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ORDINI RELIGIOSI ED ERESIE
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Nel corso dei secoli XII e XIII, in un clima di forte espansione economica e demografica e di sviluppo delle città, e soprattutto in contrasto con i progetti di supremazia della Chiesa anche in ambito temporale (la concezione teocratica di Innocenzo III e Bonifacio VIII), si assiste al nascere e al propagarsi di movimenti ereticali, movimenti spirituali che nascono dal basso e tra loro assai diversi, ma con una comune aspirazione, quella di un profondo rinnovamento della vita e dei costumi ecclesiastici: in dura polemica con la mondanizzazione e la corruzione della Chiesa la volontà degli eretici era quella di ripristinare la purezza del messaggio evangelico e sostenere il diritto, anche per i laici, a un rapporto diretto con la parola di Dio.

Tra i movimenti eretici più famosi si ricordano alcuni come i Patarini, Valdesi, Apostolici, Umiliati, che si affermano nelle regioni che avevano vissuto lo sviluppo della società urbana (fiandre, Francia meridionale, Italia settentrionale) , e i Catari, o Albigesi, diffusi in Provenza, Linguadoca e Lombardia, ma con propaggini anche in Germania ed Inghilterra.

La Chiesa ufficiale, dopo aver usato le armi della dura repressione e persino della crociata, comprende che il problema non può essere risolto solo con la forza e avverte la necessità di inserirsi maggiormente nella vita sociale, di far proprie le spinte al rinnovamento provenienti dalla società del tempo, sottraendole al richiamo dell’eresia. Nascono così gli ordini mendicanti, quello domenicano, o dei predicatori, e quello francescano, o dei frati minori, che lottarono in difesa dell’ortodossia cattolica con le armi della predicazione, dell’apostolato religioso, della persuasione.

L’ordine dei domenicani, fondato da Domenico da Guzman nel 1206 e approvato da papa Onorio III nel 1216, nacque con l’obiettivo specifico di battersi contro l’eresia, e si specializzò nella predicazione missionaria, nella traduzione in volgare di testi spirituali, nella polemica dottrinale e nella teologia, di cui fu maestro Tommaso d’Aquino.

Quello dei francescani, fondato da San Francesco d’Assisi nel 1200 c.a. e approvato ufficialmente da papa Onorio III nel 1223, operò invece in più stretto rapporto con la religiosità delle masse e assunse a norma fondamentale di vita una costante pratica di semplicità, umiltà e povertà secondo il più genuino spirito evangelico. Ma il movimento suscitò anche non poche diffidenze da parte delle gerarchie ecclesiastiche, che furono molto caute nell’accettarne tutte le implicazioni, e operarono per renderne innocue le spinte più rivoluzionarie.


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