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Ordini Cavallereschi
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Ordini Cavallereschi

Gli ordini più importanti furono: Ordine dei Templari,creato nel 1118, che si assunse il compito di difendere le strade dalle incursioni dei predoni; Ordine Teutonico, fondato da Federico Barbarossa; Ordine del Santo Sepolcro, che si crede fondato dai Crociati, con il compito di difendere i sacri monumenti; Ordine Ospedaliero di San Lazzaro che aveva il compito di raccogliere e curare i lebbrosi.
Ma il più famoso di tutti divenne l'Ordine Ospedaliero di San Giovanni di Gerusalemme, che fu poi chiamato dei Cavalieri di Cipro, di Rodi e di Malta a secondo del luogo dove aveva sede. Questo Ordine era sorto all'inizio con il compito di assistere i pellegrini, ma, quando i musulmani riconquistarono la Palestina, si trasferì altrove ed intraprese una tenacissima lotta contro l'Islamismo.
Stabilitosi a Malta, vi rimase, esercitando poteri sovrani, fino al 1798, allorché Napoleone occupò l'isola facendone una base francese.
Benché sia privo di un territorio sul quale esercitare la propria sovranità, l'Ordine dei Cavalieri di Malta esiste tuttora ed è riconosciuto da molti Stati, presso i quali ha rappresentanze diplomatiche.

Investitura del Cavaliere

L’evoluzione della Cavalleria e i suoi nuovi programmi ideali si riflettono anche esteriormente nelle formule del rituale con cui si celebra l’investitura cavalleresca. Nel XII secolo il cerimoniale dell’investitura si va sempre più complicando e a mano a mano che la Chiesa fa sentire sempre più viva la sua influenza, la cerimonia si trasforma fino ad assumere un evidentissimo carattere di rito religioso. Prima della vestizione il novizio deve prendere un bagno purificatore del proprio corpo e liberare l’anima dai peccati con la confessione; indossa poi le vesti benedette (un camice bianco e una sopraveste scarlatta) ed è accompagnato dai valletti nella cappella dove trascorre la notte in preghiera (vigilia d’armi); con lui vegliano i suoi padrini, che nei giorni precedenti lo hanno ammaestrato sui doveri morali del suo nuovo stato. Al mattino il giovane assiste al sacrificio divino e si comunica alla presenza dei parenti e degli invitati. Terminata la cerimonia religiosa, la sua spada, che è stata posta sull’altare insieme con le altre armi fin dalla sera prima, viene benedetta. Si giunge così al momento culminante Scena di investitura cavalleresca.
della cerimonia: il padrino, in tempi successivi sostituito dallo stesso sacerdote, dopo aver fatto giurare al giovane sul santo Vangelo di non venire mai meno ai doveri che competono al cavaliere, compie gli ultimi e più solenni atti di tutto il rituale: la collata e la consegna della spada. La collata, di uso antichissimo, è un colpo vibrato di piatto con la spada sulla nuca o sulla spalla (a volte sostituito da uno schiaffo sulla guancia), che assume contemporaneamente valore reale e simbolico.
Il forte colpo ricevuto è infatti la prima prova di forza a cui il neo cavaliere viene sottoposto: sarebbe un grave disonore se egli barcollasse o mostrasse un qualsiasi trasalimento. Con fermezza egli deve sostenere il colpo che sarà, simbolicamente, anche l’ultimo che il cavaliere accetterà di ricevere senza rispondere all’offesa.
La solenne cerimonia si conclude con il conferimento effettivo della dignità cavalleresca, attraverso la consegna della spada che d’ora in avanti dovrà servire al cavaliere per difendere la fede, la giustizia e ogni altra nobile causa.

L'educazione del Cavaliere

Il Cavaliere, anche se di origine nobile, non può, senza una guida, raggiungere quell’abilità tecnica, quella raffinatezza di modi, e la conoscenza dei propri doveri, che sono ormai le doti indispensabili per far parte della Cavalleria. Occorre una preparazione ben più lunga e complessa di quando il cavaliere era solo un soldato: per questo si inizia fin dalla più tenera età, senza perdere di vista il suo indirizzo morale, fisico e mondano.
L’educazione cavalleresca si può considerare la prima forma di educazione laica dell’alto Medioevo, anteriormente al diffondersi delle università e delle scuole comunali: essa infatti si compie nel castello e nelle corti feudali per opera prevalente di maestri laici.
Il futuro cavaliere deve apprendere, nel periodo di tirocinio che precede l’investitura, l’arte e l’abilità tecnica di usare le armi, insieme a nuove e più raffinate abitudini. Nel castello del padre, a sette anni, egli già si esercita a cavalcare, a tirare di scherma, a maneggiare le diverse armi; ma per arricchire la sua preparazione in genere viene inviato, verso i quattordici anni, come scudiero o armigero, presso un altro castello o addirittura (secondo il grado della sua famiglia nella gerarchia feudale) presso il sovrano.

Qui le sue mansioni sono svariate:
da una parte non deve disdegnare i servizi più umili come il servire a tavola in occasione di banchetti, portare le armi del signore e accudire al suo cavallo; dall’altro nell’ambiente raffinato ed elegante delle corti impara la danza, il canto, l’arte di conversare, i giochi di società e a volte anche nozioni di lettere e d’arte. Il giovane si prepara in questo modo a divenire, oltre che un prode guerriero, un uomo di mondo dalle belle maniere e dalla squisita cortesia.
A ventuno anni, se, insieme alla cortesia e alla gentilezza, egli è in grado di dimostrare di essere in possesso delle qualità morali e delle virtù che competono a un cavaliere, entrerà a far parte di quella ristretta classe a cui possono accedere soltanto quanti hanno dato prova di esserne in tutto e per tutto all'altezza.


Vedi il Dodicesimo Secolo