L'Italia era in preda ad una grave
crisi economica. L'inflazione impoveriva operai e contadini ma anche
la piccola borghesia. Molti si convinsero che quella italiana era
una vittoria mutilata. I nazionalisti non volevano rinunciare alla
Dalmazia e alla città di Fiume. Nel settembre 1919, il poeta
Gabriele D'Anunzio si pose alla guida di legionari, occupò Fiume e
ne proclamò l'annessione all'Italia. Il capo del governo Nitti,
dette in quell'occasione prova di incertezza e non fece praticamente
nulla. Le cose cambiarono completamente quando tornò al governo
Giolitti che raggiunse un accordo con gli Iugoslavi secondo il
quale: Il programma del movimento
era molto confuso. Era caratterizzato da posizioni nazionalistiche,
repubblicane ed anticlericali. La polizia spesso era complice. Molti
commisero l'errore di sottovalutare il pericolo rappresentato dai
fascisti. Per la prima volta, i fascisti entrarono in parlamento (35
seggi). Con questa
legge si andò alle elezioni del 1924, assicurando a Mussolini una
maggioranza di 403 deputati su 535.
Il 1925 è l'anno che segna la definitiva trasformazione del fascismo
in una dittatura e in uno Stato totalitario Il regime fascista
diventa dittatura perché un uomo solo, Benito Mussolini, assume su
di sé tutti i poteri dello Stato. Il termine totalitarismo, indica
che lo Stato controlla in modo totale la società: dalla famiglia
alla scuola, dal tempo libero al lavoro. La trasformazione dello Stato liberale fu completata
con una nuova legge elettorale (1928). Affidò al Gran Consiglio del
Fascismo, l'organismo più importante, il compito di preparare una
lista unica di candidati. Il posto del sindaco venne occupato da un
podestà, nominato direttamente dal governo. Il compito di giudicare
gli antifascisti spettava al Tribunale Speciale. Alla fine, l'11 febbraio 1929,
Mussolini e il segretario del papa Pio XI, firmarono i Patti
Lateranensi. Nel 1926 però vi fu un netto cambiamento nella vita
economica. Si inaugurò una politica autarchica, cioè
dell'autosufficienza economica da raggiungersi comprimendo i consumi
e producendo all'interno tutti i beni necessari. Per Mussolini
l'espansione coloniale era necessario. Il primo obiettivo del
progetto fascista fu l'Etiopia. L'invasione venne avviata
nell'ottobre 1935. L'Etiopia era un paese indipendente, membro della
Società delle Nazioni. L'Italia riuscì in breve tempo a piegare
l'Etiopia. Il 9 Mussolini proclamò il ritorno dell'Impero a Roma.
Vittorio Emanuele III divenne così re d'Italia ed imperatore
d'Etiopia. La conseguenza più grave dell'alleanza tra
Mussolini e Hitler fu l'introduzione in Italia di leggi razziale
contro gli ebrei. Queste leggi vietavano i matrimoni misti (cioè fra
ebrei e non ebrei); impedivano agli ebrei di frequentare la scuola
pubblica, di fare servizio militare, di svolgere determinate
professioni. Le leggi imitavano quelle introdotte in Germania da
Hitler nel 1935. Ma in Italia non esisteva una tradizione
antisemita, cioè di odio e persecuzione degli ebrei. Il legame tra i
due dittatori fu rafforzato nel 1939 con la firma del Patto
d'Acciaio. Con esso le due nazioni si impegnarono a collaborare
reciprocamente nel caso di una guerra. Nel corso degli anni venti e
ancor più nel decennio successivo si estende in tutta Europa il
fenomeno dei regimi autoritari di cui l'Italia detiene il triste
