Albert Kesselring
Generalfeldmarschall der Luftwaffe

Nato nella Bassa Franconia il 20 novembre 1885, si arruolò nel 1904 nel 3° Reggimento artiglieria a piedi bavarese di stanza a Metz con il grado di sottotenente; nel 1907 conseguirà il grado di tenente. Diviene uno specialista in rilevamenti topografici e nel rilevamento delle artiglierie nemiche. Durante la prima guerra mondiale ebbe diversi incarichi di stato maggiore presso lo stato maggiore generale.

Nel 1919 entra a far parte della Reichswehr come comandante del III Corpo d'armata Bavarese (Norimberga). Il 1° ottobre 1922 viene trasferito al Heeresleitung (alto comando dell'esercito) a Berlino, e nel 1930, con il grado di colonnello, ebbe il comando del 4° Reggimento artiglieria (Dresda).

Dall'ottobre 1933, divenne Verwaltungschef (direttore) della nuova Luftfahrtkommissariat (commissione dell'aviazione). Dal giugno 1936 divenne capo di stato maggiore dell'aviazione e direttore di tutte le attività di addestramento del personale dell'aviazione. Kesselring organizzò anche le truppe contraeree e quelle delle trasmissioni. Nel giugno del 1937 con il grado di General der Flieger (generale d'aviazione) ebbe il comando della III Luftkreis (Dresda). Divenne comandante della 1ª Luftflotte (flotta aerea) nell'ottobre del 1938; nel settembre 1939 la 1ª Luftflotte fu assegnata al Gruppo d'armata nord che avrà un ruolo importante nell'invasione della Polonia.

Nel gennaio 1940 assunse il comando della 2ª Luftflotte operante sul fronte occidentale; il 19 luglio dello stesso anno fu promosso Generalfeldmarschall. Dopo la disfatta subita nella Battaglia d'Inghilterra (estate 1940), dal dicembre 1941 divenne comandante in capo delle forze aeree tedesche nel Mediterraneo e in Africa settentrionale.

Dal 1943 fu designato quale comandante in capo della Wehrmacht sul fronte meridionale.

Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre orrende stragi di innocenti), Albert Kesselring, comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri 8 anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.
A tale affermazione rispose Piero Calamandrei, con una famosa epigrafe (recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio di ), dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista. L’epigrafe afferma:

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA