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Cristoforo Colombo
(Genova 1451 – Valladolid 1506)
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Cristoforo Colombo (Genova 1451 – Valladolid 1506)
Nato da una famiglia di umile condizione, Cristoforo Colombo esercita in giovinezza la professione di lanaiolo e di piccolo commerciante al seguito del padre. Intraprende i primi viaggi per mare, dapprima lungo le coste liguri e poi verso più distanti approdi del Mediterraneo, iniziando così la sua vita di marinaio al servizio delle casate genovesi.
Apprende l’arte della navigazione e l’utilizzo degli strumenti marinareschi per la misurazione delle latitudini. Durante un spedizione a Elmina (costa meridionale della Guinea) compie delle osservazioni sui venti e le correnti dell’Atlantico. L’organizzazione della storica spedizione verso le Indie, per conto dei re cattolici di Spagna, Isabella di Castiglia e Ferdinando di Aragona, è affidata agli armatori Pinzòn.
Tre le navi allestite, le celeberrime caravelle: la capitana Santa Maria di 200 tonnellate, la Pinta di 140 e la Niña di poco più di 100. Erano navi trialberi: la Santa Maria e la Pinta a vele quadre con il solo albero di mezzana a vela latina, la Niña con tutti e tre gli alberi a vela latina. L’equipaggio era costituito da 120 uomini. Colombo, che comandava l’intera spedizione, era imbarcato sulla Santa Maria. La Pinta e la Niña erano comandate da Alonso e Yanez Pinzòn.
Colombo avrebbe assunto il titolo di viceré di tutte le terre scoperte e nominato Ammiraglio dei mari con diritto di trasmissione ai suoi eredi e con diritto alla decima parte dei guadagni prodotti.
Lo scopo della spedizione era commerciale: raggiungere i paesi ricchi di spezie e oro dell’Asia orientale e conquistare terre e isole incontrate lungo la navigazione. Colombo, inoltre, portava con sé una missiva dei sovrani di Spagna destinata al Gran Can, tanta era la speranza di arrivare nei luoghi dei quali aveva parlato Marco Polo nel Milione.
Alle 8 del mattino del 3 agosto 1492 le navi salpano da Saltes (Huelva) per la prima spedizione in cui l’uomo abbia attraversato l’Oceano tra due Continenti.
Le navi fanno rotta verso le Canarie, l’avamposto occidentale del regno di Spagna nell’Atlantico. Di qui inizia la traversata verso occidente. Le navi procedono nell’Atlantico con vento a favore tra speranze, delusioni e incidenti di varia natura di fronte ai quali tuttavia Colombo riesce a tenere unito l’equipaggio. Per molto tempo, si è parlato di ammutinamento ma si tratta di una leggenda. La traversata è durata poco più di un mese. Il 12 ottobre 1492, il marinaio della Pinta, Rodrigo da Triana, avvista per primo la terra nel cuore della notte. Si tratta di un’isola chiamata dagli indigeni Guanahami, ma Colombo la ribattezza col nome di San Salvador.
Altre due saranno le spedizioni.
La sorte di Colombo avrà alterne vicende. Sarà osannato e calunniato. Condannato, incarcerato e coperto di onori. La sua impresa testimonia lo spirito dell’umanesimo rinascimentale dell’ homo faber fortunae suae. Nonostante le avversità che dovette affrontare e i suoi stessi errori, Cristoforo Colombo, con la sua impresa, apre la strada alla storia moderna.
Il navigatore genovese muore in Spagna, a Valladolid, nel 1506 tra l’indifferenza di tutti. Le sue spoglie, trasportate dapprima a Siviglia, vengono poi traslate nella cattedrale di Santo Domingo, nella tomba di famiglia.
Quando, nel 1795, l’isola viene occupata dai francesi, gli Spagnoli le trasportano all’Avana, a Cuba.


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