primato. L'Ungheria fu il primo paese
dell'Europa a dar vita a un regime dittatoriale di tipo fascista
destinato a durare sino alla primavera del 1944, quando fu
sostituito da un regime nazista direttamente controllato dai
tedeschi. Gli atti terroristici contro gli ebrei non mancarono di
essere incoraggiati dallo stesso re Carol II. Dopo le movimentate
elezioni del 1937 il re cercò di riprendere in mano la situazione,
sbarazzandosi degli in temperamenti capi delle Guardie di Ferro e
delegando i poteri a un partito ispirato alla corte, il Fronte di
rinascita nazionale. Era però troppo tardi per salvare dalla
dissoluzione il paese, ormai infeudato alla Germania nazista. Dopo continui cambi di guida del governo, nel 1926 Pilsudski
attua un colpo di Stato, modifica la costituzione, fa eleggere un
suo fedele alla presidenza della Repubblica e con la carica di primo
ministro instaura una dittatura personale. La dittatura del generale
viene consolidata nell'aprile del 1935 quando il varo di una nuova
costituzione fa della Polonia una Repubblica presidenziale e
abolisce il sistema parlamentare. Dopo
una fase di duri scontri politici e interetnici, il 5 gennaio 1929
Alessandro I° proclama la dittatura, scioglie il parlamento e impone
il suo potere su tutto il territorio nazionale. L'accentuazione di
una politica tesa a soffocare ogni spinta nazionalista, unitamente
all'ostilità dell'Italia, che aveva incoraggiato la nascita di un
movimento fascista croato, portarono a uno stato di terrore che
culminò nell'assassinio, nell'ottobre 1934, di re Alessandro. Prende
il suo posto il figlio Pietro II°, sotto la reggenza del principe
Paolo. Il reggente, principe Paolo, affidò la presidenza del
consiglio al filo-fascista Milan Stojadinovic che operò un
avvicinamento all'Italia firmando il patto di pacificazione
adriatica (marzo 1937). Una svolta apertamente fascista venne
operata dal suo successore Cvetkovic, che arrivò a promulgare leggi
antisemite nell'ottobre 1940. In seguito (27 marzo 1941) il giovane
re Pietro II assunse i pieni poteri affiancato dal generale Simovic,
ma ciò non fece che accelerare i piani di invasioni
hitleriani. Nel marzo del 1935, a
seguito di violenti scontri tra repubblicani e monarchici, viene
richiamato in patria Giorgio II° e restaurata la monarchia
(novembre). Nel giugno del 1936 diventa primo ministro il generale
Metaxas che due mesi dopo attua un colpo di Stato e si proclama
dittatore. Le sue manifeste simpatie per il fascismo non evitarono
alla Grecia di essere attaccata da Mussolini il 28 ottobre
1940. Dal punto di vista politico vige una monarchia
costituzionale con un parlamento nazionale (le Cortes)
sostanzialmente privo di poteri. Nel 1923 una ribellione
anticoloniale scoppiata in Marocco trova totalmente impreparate le
truppe spagnole di stanza. L'inchiesta subita dall'esercito viene
considerata un "affronto" dal capitano generale della Catalogna, il
generale Miguel Primo de Rivera che minaccia di marciare sulla
capitale. L'azione di forza viene evitata soltanto perché il re
Alfonso XIII decide di affidare il governo al militare ribelle. Si
instaura così una dittatura clerico-militare. La dittatura, che nel
1926 stringe un trattato di amicizia con Mussolini, si protrae fino
alla fine degli anni venti. Nel gennaio 1930 il dittatore si dimise.
