Immanuel Kant
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Immanuel Kant (Königsberg, Germania, 22 aprile 1724 - 12 febbraio 1804),

Nacque a Königsberg, da una famiglia d'origine scozzese, ed ebbe un'educazione religiosa orientata decisamente verso il pietismo nel Collegium Fridericianum (il cui direttore era Franz Albert Schultz), il più importante punto di riferimento d'attinenza specifica sullo studio del pensiero di quel periodo. Nel 1740, Kant uscì dal collegio per intraprendere studi filosofici, di teologia e di matematica all'università di Königsberg, dove fu suo maestro Martin Knutzen, docente di matematica e fisica newtoniana.

In seguito ebbe delle esperienze come precettore privato, e nel 1755 ottenne la licenza di docente all'università, mansione che esercitò per quindici anni. Lavorò come sottobibliotecario presso la Reale Biblioteca, e fu nominato, nel 1770, professore di metafisica e logica sempre all'università di Königsberg, dove svolse la professione sino alla morte avvenuta nel 1804, adempiendo con grande scrupolosità ai suoi doveri accademici anche quando per debolezza senile gli divennero estremamente gravosi.

La vita di Kant fu priva di avvenimenti sconvolgenti, dedicata interamente alle attività intellettive, a cui fece cornice uno stile di vita molto regolare ed abitudinario. L'unico fatto degno di nota forse, fu lo screzio che ebbe con il governo di Prussia a seguito della seconda edizione, pubblicata nel 1794, di Religione nei limiti della semplice ragione, ma con l'incoronazione di Federico Guglielmo III la libertà di stampa venne ripristinata e Kant rivendicò la libertà di pensiero nel Conflitto delle facoltà, del 1798.Mori nel 1804 colpito dal morbo di Alzheimer. Sulla sua lapide vi è una frase che ci indica la sua filosofia "Due cose riempiono il mio animo di gioia e ammirazione : il cielo sopra di me e la legge morale dentro di me."

fu un impareggiabile filosofo tedesco la cui importanza è da attribuirsi alla rivoluzionaria tipologia di studio della gnoseologia, ossia quella parte della filosofia che si occupa del problema della conoscenza.

Quella di Kant è una filosofia atta a mettere in discussione i fondamenti del sapere per poter appurare quali ambiti della conoscenza possano dirsi validi. Tali riflessioni sono contenute nella celeberrima opera Critica della ragion pura.

Passando attraverso l'approfondimento della teoria di Isaac Newton approdò all'illuminismo e diede inizio ad una ricerca che lo portò fino al superamento dei suoi concetti ed ideali. Il decisivo incontro con lo scetticismo di David Hume, che aveva teorizzato l'impossibilità di fondare la conoscenza ed il sapere, lo indusse ad indagare sui fondamenti della conoscenza.

Su questa via, Kant indagò la ragione come strumento di conoscenza, per scoprirne i limiti e le potenzialità. L'innovazione conseguita consistette dunque ad un'indagine sul soggetto per valutarne la disponibilità di potenziali strumenti intellettuali e misurarne la validità.

Il perimetro della conoscenza in una filosofia post-kantiana esclude l'io, la cosa-in-sè (ovvero la materia, di cui nemmeno la scienza da definizione) e Dio. Per l' io e Dio il motivo è che "la ragione che pretende di parlare dell'incondizionato cade in contraddizione" e l'incondizionato in quanto libero può porsi al di sopra del principio di non-contraddizione,tenendo condotte incoerenti. Senza questo principio, come mostrava Aristotele, resta solo l'opinione e non si da verità necessaria;per ragionare dell'io e di Dio, la filosofia dovrebbe negare la libertà che è la loro essenza.

Dentro questa verità, Hegel rileverà che la contraddizione in essere e non-essere è un momento dell'Assoluto (la tesi e l'antitesi) di cui non si può parlare, ma che è rivelato. Esso però si ricompone in una sintesi da cui comincia il campo della ragione.

Il paradosso delle due totalità che la filosofia si portava dietro fin dall'inizio, viene accantonato dicendo che è inevitabile che vi sia un paradosso, e che questo compare all'inizio del pensiero filosofico perché è all'inizio del dispiegamento dell'Assoluto che è la storia della filosofia.