotta la lettura a metà, passai alle figure ... ;-) ... . Il SiGh-Pa è stato realizzato basandosi sul disegno in pianta e frontale del SiGh, riscalando il tutto in formato 60" (che non so perchè ma suona meglio di 150cm). Il nome, è dovuto al fatto che: se vola bene, è merito del progetto di Simone e Beppe; se vola male è dovuto all'introduzione del fattore 'Paolino'. Fortunatamente, il progetto iniziale sembra molto elastico dal punto di vista riproduttivo, e sembra ben tollerare la variazione di profilo passato da un SN73 originale ad un AG47... reso appena un pò più cicciottolo. I pannelli alari sono stati realizzati tagliando a mano dell'estruso giallo, mediante filo a caldo. La tecnica usata è quella con unica dima per pannello, e filo incernierato ad un punto fisso: ...vi lascio immaginare la precisione finale del profilo :-/
I pezzi così ottenuti sono stati ricoperti e resinati con tessuto in carbonio da 65gr. (disposto a 90°) per buona parte anteriore, ricoprendo poi il tutto con fibra da 40: niente sottovuoto... semplice schiacciamento interponendo dei fogli di Neoprene tra controsagome e cellophanone.
Alette laterali in balsa da 3mm. ricoperte di fibra da 25... e.... ah.. dimenticavo: ... nessun longherone (!...?...!)
I singoli spezzoni, rifiniti e semi-tagliuzzati per realizzare le superfici mobili, sono stati poi uniti mediante epoxy 30minuti e rinforzati con ulteriore tessuto in carbonio sopra e sotto i giunti.

Le primissime prove di centraggio e funzionamento sono state effettuate in un campetto ad Osio Sotto, durante un allenamento di F3K... ai primi di Settembre con la collaborazione di un paio di amici. Ad ogni lancio, apportavamo delle leggere modifiche alle incidenze delle parti mobili od alla posizione del baricentro, verificando poi l'effetto ottenuto. La configurazione iniziale, prevedeva solo 3 servi: uno per la parte centrale e gli altri due sulle semiali a mo di tuttala classico. Dopo un paio di lanci, ed atterraggi di punta... secchi(!), decisi di lasciare fisso il servo centrale ed usare solo quelli laterali. Poco dopo, una semiala cedette, crepandosi di taglio in seguito all'ennesima caduta di punta. Sicuramente, la mancanza di qualsitipo di longherone, è stata, da parte mia, una sopravvalutazione della resistenza del materiale di rivestimento utilizzato (carbonio da 65 e fibra da 40)... che probabilmente ho inzuppato pure poco nella resina :-/... Ma forse lo sbaglio più grosso è stato quello di non rinforzare la zona adiacente allo scasso effettuato per l'inserimento del servo (la rottura passava proprio da li...).
Le prove effettuate, mi avevano piacevolmente colpito, essendo riuscito per qualche attimo, ad ottenere un volo planato lento, abbastanza stabile. Tornato a casa, cominciò a ruminarmi in mente l'idea di dotare il volatile di altri 2 servi per avere una regolazione individuale delle singole 5 parti mobili (come sul SiGh originale). La scelta, cadde poi sull'utilizzo di 4 servi, 2 per ogni semiala e di tenere 'fermo' lo spoilerone centrale.

Il SiGh-Pa modificato e rattoppato, è stato collaudato a fine Ottobre 2005 ai Colli di S.Fermo: la configurazione provata prevedeva tutte le superfici mobili leggermente rialzate in leggera configurazione 'reflex'.
La superficie centrale fissa, quelle medie a mezza corsa, e quelle estreme con un +/- 12mm. circa di corsa.
Il movimento delle superfici seguiva quello delle classiche ali volanti: in su per cabrare ed in giù per picchiare.
Le condizioni dinamiche e termiche del pendio, erano praticamente inesistenti, con solo qualche 'microbolla' che si creava dal nulla e spariva nel nulla poco dopo. Di bello c'era che... grazie a questa 'calma', il collaudo è avvenuto in condizioni 'neutre', prive di disturbo.
Il modello sembra promettere bene: dopo la consueta fase di trimmaggio iniziale, il volo è risultato piacevolmente stabile.
Nella sezione filmati potete scaricare i video del collaudo e della prova di lancio a disco:
quest'ultima era una cosa che avrei voluto fare fin dall'inizio (non nascondo che l'intenzione era quella di realizzare proprio un tuttala da F3K): ...volendola fare però a modello 'bilanciato' (almeno un minimo ;-) ho dovuto aspettare fino al collaudo in pendio, lanciando in direzione di un 'propizio' avvallamento. Ho fatto solo due lanci DLG, poi mi sono accontentato di aver riportato sano, a terra, il modello ;-)

In attesa di riprovarlo, ringrazio Simone, che mi sta dando suggerimenti preziosi per l'ottimizzazione del volatile, del quale potete trovare...
qui il .pdf dimensionale.