Storia movimento per la pace italiano nel dopoguerra
Uno schematico (e lacunoso) riassunto dei principali fatti che hanno segnato la storia del movimento pacifista

Partiti, movimenti, testimonianze

1947
L'Assemblea Costituente delinea una nuova costituzione in cui all'articolo 11 viene sancito: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali". Alcuni socialisti cercano di spingere oltre il dettato costituzionale proponendo un emendamento che avrebbe reso legale l'obiezione di coscienza e negato l'adesione ad ogni patto militare: "Il servizio militare non e' obbligatorio. La Repubblica, nell'ambito delle convenzioni internazionali, attuera' la neutralita' perpetua" (emendamento Cairo, PSLI, Chiaramello, PSLI e Calosso, PSI).
Sempre in sede di Assemblea Costituente il socialista Pertini, assieme a Calosso, Chiaramello e Matteotti, propone che "nel bilancio dello Stato le spese per le forze armate non potranno superare le spese della Pubblica Istruzione, salvo legge del Parlamento di durata non superiore ad un anno". Ma la proposta venne giudicata demagogica e fu bocciata anche dai comunisti. (Fonte: Sergio Albesano, "Storia dell'obiezione di coscienza in Italia", ediz.Santi Quaranta, Treviso, 1993)
Il sindacato CGIL attua una forma di azione nonviolenta definita "non collaborazione", che viene cosi' definita in un comunicato ufficiale: "Una limitazione dell'attivita' lavorativa a cio' che e' di stretto obbligo contrattuale, senza quell'apporto supplementare di sforzo fisico o intellettuale che il prestatore si impone volontariamente per ottenere il maggior rendimento possibile". (Soccio p.298)

1948
Nel novembre 1948 scoppia il caso Pinna. Pietro Pinna si dichiara infatti obiettore di coscienza. Viene processato e incarcerato perche' la legge italiana allora non prevedeva l'obiezione di coscienza. Queste erano le carceri militari per obiettori, descritta da un anonimo detenuto: "Lunghe m.2, larghe m.1,50, molto umide, con l'acqua talvolta per terra e con pochissima luce. Il detenuto deve vivere in quella tomba a pane e acqua". (Albesano p.51)

1949
Sotto la guida di Di Vittorio, leader della CGIL, si inaugurano forme originali di lotta non violenta quali lo "sciopero alla rovescia" consistente nel lavorare per opere di pubblica necessita' e nel chiedere di ottenere il pagamento. L'azione viene intrapresa da disoccupati e operai, come nelle miniere abruzzesi, nella Valle Padana, a Cerignola, ecc. La tecnica dello scipero alla rovescia verra' ripresa da Danilo Dolci.
Inoltre si verificano forme di lotta contigue allo "sciopero alla rovescia": i contadini marciano sulle terre incolte dei latifondi (la cui suddivisione era stata prevista dalla Costituzione ma non attuata per ragioni politiche), picchettano i terreni per indicarne la presa di possesso e cominciano ad ararle e a seminarle. Il governo a guida DC, invece di attuare la Costituzione, si attiva per la difesa delle proprieta' dei latifondisti e manda i carabinieri che in varie occasioni sparano sui contadini. Diversi gli eccidi. (Soccio p.296)
Il 23 novembre il socialista Calosso e il cattolico Giordani unificano in un unico disegno di legge le loro precedenti proposte per il riconoscimento dell'obiezione di coscienza.

