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Proclama di Garibaldi agli studenti di Pavia (1859)
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Giovani studenti dell’Università di Pavia

"Se nel corso della vita v’è parola gradita al mio cuore e ineffabile, è quella che mi viene da voi in questi giorni. Eletti giovani!... vergine e pura speranza d’Italia, io vi rispondo tutto commosso... vedete!... tutto commosso di gratitudine e di rispetto... come se fossi alla presenza di un areopago ideale di uomini... che formeranno la grandezza avvenire della patria! di questa patria che uomini perversi vogliono nuovamente immergere nel fango, ma che s’incamminerà, malgrado di codesti malvaggi, al compimento dei grandi destini che le ha assegnato la provvidenza!... sì, alcuni malvaggi... sono quelli che si sforzano di fare ostacolo all’opera magnifica della nostra risurrezione!... e primi fra di essi sono quelli istessi che, nella storia del nostro paese, segnarono a fianco del loro stabilimento, l’abbassamento e i mali inenarrabili d’Italia; quelli stessi che, falsando le massime sublimi di Cristo, alle quali sostituirono la menzogna... hanno patteggiato coi potenti per far schiava l’Italia!... e si sono ridotti al mestiere abbietto di spioni e di ruffiani!... quelli stessi che per isfogare la loro libidine... dettero al mondo lo spettacolo spaventevole dei roghi!... che rinnoverebbero oggi, se il buon senso delle nazioni non li trattenesse;... roghi, ossia, nel loro linguaggio evangelico — auto-da-fé — che vuol dire bruciare vive povere creature innocenti!... coloro che inventarono la tortura, e l’impiegherebbero contro uomini liberi... se lo potessero.

"Sì, anche oggi!... quelli stessi che, negando al più grande degli Italiani le sue meravigliose e sublimi scoperte, lo trascinarono all’orribile, infame tortura, e procurarono così di rapire all’Italia la maggiore delle sue glorie!... Oh! nel pensare alle torture di Galileo e a quelle di tanti secoli della nostra infelice Italia... ogni uomo nato su questa terra dovrebbe correre colla mano ai sassi delle strade... e vendicare su quei miserabili ipocriti dalla sottana nera i mali, le ingiurie, i patimenti di venti generazioni passate!... e ciononostante codesta razza maledetta siederà domani, protetta, accanto ai rappresentanti più illustri, e domanderà con insolenza la continuazione, la confermazione del potere opprimere qualche milione d’infelici Italiani!... come una calamità, una maledizione... la continuazione di un potere che non si occupa che a corrompere la nazione... che a rubare ai nostri poveri fratelli il loro oro... per gozzovigliare schifosamente e comprare mercenarî stranieri per combattere gli Italiani!... la continuazione di un potere che non ha amici se non tra i nemici d’Italia... e tra coloro che la vogliono dividere, ruinare e assoggettare!... un potere che ha scagliato l’anatema sul popolo e sull’esercito rigeneratorî... sul Re prode e generoso che Dio ha dato agli Italiani come un angelo redentore, e che non può, per il momento... riscattare l’Italia, perché nel centro di quest’Italia vi è il canchero che si chiama il Papato!... l’impostura che si chiama il Papato!...

"Sì, giovani! voi, nei quali l’Italia spera, voi dovete conoscerne i mali per poterli combattere. E poiché mi avete mandato una parola affettuosa di fiducia, io sento il dovere di indicarveli. Grazie al sovrano guerriero che ci comanda!... grazie alla potente alleata che ci ha sorriso col sangue prezioso de’ suoi valorosi figli [*...]!... Grazie alle simpatie delle nobili nazioni inglesi e svedesi... e di tuttociò che vi ha di generoso in Europa, l’Austria non risorgerà più in Italia, e l’artiglio che ella tiene ancora sulla sventurata Venezia non è più l’artiglio dell’aquila, ma l’unghia del gufo... del gufo cadavere!

"...Ma un nemico terribile esiste ancora,... il più formidabile,... formidabile... perché è sparso nelle masse ignoranti dove domina colla menzogna; formidabile perché è sacrilegamente coperto del manto della Religione;... formidabile perché vi sorride col sorriso di Satanasso e si striscia come il serpente... quando vuole mordervi!... e questo nemico formidabile... sì formidabile!... o giovani!... è il prete!... eccettuati pochi, sotto qualunque forma si presenti a voi.

"...Nell’ora del combattimento... io sarò con voi... o giovani! e, siatene certi, sarà quella una grande epoca per l’Italia... Voi appartenete alla generazione dei liberi... e liberatori del vostro paese!... Dio non ha riunito invano tante virtù in un monarca!... tanto valore in una armata!... tanto valore in un popolo... che io ho già veduto combattere degnamente a fianco da’ primi popoli della terra... per abbandonarci all’ignominia della schiavitù... per non riscattarci a quella vita nazionale ridestata in noi con tanta potenza!...

"Il vostro obolo, deposto nella soscrizione nazionale, è un felice augurio per l’avvenire d’Italia, essa conta, orgogliosa! che il vostro braccio non verrà meno se si deve ritornare sui campi di battaglia.

"Fino, 24 decembre 1859.

"G. Garibaldi".

Tratto da www.fisicamente.net