PEARL HARBOR

Il 7 dicembre 1941 alle 7:49 del mattino, ora delle isole Hawaii, 183 caccia modello Zero dell'aviazione giapponese attaccano di sorpresa la flotta americana del Pacifico, all'ancora nella base militare di Pearl Harbor. Tre ore dopo l'attacco il Giappone dichiara guerra agli Stati Uniti. Nel corso dei bombardamenti, che durano pochi minuti, muoiono 2.403 americani, tra civili e militari, i feriti sono 1.178. Le prime notizie dell'attacco giapponese vengono trasmesse dalla rete radiofonica NBC.
Il giorno successivo il Presidente americano F. D. Roosevelt, con l'approvazione del Congresso, dichiara guerra al Giappone. Quattro giorni dopo, la dichiarazione di guerra viene estesa ai restanti paesi dell'Asse: Italia e Germania.
L'attacco giapponese non fu un evento inaspettato. Nel novembre del 1941 l'Ammiraglio H."Betty" Stark, di stanza nel Pacifico, aveva inviato il seguente messaggio: "Questo è un avvertimento di guerra. Un mossa aggressiva da parte giapponese è prevista nei prossimi giorni."
I motivi dell'aggressione devono essere ricercati nell'embargo sull'olio e i minerali di ferro imposto al Giappone dagli Stati Uniti il 26 luglio del 1941, due giorni dopo l'invasione giapponese dell'Indocina Francese, oggi Repubblica Socialista del Vietnam.
Sull'attacco giapponese a Pearl Harbor esistono pochissime fotografie e una breve sequenza cinematografica, girata da un amatore il mattino dell'attacco. Nel 1943 John Ford, su incarico della Marina USA realizzò "December 7th", un film su quel drammatico evento.
Dopo Pearl Harbor si scatenò in tutta l'America una violenta forma di razzismo nei confronti dei giapponesi-americani che sfociò nell'internamento degli americani di origine giapponese in veri e propri campi di concentramento.
Le prime avvisaglie della crisi
Nel 1931, a seguito di uno scontro militare, il Giappone allargò i suoi confini alla Manciuria ed entrò in guerra con la Cina (seconda guerra Sino-Giapponese del 1937). Queste regioni erano povere di petrolio e materie prime; l'espansione dell'impero giapponese lungo queste direttrici era dovuto a motivazioni diverse dall'acquisizione di materie prime. Nel settembre 1940, il Giappone firmò il Patto tripartito con le Potenze dell'Asse e occupò il nord dell'Indocina francese. La regione era poco difesa e ricca delle materie prime e del petrolio delle quali il Giappone è sempre stato un territorio povero. Gli Stati Uniti decisero l'embargo sulle esportazioni di ferro e acciaio verso il Giappone.
Nel 1941 il Giappone attaccò Hong Kong, le Filippine, Wake Island, Malaisia, e Thailandia, e affondò la navi inglesi HMS Prince of Wales e Repulse.
Fra le motivazioni dell'embargo statunitense, si è pensato ad una reazione alle invasioni militari del Giappone; si è anche ravvisato l'inizio di un prevedibile conflitto per una risorsa scarsa, il petrolio, che non era sufficiente per la crescita industriale delle due potenze.
Il 25 luglio 1941 Franklin Delano Roosevelt congelò i conti correnti dei giapponesi negli Stati Uniti e vietò le esportazioni di petrolio in Giappone. La flotta militare americana dava attuazione all'embargo, bloccando le navi dirette da altri stati verso il Giappone con carico di petrolio o acciaio o ferro. Alle navi giapponsi venne vietato l'accesso al Canale di Panama.
Il Giappone importava il 100% del petrolio via mare dall'America e la sua scorta di sicurezza era sufficiente al massimo per nove mesi. Il petrolio era la principale fonte per la produzione energetica ed era essenziale alle tecnologie militari in uso in tutti gli eserciti dell'epoca, incluso l'esercito giapponese. Un blocco dei rifornimenti di petrolio avrebbe bloato flotta aerea, navale trupe di terra in caso di un eventuale conflitto con l'America.
I negoziati fra Giappone e America culminarono nella Hull Note del 26 novembre 1941, che il generale Hideki Tojo, Capo di Gabinetto del Giappone definì un "ultimatum".
L'8 dicembre 1941, il Congresso degli Stati Uniti dichiarò guerra al Giappone, con il solo voto contrario di Jeannette Rankin.