1950
Elevoine Santi, studente di architettura, viene arrestato per obiezione di coscienza. Egli si sacrifica volutamente ritenendo che la presenza di un obiettore in carcere potesse aiutare l'approvazione di una legge sull'obiezione di coscienza. Di idee antifasciste, questo giovane aveva partecipato alla Resistenza senza mai portare armi con se', ottenendo la qualifica di "patriota". Santi e' membro del Servizio Civile Internazionale, il cui scopo e' di "offrire al governo dei Paesi che hanno la coscrizione militare obbligatoria un modello pretico, che funzioni, di servizio alternativo volontario per gli obiettori di coscienza: servizio faticoso, gratuito, su scala internazionale, che faccia incontrare e collaborare insieme giovani di varie nazioni, classi, religioni, ideologie politiche, generando il rispetto, la comprensione reciproca, il culto dell'uomo, la conciliazione, l'amore". Santi scrive al Presidente della Repubblica e al Ministro della Difesa: "Al mondo siamo tutti fratelli. La morte di unqualsiasi individuo e' un lutto per me. Con la guerra si distrugge l'umanita': gli eserciti, anche in pace, preparano questa distruzione; per questo mi rifiuto di servire l'esercito". Mentre Santi e' nel carcere militare di Gaeta, Albert Einstein dischiara in una lettera: "Verso il signor Santi e per il modo con cui ha agito, io provo stima e simpatia. E' una vergogna che al tempo nostro la schiavitu' dell'individuo arrivi a tal punto che esso e' obbligato dallo Stato ad agire in modi riprovati dalla sua coscienza come immorali. Volentieri rilascio pubblica dichiarazione di questa mia convinzione". Santi viene punito dal cappellano del carcere militare per non essersi messo sull'atenti davanti a lui. (Albesano p.52)
Sulla Civilta' Cattolica, organo dei gesuiti, padre Messineo prende posizione sull'obiezione di coscienza scrivendo: "I giudici che hanno condannato il giovane Pinna a due anni di reclusione come renitente di leva hanno compiuto il loro dovere e la Camera compira' il proprio respingendo la proposta di legge. La pericolosita' del soggettivismo, che con essa si intende rendere legale, si puo' gia' vedere in atto nel rifiuto degli operai di qualche industria bellica di lavorare alla produzione delle armi".
Per protestare contro la guerra fredda i portuali di Genova, Ancona e altri porti si rifiutano di scaricare le armi destinate alle basi americane in Italia. (Soccio, p.298)

1954
Franco Alasia, un operaio di una fabbrica milanese, si rifiuta di fresare un coperchietto per strumenti bellici, pagando con il licenziamento l'affermazione della propria coscienza (Soccio p.316).

1956
Danilo Dolci, facendo esplicito riferimento all'articolo 4 della Costituzione che sancisce il diritto al lavoro, organizza uno "sciopero alla rovescia" di centinaia di disoccupati siciliani per riattivare una trazzera intransitabile. Due anni piu' tardi la tecnica viene adottata da tremila braccianti a Enna per iniziare la costruzione di una diga. Sono forme di lotta che il movimento operaio italiano ha elaborato al fine di gestire il conflitto con strumenti non violenti e creativi. Per alcuni questa era nonviolenza tattica, per altri (come Danilo Dolci) queste esperienze erano programmate in un'ottica strategica.

1961
Il 24 settembre Aldo Capitini inaugura la prima "Marcia per la pace e la fratellanza fra i popoli" da Perugia ad Assisi a cui partecipano decine di migliaia di persone di diverso orientamento politico; viene procalmato che la pace "e' un bene troppo importante per lasciarlo nelle mani dei soli governanti". Perche' Capitini sceglie la forma della marcia e non del comizio? "Nella marcia - egli dice - non ci sono capi, ognuno e' uguale agli altri, e ognuno puo' esprimere la sua aspirazione con un cartello. La marcia tocca le case, si mostra al popolo, e' un atto piu' che parole". (Soccio p.309)
Il 18 novembre il sindaco di Firenze Giorgio La Pira fa proiettare il film "Non uccidere", del regista francese Claude Autant-Lara. Il film narra un fatto accaduto realmente, quello di un giovane francese che si rifiuto' di indossare l'uniforme militare perche', come cattolico, non voleva imparare ad uccidere. Poiche' il film esaltava la figura di un obiettore di coscienza, la commissione ministeriale sulla censura vi aveva rintracciato il reato di istigazione a delinquere e lo escluse dalle sale cinematografiche. Tale censura aveva gia' suscitato l'indignazione del deputato Sandro Pertini che, assieme ad altri socialisti, aveva presentato un'interrogazione parlamentare. Ma il sindaco va oltre e, con un atto di disobbedienza civile, infrange, nella citta' di cui e' sindaco, il divieto di proiezione e invita giornalisti e uomini di cultura a vedere il film. Scoppia un caso internazionale, dato che anche in altre nazioni il film era stato boicottato fin dall'inizio, tanto che per girarlo il regista era stato costretto ad andare in Jugoslavia, poiche' ne' la Francia ne' l'Italia avevano autorizzato le riprese nel loro territorio. (Albesano p.62)
Una sentenza del Tribunale Supremo Militare respinge la tesi della difesa di alcuni obiettori, la quale sosteneva che tra i diritti umani fondamentali tutelati dall'art.2 della Costituzione fosse compreso il diritto di non uccidere. (Albesano p.65)

1962
Rifiuta di indossare la divisa Giuseppe Gozzini, primo obiettore di coscienza cattolico che in Italia entra in galera per corenza con il quinto comandamento: "Non uccidere".
In Francia - dopo il dibattito suscitato dal film "Non uccidere" di Claude Autant-Lara - viene approvata una legge che consente l'obiezione di coscienza.