Il 14 aprile 1931 venne proclamata la repubblica. Il nuovo governo
si mostrò troppo debole e troppo poco mogeneo. Josè Antonio Primo di
Riviera, figlio dell'ex dittatore fece numerosi adepti. Le elezioni
del febbraio 1936 videro la vittoria delle sinistre riunite nel
Fronte Popolare. La vittoria scatenò la rivolta dei militari di
destra e dei falangisti e si trasformò in una guerra civile. Il
governo nazionalista presieduta dal generale Franco, insediandosi a
Burgos, era stato riconosciuto da Italia e Germania. Questi instaura un regime autoritario anch'esso, come in
Spagna, fondato sull'appoggio della Chiesa e dell'esercito. La
dittatura clerico-autoritaria segna la vita portoghese per quasi
mezzo secolo. Costretto alle dimissioni viene
sostituito da Seyss-Inquart, capo del partito nazista austriaco. Nel
marzo le truppe tedesche invadono l'Austria e viene proclamata
l'annessione al Reich (Anschluss), confermata dopo pochi giorni da
un plebiscito. Il crollo di Wall Street ha
conseguenze drammatiche per l'economia tedesca: all'inizio degli
anni trenta i disoccupati raggiungono quota sei milioni. Nelle
elezioni del 1930 si afferma inaspettatamente un piccolo partito di
estrema destra, il Partito nazionalsocialista dei lavoratori
tedeschi, guidato da Adolf Hitler, che conquista 107 seggi e sei
milioni e mezzo di voti. Chi sono i nazisti? Nel 1920 il trentunenne
militare austriaco Adolf Hitler, imbevuto di idee antisemite e
antidemocratiche, assume la guida di un piccolo gruppo estremista,
il Partito dei Lavoratori tedeschi. Con un programma di stampo ultra
nazionalista e autoritario, il partito nazionalsocialista (nome
datogli dallo stesso Hitler) nel 1921 crea una propria
organizzazione militare, le Squadre d'assalto (Sturmabteilungen, SA)
e nel novembre del 1923 tenta senza successo un colpo di Stato a
Monaco. Il fallimento del putsch costa a Hitler la condanna a cinque
anni di carcere, di cui sconta solo nove mesi durante i quali scrive
Mein Kampf, il testo contenente il suo sconcertante programma
politico. Uscito dal carcere Hitler elabora una nuova tattica per il
suo partito: lo instrada sul piano costituzionale e crea una nuova
organizzazione militare più disciplinata, i Reparti di protezione
(Schutzstaffeln, le famigerate SS). Come abbiamo visto, la crisi del
1929 offre l'occasione ai nazionalsocialisti di affermarsi sulla
scena tedesca, occasione colta con il successo alle elezioni
dell'anno successivo. Il successo del
partito di Hitler è enorme: con 230 seggi diventa il primo partito e
Hitler chiede per sé il cancellierato. Le nuove elezioni
ridimensionano parzialmente il peso del Partito nazionalsocialista
che tuttavia resta il maggiore partito; si consuma allora l'ultimo
atto della Repubblica di Weimar. Viene chiamato a ricoprire la
carica di cancelliere il generale Kurt von Schleicher ma dopo pochi
mesi fallisce il suo tentativo: il 30 gennaio 1933 diventa
cancelliere del Reich Adolf Hitler a capo di un ministero composto
da nazisti, nazional-tedeschi e alcuni tecnici. Hitler, che punta tutto su di una
vittoria eclatante del suo partito, tenta un colpo spettacolare: la
notte del 27 febbraio, pochi giorni prima delle elezioni, un gruppo
di nazisti provoca l'incendio del parlamento nazionale, il
Reichstag. L'obiettivo è quello di far ricadere sui comunisti la
responsabilità dell'atto terroristico in modo da consolidare nella
borghesia tedesca la già diffusa paura di un'imminente azione
rivoluzionaria bolscevica. Le elezioni invero non danno la
maggioranza assoluta al partito nazista però gli garantiscono un
numero di seggi sufficiente a confermare la carica di cancelliere a
Hitler. Questi, nel giro di pochi giorni liquida le istituzioni
democratiche: fa arrestare tutti i deputati comunisti e fa approvare
dal parlamento una legge che estende i poteri del governo. Da quel momento le squadre d'assalto, i
camerati della prima ora, coloro che avevano condiviso l'ascesa al
potere del nazismo, uscirono di scena insieme alle loro famigerate
camicie brune, per far posto all'ordine nero delle SS dello stesso
Himmler, che avrebbero dato vita, negli anni successivi, ai più
