Camillo Benso Conte di Cavour

Nasce il 10 agosto 1810 a Torino. Figlio del marchese Michel Benso de Cavour e di Adèle de Sellon, dama di origine svizzera. Aristocratico piemontese di idee liberali, in gioventù frequentò l'Accademia Militare, diventando ufficiale del Genio. Abbandono l'esercito e prese a viaggiare all'estero studiando lo sviluppo economico di paesi largamente industrializzati come la Francia e l'Inghilterra, documentandosi sulle innovazioni in tutti i campi.

Venne nominato all'età di ventidue anni sindaco di Grinzane dove la famiglia aveva dei possedimenti. Grinzane cambiò il suo nome in Grinzane Cavour come ringraziamento a Camillo Benso che ne fu sindaco per ben 17 anni.

Nel 1848 fece la sua comparsa sulla scena politica come fondatore, insieme a Cesare Balbo di un giornale liberale moderato, il "Risorgimento". Fu eletto deputato al Parlamento nel giugno del 1848, Perse il seggio nelle elezioni del gennaio 1849 ma lo riconquistò nuovamente nel marzo dello stesso anno, per conservarlo sino alla morte.

Nel 1850 dopo un appassionato discorso a favore delle leggi Siccardi entra a far parte del gabinetto d'Azeglio, come ministro dell'Agricoltura, del Commercio e della Marina; nel 1851 completa il suo controllo della vita economica del Paese con l'aggiunta alle sue competenze del dicastero delle Finanze. Nel 1852 diede vita con Urbano Rattazzi, principale esponente della sinistra liberale, ad un connubio che lo portò nel novembre dello stesso anno a diventare Presidente del Consiglio dei Ministri.

Raggiunta questa carica Camillo Benso Conte di Cavour si diede al potenziamento economico-industriale del Regno di Sardegna, favorendo la costruzione di ferrovie, di strade e iniziando la costruzione del traforo del Frejus. Diede nuova vita all'agricoltura introducendo nuove coltivazioni, facendo opere di bonifica e costruzione di canali d'irrigazione. Favorì la creazione di un'industria siderurgica e il potenziamento di quella tessile. Riformò l'esercito tramite il suo collaboratore, il generale La Marmora, e fece costruire un arsenale marittimo a La Spezia.

politica interna fu un fautore dell'ordine monarchico costituzionale, tutte le sue riforme erano dettate dal suo desiderio di impedire qualsiasi insurrezione democratica-repubblicana. Convinto sostenitore dell'asserzione di Montalembert "libera Chiesa in libero Stato", si adoperò in ogni modo per ridimensionare il potere della chiesa nell'arretrato regno sabaudo, si fece promotore della costruzione di asili di infanzia, portò avanti una strenua lotta contro i Gesuiti che detenevano il monopolio dell'istruzione.

Fece approvare una legge che sopprimeva gli ordini monastici a scopo contemplativo e che aboliva i privilegi della manomorta e del foro ecclesiastico. Questa legge sollevò un grande scandalo e incontrò l'opposizione del Re che forzò Cavour alle dimissioni, la cossidetta crisi Calabiana (26 aprile 1855). Dopo pochi giorni però il Re dovette richiamare Cavour al proprio posto, ma il disegno di legge venne in parte abbandonato.

In politica estera fu altrettanto abile quanto fortunato e spregiudicato, il suo obiettivo era di creare un forte stato nell'Italia settentrionale sotto la corona dei Savoia, ma si rese conto che per ottenere un simile risultato il Piemonte avrebbe dovuto essere appoggiato dalle potenze europee. Nel 1854 scoppiò la guerra di Crimea: Francia e Inghilterra, alleate della Turchia, combattevano contro la Russia, che tentava di espandersi nella penisola balcanica. Cavour offrì l'alleanza del Piemonte alle grandi potenze, inviando in Crimea un corpo d'armata.

Non fu facile ottenere dal Parlamento di Torino l'autorizzazione alla spedizione: "Perché far morire dei soldati piemontesi a favore dell'Impero ottomano, in un paese dove il Piemonte non aveva alcun interesse da difendere?". Ma partecipando alla guerra dalla parte dei vincitori il Piemonte venne ammesso al tavolo delle trattative come alleato di due grandi potenze: la Francia e l'Inghilterra.

La pace fu firmata nel 1856 (Congresso di Parigi) con la presenza del rappresentante dell'Austria. Cavour non chiese alcun compenso per la partecipazione alla guerra, ma ottenne che una seduta fosse dedicata espressamente a discutere il problema italiano: egli poté quindi sostenere pubblicamente che la repressione dei governi reazionari e la politica dell'Austria erano i veri responsabili dell'inquietudine rivoluzionaria che covava nella penisola e che avrebbe potuto costituire una minaccia per i governi di tutta Europa.

In questo modo Cavour portò l'attenzione delle potenze europee sulla questione italiana; per avere successo però avrebbe dovuto riuscire ad interessarne almeno una in modo particolare. Nel 1858 egli si incontrò con Napoleone III (persuaso ad intervenire a favore degl'Italiani anche dopo essere miracolosamente scampato all'attentato del patriota emiliano Felice Orsini) a Plombières per ratificare un trattato difensivo-offensivo ai danni dell'impero asburgico. Nel 1859 scoppiò la guerra che vide da un lato la Francia ed il Piemonte e dall'altro l'Austria. La guerra portò all'annessione della Lombardia, ma i Francesi interruppero la guerra prima del previsto. Cavour rassegnò le dimissioni in segno di protesta. Nonostante la contrarietà di Vittorio Emanuele II nel 1860 Cavour torna ad occupare la carica di Presidente del Consiglio.

Con abili mosse politiche, aiutato anche dall'appoggio del governo inglese, riuscì ad ottenere il riconoscimento dei plebisciti avvenuti in Toscana, nei ducati di Modena e Parma e nelle Legazioni Pontificie, per l'annessione al Regno di Sardegna. Per continuare ad avere l'appoggio francese nel suo tentativo, che ormai era di unificare la penisola italiana, cedette alla Francia la città di Nizza e la Savoia. In modo non esplicito aiutò Garibaldi ad organizzare la spedizione dei Mille, e poi con la scusa di fermare quel pericoloso rivoluzionario ottenne l'assenso francese all'occupazione dello stato Pontificio, Roma esclusa.

Raggiunto dall'esercito sabaudo Garibaldi fece dono a Vittorio Emanuele II del sud Italia, portando così ad una parziale riunificazione della penisola. Il 17 marzo 1861 Vittorio Emanuele II venne proclamato Re d'Italia. Cavour a questo punto si lanciò in una grande opera diplomatica di accordo con il Papa, ma prima di poter arrivare alla conclusione delle trattative morì, probabilmente di malaria, nel palazzo di famiglia a Torino il 6 giugno 1861.