PREGHIERA DEL RIBELLE

Teresio Olivelli
(inverno 1943.1944)

Il profondo senso umano e religioso della Resistenza emerge da questo scritto di Teresio Olivelli organizzatore delle Fiamme Verdi del bresciano, rettore del Collegio Ghisleri di Pavia, datosi alla macchia, catturato e deportato morirà nel campo di eliminazione di Herbruck nel gennaio 1945.

SIGNORE
Che fra gli uomini drizzasti la Tua Croce, segno di contraddizione, che predicasti e soffristi la rivolta dello spirito contro le perfidie e gli interessi dei dominanti, la sordità inerte della massa, a noi oppressi da un giogo oneroso e crudele che in noi e prima di noi ha calpestato Te fonte di libere vite, dà la forza della ribellione.
DIO
Che sei Verità e Libertà, facci liberi e intensi, alita nel nostro proposito, tendi la nostra volontà, moltiplica le nostre forze, vestici della Tua armatura: noi Ti preghiamo. Signore.
TU
Che fosti respinto, vituperato, tradito, perseguitato, crocefisso, nell'ora delle tenebre ci sostenti la Tua vittoria: sii nell'indigenza viatico, nel pericolo sostegno, conforto nell'amarezza. Quanto più s'addensa e incupisce l'avversario, facci limpidi e diritti.
Nella tortura serra le nostre labbra. Spezzaci non lasciarci piegare. Se cadremo, fa che il nostro sangue si unisca al Tuo innocente e a quello dei nostri Morti, a crescere al mondo giustizia e carità.
TU
Che dicesti “Io sono la resurrezione e la vita” rendi nel dolore all'Italia una vita generosa e severa. Liberaci dalla tentazione degli affetti:, veglia Tu sulle nostre famiglie.
Sui monti ventosi e nelle catacombe della città, dal fondo delle prigioni, noi Ti preghiamo: sia in noi la pace che Tu solo sai dare.
DIO
Della pace degli eserciti. Signore che porti la spada e la gioia, ascolta la preghiera di noi,
RIBELLI PER AMORE

Pubblicata nel giornale clandestino “II ribelle”, n. 4 e ripresa in La resistenza nella letteratura, a cura dell'Associazione Partigiani A. Di Dio, Milano, 1955, p. 149