terrificanti e macabri massacri che la storia ricordi, divenendo,
tragicamente, il cinico e zelante braccio armato di una folle
ideologia. Nasce ufficialmente il Terzo Reich. Gli antinazisti, quando non
vengono uccisi o imprigionati, sono costretti all'esilio o al
silenzio. Per i
nazisti ebreo era: chiunque, con tre o due nonni ebrei, appartenesse
alla Comunità Ebraica al 15 Settembre 1935, o vi si fosse iscritto
successivamente; chiunque fosse sposato con un ebreo o un'ebrea al
15 settembre 1935 o successivamente a questa data; chiunque
discendesse da un matrimonio o da una relazione extraconiugale con
un ebreo al o dopo il 15 settembre 1935. Era inoltre proibito loro di far
parte dell'Amministrazione Pubblica e svolgere determinate
professioni (alcuni Mischlinge erano, in ogni caso, esonerati in
determinate circostanze). In questo periodo furono milioni le
persone soppresse dalla follia razziale nei confronti non solo degli
ebrei. La maggior parte delle autorità generalmente accettano la
cifra approssimativa di sei milioni a cui si devono sommare 5
milioni circa di civili non ebrei uccisi. Tra i gruppi assassinati e
perseguitati dai nazisti e dai loro collaboratori, vi erano:
zingari, serbi, membri dell'intellighentia polacca, oppositori della
resistenza di tutte le nazionalità, tedeschi oppositori del nazismo,
omosessuali, testimoni di Geova, delinquenti abituali, o persone
definite "anti sociali", come, ad esempio, mendicanti, vagabondi e
venditori ambulanti. La maggior parte delle persone soppresse
passarono per i campi di sterminio, che erano campi di
concentramento con attrezzature speciali progettate per uccidere in
forma sistematica. Nonostante il nazismo avesse cominciato a gettare la
maschera, il consenso di Hitler e del suo movimento, negli anni
pre-bellici, raggiunse livelli trionfali. Il fuhrer aveva infatti
trasformato un paese alla fame, distrutto, umiliato, in una nazione
che stava ritrovando l'antica potenza ed i fasti perduti; la miseria
degli anni venti, la disoccupazione, il collasso economico, erano
ormai soltanto un ricordo; Hitler infiammava le folle con discorsi
esaltanti la grandezza della Germania, di una nazione destinata a
vendicare le umiliazioni subite e a riconquistare un posto di
prim'ordine in Europa e nel mondo.Il nazionalismo cancellò
l'inflazione, fece ritrovare ai tedeschi il benessere perduto: anche
grazie al potenziamento dell'industria bellica, tutti lavoravano,
ogni famiglia poteva vivere serenamente, le città erano più floride
ed eleganti che mai, degne cornici per i rappresentanti della razza
perfetta. L'Italia iniziò la conquista dell'Etiopia e
si avvicinò alla Germania. Parallelamente Hitler raggiunse un'intesa
con il Giappone. Infine nel 1937 si costituì l'Asse
Roma-Berlino-Tokyo. Il 12 marzo 1938 le truppe naziste occuparono
l'Austria e il mese seguente un plebiscito ratificò l'annessione. I
nazisti, pretendevano anche il controllo dei Sudeti, una regione
della Cecoslovaccha dove vivevano circa 3 milioni di tedeschi. Nel
1938 così anche i sudeti entrarono a far parte del Terzo Reinch. A
marzo, Hitler occupò la Boemia e la Moravia, due regioni che
facevano parte della Cecoslovacchia. E questa volta non c'erano
minoranze tedesche da difendere. Hitler cominciò a rivendicare
Danzica e il corridoio polacco che avrebbe consentito di unire la
Prussica orientale al resto del paese. Nel frattempo, l'Italia
fascista aveva seguito l'esempio dei nazisti occupando l'Albania
(aprile 1939). L'accordo più inaspettato fu quello che venne firmato
il 23 agosto tra i ministri degli esteri russo e tedesco. Al
trattato fu aggiunto una parte segreta nella quale i due dittatori
si accordavano per la spartizione della Polonia. Hitler era convinto
che questa volta Francia e Inghilterra non avrebbero avuto il
coraggio di affrontare una guerra. Si sbagliava!
- l'Italia otteneva l'Istria e Zara, lasciando il resto
della Dalmazia alla Iugoslavia; - Fiume diveniva uno Stato
indipendente. A farsi portavoce degli interessi dei lavoratori
furono le grandi organizzazioni sindacali. Anche i padroni si
unirono in un sindacato.
