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Domenico Ghirlandaio
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Domenico Bigordi detto il Ghirlandaio (perchè inventò le ghirlande per adornare la fronte delle fanciulle fiorentine), nacque l'11 Gennaio 1449. Fu allievo del pittore Alessio Baldovinetti ma, nella sua formazione artistica e nel primo periodo dell'attività, risentì dello stile dei grandi maestri del XV secolo: Giotto, Masaccio, Andrea del Castagno e Domenico Veneziano.

Se si eccettua il periodo trascorso a Roma, dove lavorò per papa Sisto IV nella Cappella Sistina, Domenico visse sempre a Firenze (chiesa S. Trinità, affreschi con Storie di S. Francesco e la pala con l'Adorazione dei pastori, 1483-1486), divenendo uno dei più importanti maestri della scuola fiorentina. Attento in seguito alle formule del Verrocchio e a quelle del primo Leonardo, si avvicinò anche alla cultura fiamminga ("Vecchio e nipote", Parigi, Louvre; Cenacolo, 1480, Firenze, chiesa di Ognissanti).

Il realismo e la perfezione del tratto che caratterizzavano le sue opere ne fecero un artista molto richiesto, tanto che diversi esponenti della borghesia cittadina divennero suoi mecenati. Eseguì affreschi e dipinti di soggetto religioso, introducendo spesso nella composizione scene di vita fiorentina e ritratti di personaggi contemporanei.
Nelle sue opere rielabora la tecnica del Masaccio, lo stile di Filippo Lippi ed il realismo nordico conosciuto attraverso il fiammingo Hugo van der Goes, dando vita a scene altamente estetiche ed armoniose che, al di là del soggetto, costituiscono preziosi documenti della quotidianità del suo tempo.

In un libro di preghiere del 1454, il "zardino de oration", ad esempio, viene descritta la "meditazione intuitiva", con la quale si riusciva a trasferire mentalmente gli avvenimenti dei testi sacri nella propria città natale. Il Ghirlandaio ha realizzato questo precetto facendo rivivere le storie bibliche in un contesto familiare e fra persone viventi all'epoca.
Ad ogni modo, si distinse particolarmente per gli affreschi, tra i quali ricordiamo "La vocazione di san Pietro e di Sant'Andrea" (1481-82, Cappella Sistina, Città del Vaticano); "le Storie di san Francesco" (1485, cappella Sassetti in Santa Trinità, Firenze), considerato il suo capolavoro; "le Storie della Vergine e del Battista" (1485-1490, coro della chiesa di Santa Maria Novella, Firenze), alle quali collaborò il fratello Davide. Dipinse inoltre pregevoli pale d'altare, quali "l'Adorazione dei pastori" (1485, Santa Trinità) e "Madonna in gloria e santi" (1490 ca., Alte Pinakothek, Monaco).
Le rappresentazioni un po' statiche che talvolta si incontrano nelle sue realizzazioni non dimostrano limitatezza di mezzi espressivi, bensì riflettono il gusto dell'epoca e, in particolar modo, dei committenti.
Degli ultimi anni sono alcune opere di cavalletto come l'Adorazione dei Magi e il "Vecchio e nipote" (1480, Louvre, Parigi), alcuni ritratti femminili (Giovanna Tornabuoni, Madrid, collezione Thyssen-Bornemisza), "la Visitazione" (1491, Parigi, Louvre).
Tra gli allievi di Domenico Ghirlandaio figura l'artista più celebre del Rinascimento italiano, Michelangelo.


Vedi il Quindicesimo Secolo