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Papa Innocenzo X
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Innocenzo X al secolo Giovanni Battista Pamphili (6 maggio 1574 - 5 gennaio 1655), fu Papa dal 1644 al 1655. Nato a Roma nel 1574, ottenne la dignità di cardinale nel 1629. Con l'aiuto dell'influenza francese, il Caridnale Pamphili venne scelto a succedere a Urbano VIII come Papa il 15 settembre 1644. Educato come avvocato, fu uno dei pontefici più abili della sua epoca dal punto di vista politico, ed aumentò notevolmente il potere temporale del Vaticano.

Il conclave per l'elezione di un successore di Urbano VIII fu lungo e agitato, si svolse dal 9 agosto al 15 settembre 1644. La fazione francese obbiettò al candidato spagnolo, in quanto nemico del Cardinale Mazarino che guidava la politica francese, ma trovò che Pamphili fosse un compromesso accettabile. Subito dopo la sua ascensione, Innocenzo iniziò un'azione legale contro i Barberini per appropriazione indebita di fondi pubblici, un crimine facilmente dimostrabile nelle corti del XVII secolo. Antonio e Francesco Barberini fuggirono a Parigi, dove trovarono un potente protettore nel Mazarino. Innocenzo confiscò le loro proprietà, e il 19 febbraio 1646, emise una bolla la quale ordinava che tutti i cardinali che avessero lasciato gli Stati Pontifici per sei mesi senza l'espressa autorizzazione del Papa, dovevano essere privati dei loro benefici ed eventualmente del cardinalato. Il parlamento francese dichiarò l'ordinanza papale nulla in Francia, ma Innocenzo non cedette fino a quando Mazarino non si preparò a inviare truppe in Italia. Da questo punto, la politica papale nei confronti della Francia divenne più amichevole, e in seguito anche i Barberini vennero riabilitati.

Durante il suo regno, l'influenza esercitata su di lui da Olimpia Maidalchina, moglie del suo fratello scomparso, fu molto grande, e tale da far sollevare un grosso scandalo, il quale comunque sembra non avesse fondamento. Innocenzo obbiettò alle conclusioni cui giunse la Pace di Westfalia, contro la quale il suo nunzio protestò invano a suo nome, e contro cui emanò la bolla Zelo Domus Dei nel novembre 1648. La più importante delle sue decisioni dottrinarie fu la condanna delle cinque proposizioni giansenite nel 1653. L'avarizia della sua consigliera diede al suo regno un tono di oppressione e di sordida ingordigia, che probabilmente non avrebbe altrimenti mostrato, in quanto Innocenzo non fu privo di impulsi nobili e riformatori.

Una misura della rivalità tra le due "arriviste" famiglie papali, i Barberini e i Pamphili, si può avere dal dipinto di Guido Reni dell'Arcangelo Michele che schiaccia Satana, nel quale la fisionomia del Cardinal Giambattista Pamphili è immediatamente riconoscibile. Questa "dichiarazione politica" è ancora visibile nella Chiesa dei Cappuccini di Santa Maria della Concezione a Roma. Durante il papato di Urbano VIII (Maffeo Barberini, 1568-1644), il suo principale rivale nel Collegio dei Cardinali fu Giovanni Battista Pamphili. Antonio Barberini, il fratello del Papa, fu un cardinale che aveva iniziato la sua carriera tra i Frati Cappuccini. Attorno al 1635, all'apice della Guerra dei trent'anni tra Protestanti e Cattolici in Germania, nella quale il papato fu coinvolto in maniera intricata, il Cardinale Antonio commissionò un dipinto del combattivo Arcangelo Michele, che schiacciava Satana (fonte di eresia ed errore), per la chiesa del suo vecchio ordine.

La leggenda secondo cui il pittore Guido Reni, la cui eleganza personale era quanto meno pari a quella del suo brillante stile pittorico, fosse stato insultato dalle voci messe in circolazione, così credeva, dal Cardinal Pamphili, servì a produrre l'atto di vendetta che non venne supervisionato (né scoraggiato) dal suo patrono Barberini. Quando pochi anni dopo Pamphili divenne Papa, Antonio Barberini scappò in Francia a causa delle accuse menzionate in precedenza, ma i Cappuccini difesero il loro capolavoro.

Innocenzo X morì il 5 gennaio 1655. Gli successe Papa Alessandro VII.