Giolitti era convinto che gli
industriali e i proprietari terrieri dovessero trattare con i
lavoratori. Molti industriali e proprietari terrieri così
incominciarono ad appoggiare Mussolini.
I fascisti parteciparono alle
elezioni del 1919. Riuscirono a presentarsi solo a Milano, ottenendo
un misero risultato. Per questo organizzò delle squadre d'azione. Le
squadracce fasciste erano composte in prevalenza da ex combattenti,
da disoccupati, da avventurieri. Gli avversari venivano piegati a
colpi di manganello. Oppure venivano obbligati a bere l'olio di
ricino, un forte purgante.
Il 24 ottobre 1922, Mussolini concentrò a Napoli migliaia
di camicie nere, cioè i fascisti organizzati come un esercito. Si
decise di prendere il potere con la forza. Il capo del governo
Facta, chiese al re Vittorio Emanuele III di firmare il decreto che
avrebbe fatto intervenire l'esercito. Ma il re si rifiutò e decise
di affidare l'incarico a Mussolini l'incarico di formare il nuovo
governo (30 ottobre 1922).
Il primo governo di Mussolini
(1922-24) fu sostenuto dai fascisti, dai liberali e, fino al 1923,
dai popolari. In questi anni, Mussolini rispettò la legge. Perciò
questa fase è detta legalitaria. Negli anni successivi egli operò
per acquistare il potere in modo assoluto, smantellando
progressivamente le istituzioni parlamentari. Un momento
significativo, in questo senso, fu la nuova legge elettorale
maggioritaria, approvata nel 1923, che assegnava due terzi dei seggi
alla lista che avesse ottenuto la maggioranza dei voti.
Anche le elezioni (6 aprile
1924) si svolsero in un clima di violenza e di irregolarità: un
candidato socialista, Giacomo Matteoti, fu assassinato. Ma il re non
fece nulla. Mussolini capì che poteva continuare la sua strada. In
un famoso discorso del 3 gennaio 1925 assunse l'intera
responsabilità politica e morale di quanto era accaduto:
Nel 1923 vennero sciolti
tutti i partiti dell'opposizione, vennero chiusi tutti i giornali
antifascisti.
Il fascismo però
cercò anche di ottenere il consenso, cioè l'approvazione degli
italiani. Nel 1937 tutte le organizzazioni giovanili furono
inquadrate nella GIL (Gioventù Italiana del Littorio). L'Opera
Nazionale Balila, si occupava dell'educazione dei bambini da 6 e 14
anni, alla dottrina fascista e al culto di Mussolini con marce
militari, esercitazioni, sfilate, parate. Il GUF era il Gruppo degli
universitari fascisti.
Mussolini era convinto che superare il
conflitto tra Stato e Chiesa gli avrebbe garantito una grande
popolarità tra gli italiani.
La guerra d'Etiopia favorì l'avvicinamento di
Mussolini a Hitler.
In Ungheria, dopo la breve e fragile esperienza
socialcomunista di Bela Kun degenerata in guerra civile, il potere
viene assunto dall'ammiraglio Horthy che instaura una dittatura
personale, rappresentante dell'oligarchia conservatrice, divenuto
reggente di uno stato monarchico privo di re. A quello di Horthy
succederanno altri governi autoritari.
In
Polonia in un primo tempo sembra resistere, almeno formalmente, un
sistema parlamentare ma, di fatto, vi esercita un enorme potere il
generale Pilsudski, nominato presidente provvisorio nel febbraio del
1919.
Altri governi a carattere
autoritario si costituiscono nel 1926 in Lituania e nel 1934 in
Estonia e in Lettonia. L'unico paese in questa area geografica che
riesce a mantenere un sistema di tipo liberale è la Cecoslovacchia.
Dopo una prima fase sotto l'egemonia del Partito contadino guidato
da Alessandro Stambolijski, nel 1923 questi viene assassinato
durante un colpo di Stato militare guidato dal leader di estrema
destra Cankov. Da allora si consolida un regime di tipo dittatoriale
che porta lo Stato balcanico a schierarsi con la Germania
nazista.