1963
Un'altra serie di episodi fa discurere: si dichiarano obiettori di coscienza il laico socialista Susini e i cattolici Viale e Fabbrini. L'obiezione di coscienza apre un dibattito pubblico: padre Balducci, che solidarizza con gli obiettori, vIenE denunciatO per apologia di reato. Ecco la dichiarazione che "incrimina" Padre Balducci: "Quando in nome della patria si spregiano gli scrupoli della coscienza e si oltrepassano i superiori limiti tra il giusto e l'ingiusto siamo gia' nel paganesimo. Motivo di piu', questo, per avere un attimo di silenziosa ammirazione per coloro che a proprie spese testimoniano un'assoluta volonta' di pace (...) Un cattolico in caso di guerra totale ha, non dico il diritto, ma il dovere di disertare". (Albesano p.71)
Sul Resto del Carlino Salvador De Madariaga scrive: "Il modo migliore per mettere al bando le bombe e' quello di mettere al bando i pacifisti". (Albesano p.72)

1965
L'11 febbraio un gruppo di cappellani militari in congedo della Toscana votano un ordine del giorno in cui "considerano un insulto alla Patria e ai suoi caduti la cosiddetta "obiezione di coscienza", che, estranea al comandamento cristiano dell'amore, e' espressione di vilta'". Don Milani riponde inviando una lettera ai giornali che e' considerata ancora oggi un documento della cultura della pace: viene denunciato. Comincera' per don Milani un lungo processo che durera' fino alla sua morte.

1966
Il 4 novembre viene dichiarato dagli antimilitaristi "non festa ma lutto" e in occasione delle parate militari sono organizzate delle contomanifestazioni. "Rifiutando il significato nazionalista, patriottardo, militarista che ufficialmente veniva dato alla manifestazione - scrive Matteo Soccio - i nonviolenti sostenevano un modo migliore di onorare i caduti, quello di festeggiare la vittoria della pace sulla guerra". (Soccio p.315)

1967
Danilo Dolci presiede un comitato che promuove una marcia per la pace nel Vietnam che parte il 4 novembre e si snoda per tutta l'Italia, giungendo davanti a Montecitorio il 29 novembre. La marcia, a cui partecipano esponenti dell'America dissidente e pacifista e una rappresentanza vietnamita, chiede una dissociazione del governo italiano dall'aggressione Usa nel Vietnam.

1968
Il 15 gennaio un terribile terremoto distrugge la valle del Belice in Sicilia. La colpevole lentezza con cui lo stato procede nella ricostruzione, spinge millecinquecento terremotati a presidiare Montecitorio a marzo: il Parlamento approva rapidamente la legge sulla ricostruzione. Ma la legge non viene applicata e gli abitanti del Belice avviano alcune forme di disobbedienza civile, fra cui il rifiuto del servizio di leva. Alla fine di un nuovo presidio, i giovani del Belice vengono esonerati dal servizio militare per potersi dedicare alla ricostruzione dei paesi distrutti. (Soccio p.306)

1970
Manrico Mansueti, impiegato comunale di Sarzana (La Spezia), detrae dalla sua dichiarazione dei redditi il 12,5%. Non vuole destinare tale somma al Ministero della Difesa ma ad un lebbrosario in India. Motiva tale intenzione con una lettera all'Ufficio delle Imposte dirette e, per conoscenza, al Ministero della Difesa e delle Finanze. Ne parlano i giornali e Mansueti riceve diverse attestazioni di solidarieta', fra cui quella del Consiglio Comunale di Sarzana, espressa in un apposito ordine del giorno.
L'esempio di Mansueti viene seguito in quell'anno da Giuseppe Franchi, insegnante di Borgo a Buggiano (Pistoia). Negli anni successivi le obiezioni alle spese militari si faranno piu' frequenti fino a diventare una campagna nazionale ufficiale nel 1981.
Si verificano anche forme di non collaborazione e di boicottaggio per protestare contro la violazione dei diritti umani in Grecia ad opera della "dittatura dei colonnelli": trentacinquemila portuali si rifiutano di scaricare merci da navi greche per solidarieta' con la lotta del popolo greco.
(Soccio p.298)

1972
Viene approvata la prima legge sull'obiezione di coscienza.

1973
Pinochet prende il potere in Cile con un golpe ai danni del presidente socialista Allende, democraticamente eletto; con il sostegno della Cia, Pinochet elimina migliaia di socialisti e comunisti. I portuali italiani boicottano le navi cilene rifiutandosi di scaricare le merci importate dal Cile e di caricare macchinari destinati al Cile. (Soccio p.298)