Eva Braun
Il diario di Hitler

La vita SESSUALE del FUHRER rimase avvolta nel mistero anche per i suoi amici intimi, nel senso che neppure loro sapevano se esistesse. Certamente Hitler aveva avuto delle amiche e in genere si dimostrava affettuoso con le donne, purché non rnostrasserro ambizioni intellettuali, ma in modo piuttosto cavalieresco, passivo. Nelle conversazioni, ostentava una triviale propensione ad approvare tutti i legami sessuali indiscriminatamente, ma soprattutto in riferimento alla necessità di perpetuare e moltiplicare la razza; tuttavia, personalmente, non manifestò mai il desiderio di avere figli propri né di sposarsi. Forse riteneva che il matrimonio potesse declassarlo dal ruolo di uomo del destino. Poiché Hitler considerava le normali relazioni fra gli uomini alla stregua di 'debolezze', molti hanno pensato che egli stesso fosse impotente o malato. In effetti, sono tutte teorie sostenibili, ma la sua storia affettiva ce lo presenta comunque come un megalomane per il quale l'amore ed il sesso rivestivano minore importanza che per la maggior parte degli uomini.

un fotogramma raffigurante Èva. Brami, tratto da un filmino amatoriale. Dal suo diario, emerge la figura di una donna sola ed infelice.

 

 


25 gennaio 1942

Esistono molte graziose fanciulle!  Nella mia giovinezza, a Vienna, ne ho conosciute molte.


 

Hitler stesso tentò di costruirsi fama di rubacuori, e si vantava anche di aver spopolato a Vienna, ai tempi della sua giovinezza; in realtà la sua carriera amorosa non sembra essere cominciata prima del rilascio dalla fortezza a cui era stato condannato dopo il fallito 'putsch della birreria'. In questo periodo della sua vita, nel quale era diventato una piccola celebrità, pur senza detenere ancora alcun potere, una serie di stelline in cerca di facile notorietà, come l'inglese Unity Mitford, si facevano vedere volentieri in sua compagnia. Tutto fa credere che Hitler abbia avuto relazioni superficiali con queste donne. Dal 1925 il Fuhrer fu legato alla nipote Geli Raubal; questa relazione ebbe un tragico epilogo.


una possibile rivale di Èva Braan, la moglie di un funzionario del partito, fotografata in compagnia di Hitler, nella cancelleria, nel 1939.

 

 

16 gennaio1942

In questo periodo (1927-1930) ho conosciuto molte donne.   Parecchie di loro mi hanno amato appassionatamente. Perché dunque non mi sono sposato? Alla più leggera imprudenza correvo il rischio di tornare in prigione per sei anni, perciò era escluso che potessi sposarmi. Dovetti anche rinunciare a molte occasioni.


Come avrebbe affermato più tardi lui stesso, Hitler in quel tempo fu dedito agli svaghi, ma fu sempre attento anche ad evitare il matrimonio. Con Geli, tuttavia, le cose andarono in modo diverso. Lei era molto più giovane di Hitler, aveva solo 17 anni nel 1925, ma lui la condusse presto a vivere nei suoi appartamenti di Monaco e ad Obersalzberg. Sembra che per Geli la relazione sia stata troppo intensa; si mormorava anche che Hitler manifestasse appetiti sessuali innaturali e degradanti, ai quali la giovane non poteva opporsi. Hitler era profondamente geloso; quando scoprì che Geli aveva avuto una relazione con il suo autista, divenne una furia. Dopo una lite, il 17 settembre 1931, ella si sparò.

Il ricordo di questa tragedia si impresse profondamente nell'animo di Hitler, tanto che la minaccia del suicidio doveva diventare una delle armi più efficaci della sua più famosa amante, Èva Braun. Èva lavorava nel negozio di Heinrich Hoffmann, amico di Hitler e suo fotografo ufficiale. Era una bionda graziosa ma intellettualmente piuttosto limitata, proprio il tipo di Hitler, e, all'inizio, sembra che egli la invitasse qualche volta ad unirsi a lui ed ai suoi amici in gita o che le inviasse dei fiori; però, a differenza di Èva, non era seriamente innamorato. Nell'estate del 1932 Èva tentò il suicidio: aveva solo 21 anni. Meno di un anno dopo la morte di Geli, Hitler non poteva restare insensibile ad un gesto del genere.


1 febbraio 1943

Quando penso che una donna ha l'amor  proprio di andarsene, di rinchiudersi in una stanza e di spararsi immediatamente solo perché le sono state rivolte poche parole offensive, allora non posso avere nessun rispetto per un soldato che ha paura di comportarsi nello stesso modo.


 

Una specie di ossessione del suicidio sembra aver avuto una parte importante nella personalità di Hitler: nel contorto e quasi folle monologo con il quale reagì alla sua più grande delusione, la capitolazione del feldmaresciallo Paulus a Stalingrado, egli paragonò più volte la circostanza che Paulus fosse sopravvissuto alla prontezza con la quale le donne si tolgono la vita, e almeno uno degli esempi che citò corrispondeva da vicino alla sua esperienza con Geli.

Tornando al gesto di Èva, esso fu premiato: nonostante la disapprovazione dei genitori, andò ad abitare con Hitler. Hoffmann, che sulla questione era il più informato, pensava che anche allora lei non fosse sua amante in senso fisico. Hoffmann era altrettanto certo che, prima della tragica fine, lo fosse diventata, anche se non sapeva precisare quando.

Èva deve aver certamente sofferto dell'assoluto riserbo che Hitler mantenne sempre sulla loro relazione. Ella non occupava nessuna posizione ufficiale, perciò non doveva comparire in pubblico a fianco del Fuhrer. Durante la guerra, non le era consentito di accedere al quartier generale, dunque passava la maggior parte del suo tempo aspettando le brevi visite dell'indaffaratissimo amante. Era un'anima semplice i cui unici interessi erano lo sport, l'amore, il cinema. All'approssimarsi del crollo del Reich, Èva potè dimostrare la sua devozione: accorse a Berlino e fu a fianco di Hitler nei suoi ultimi giorni.

La sua fedeltà sopravvisse anche alla brutale esecuzione, ordinata dal sospettoso Fùhrer, del cognato, il giorno prima che si sposassero. Lo stesso matrimonio fu semplicemente un gesto, un premio ad Èva per i 'molti anni di autentica amicizia: venne celebrato nelle prime ore del 29 aprile.


28 aprile 1945

Sebbene durante tutti questi anni di lotta  io mi sia sempre detto convinto di non poter assumermi la responsabilità di un matrimonio, ora, prima che la mia vita si concluda, ho deciso di prendere in moglie la donna che, dopo  tanti anni di autentica amicizia, è venuta in questa città, già quasi assediata, di sua spontanea volontà per condividere il mio destino.


Èva non potè gioire a lungo dello stato matrimoniale, per tanti anni sognato; entrambi si suicidarono il 30 aprile 1945 e i loro corpi furono cremati per evitare che cadessero nelle mani delle sopraggiungenti truppe russe.