La Jugoslavia si forma tra la fine del 1918 e il 1919
dall'unione tra la Serbia, la Croazia, la Slovenia, il Montenegro e
la Bosnia-Erzegovina. Il nuovo regno viene affidato a Pietro di
Serbia e al figlio Alessandro che nell'agosto del 1921, alla morte
del padre, assume il titolo di re Alessandro I° di Jugoslavia.
Neppure in Grecia il governo democratico riuscì a
mettere radici. Alla conclusione del conflitto mondiale la Grecia
continua le ostilità contro la Turchia dalla quale la dividono
antiche ruggini alcune mire territoriali. Nel dicembre del 1923 il
re Giorgio II° è costretto ad abdicare e, pochi mesi dopo, un
plebiscito popolare proclama la Repubblica alla guida della quale
viene chiamato l'ammiraglio Kunduriotis.
Anche l'Albania presenta un sistema politico istituzionale
di tipo dittatoriale: nel 1925 viene proclamata la Repubblica ed
eletto presidente Ahmed Zogu che fa varare una costituzione di tipo
autoritario. Conclusosi con l'Italia prima un trattato di amicizia
(novembre 1926) poi un'alleanza (novembre 1927), Zogu cancellò ogni
residua traccia di governo democratico-parlamentare. Il potere
personale di Zogu viene definitivamente sancito con la sua elezione
a re nel settembre del 1928, praticamente vassallo
dell'Italia.
Negli anni venti la Spagna è un paese con una
struttura economica agricola organizzata prevalentemente sulla
grande proprietà terriera e, in alcune regioni, sulla piccola
proprietà contadina.
Il
Portogallo nel dopoguerra è una società arretrata ben distante dagli
antichi fasti vissuti all'epoca delle grandi scoperte geografiche e
delle rotte commerciali per le americhe. Nel luglio del 1932 viene
nominato primo ministro l'economista cattolico Antonio de Oliveira
de Salazar.
Il 12 novembre 1918, viene proclamata la Repubblica
austriaca. Nel 1919 si svolgono le elezioni per l'assemblea
costituente e viene eletto cancelliere il giurista Karl Renner. La
grave crisi economica che colpisce l'Austria viene risolta
dall'intervento delle Società delle nazioni. Le agitazioni dei
nazisti che vogliono l'annessione alla Germania non smettono. Nel
febbraio del 1938 Schuschnigg incontra Hitler senza riuscire a far
valere le proprie posizioni.
Rimasti neutrali durante la guerra, i paesi
scandinavi ne avevano risentito sul piano economico ma non su quello
politico. La democrazia aveva messo salde radici e dovunque si era
avuta una notevole affermazione dei nuovi partiti
socialisti.
Superato il momento di maggiore crisi dei primi anni
venti la Germania, grazie agli ingenti investimenti esteri, vive,
tra il 1925 e il 1929, un'eccezionale ripresa economica. Alla fine
degli anni venti l'economia tedesca torna a occupare un posto di
primo piano nel sistema internazionale. Il riconquistato benessere
non si traduce però in un serio consolidamento della debole
democrazia repubblicana. Nel 1925, alla morte del socialdemocratico
Ebert, viene eletto alla presidenza del Reich il vecchio maresciallo
von Hindenburg, un conservatore vicino agli interessi della grande
industria. Le forze democratiche riescono a ottenere un ultimo
importante successo nelle elezioni politiche del 1928 quando si
affermano i partiti socialista e cattolico e si forma il governo di
coalizione del socialdemocratico Muller.
Dopo l'importante successo ottenuto nelle
elezioni del 1930 il partito nazionalsocialista e il suo leader
Adolf Hitler raccolgono il consenso della grande industria tedesca e
si preparano a sferrare l'ultimo attacco alla democrazia di Weimar.
Intanto il governo del socialdemocratico Muller nella primavera del
1930 era stato costretto a cedere il posto al cattolico conservatore
Heinrich Bruning: nel 1932 in occasione delle elezioni presidenziali
si confrontano i due candidati nazionalisti Hindenburg e Hitler;
ottiene la vittoria il vecchio maresciallo ma l'ascesa al potere del
leader nazista è soltanto rimandata. Nel corso dell'anno, infatti,
Bruning è costretto alle dimissioni e il nuovo cancelliere Von Papen
scioglie il parlamento e indice nuove elezioni.
Il leader
nazista, decide di sciogliere per l'ennesima volta il parlamento. Le
organizzazioni militari naziste e la polizia colpiscono duramente i
comunisti e i socialdemocratici.
Dopo
il conferimento di ampi poteri al cancelliere Adolf Hitler, nel 1933
si conclude la distruzione della Repubblica di Weimar e la
costruzione del regime totalitario del Terzo Reich. Nel giro di
pochi mesi viene abolita la struttura federale dello Stato e
centralizzato il potere, vengono sciolte le organizzazioni sindacali
e perseguitati tutti gli esponenti antinazisti, il Partito
nazionalsocialista viene dichiarato per legge l'unico partito del
paese.
Il 26 aprile 1933 nacque la temibile GESTAPO, la polizia
segreta, la quale, insieme alle SA, diede il via, in tutto il paese,
a terrificanti azioni di repressione; il 14 luglio, il partito
nazional-socialista divenne l'unico consentito mentre tutti i
movimenti della defunta repubblica di Weimar vennero eliminati. La
dittatura fu consolidata il 2 agosto 1934, quando, alla morte di
Hindenburg, Hitler si addossò la duplice carica di presidente e
primo ministro; meno di due mesi prima, il 30 giugno, nella
cosiddetta "notte dei lunghi coltelli", su ordine del fuhrer, le SS
di Himmler avevano massacrato, in un drammatico regolamento di
conti, Rohm ed i vertici delle SA, sospettati di cospirazione ai
danni del potere centrale.
Una ferrea
ritualità politica piega al conformismo ideologico del regime ogni
momento della vita del cittadino tedesco sin dagli anni
dell'infanzia; sotto la bandiera di una supposta superiorità
razziale e intellettuale il tedesco viene educato alla guerra con
l'obiettivo di dominare il mondo.
La razza ariana, di cui i tedeschi sono gli eredi, si
era affermata nei secoli attraverso il dominio sulle razze
biologicamente "inferiori", individuate in particolare negli ebrei e
negli slavi. Appena giunto al potere il Fuhrer fa promulgare le
leggi sulla cittadinanza del Reich, fondate sull'appartenenza di
sangue, e le leggi per la protezione del sangue e dell'onore tedesco
che proibiscono i matrimoni dei tedeschi con gli ebrei, dichiarano
nulli quelli già contratti e dispongono altre norme discriminatorie
nei confronti dei cittadini tedeschi di religione ebraica.
Vi erano poi coloro che
non venivano classificati come ebrei, ma che avevano una parte di
sangue ebreo e venivano classificati come Mischlinge (ibridi). I
Mischlinge venivano ufficialmente esclusi dal Partito Nazista e da
tutte le organizzazioni del Partito (per esempio SA, SS, etc.).
Benché venissero arruolati nell'esercito tedesco, non potevano
conseguire il grado di ufficiali.
Per sottrarsi alla sentenza di morte imposta
dai Nazisti, gli ebrei potevano solamente abbandonare l'Europa
occupata dai tedeschi. Secondo il piano Nazista, ogni singolo ebreo
doveva essere ucciso. Nel caso di altri "criminali" o nemici del
Terzo Reich, le loro famiglie non venivano coinvolte. Di
conseguenza, se una persona veniva eliminata o inviata in un campo
di concentramento, non necessariamente tutti i membri della sua
famiglia subivano la stessa sorte. Gli ebrei, al contrario, venivano
perseguitati in virtù della loro origine familiare
indelebile.
Hitler procedette immediatamente al riarmo della
Germina. Il 7 marzo 1936 rioccupò la Renania, che secondo le
condizioni di Versailles doveva rimanere smilitarizzata. Hitler
riusciva a dare l'impressione ai tedeschi di una rivincita rispetto
alla sconfitta del 1918.