Capo della Polizia
CARMINE SENISE - Occupò l'incarico dal 1940 al 1943, nel momento più difficile e duro del periodo fascista. Disse a Mussolini: "Sono un servitore dello Stato, non del partito"


Carmine Senise funzionario Italiano ( Napoli 1883 - Roma 1958 ).

Nell' Ottobre 1917 quale appartenente all' ufficio stampa del Ministero dell' Interno fermò la pubblicazione del primo bollettino. Cadorna subito dopo Caporetto, stilato in maniera eccessivamente cruda nei riguardi dell'esercito Italiano.
Capo della Polizia nel 1940 godette fama di onestà personale; fu destinato nell' Aprile del 43, ma rimase in contatto con gli ambienti monarchici e fu lui a suggerire pur rifiutando di partecipare, le modalità dell'arresto di Mussoliniil 25 luglio.
Reintegrato subito dopo nella carica all'avvento del Governo Badoglio nel Settembre fu arrestato dai tedeschi e deportato a Dachao. Liberato al termine del conflitto, scrisse Quando ero capo della Polizia 1946.

La guerra condusse le forze di polizia ad aggiornare le proprie finalità d'impiego, per far fronte a situazioni di ordine pubblico ovviamente eccezionali. In questo, è stato notato, lo zelo repressorio fu portato quasi fisiologicamente a scadere, registrandosi un'infinito numero di reati comuni commessi per reali cause di grave necessità, mentre per quanto riguardava i reati politici la competenza era stata quasi completamente ceduta alle forze militari.
Senise fu sostituito nell'aprile del 1943, in occasione di un generale rimpasto dell ecariche istituzionali voluto da Mussolini; questo rimpasto (che privava la corona di un uomo sempre più fidato su una poltrona tanto delicata) è stato da alcuni storici considerato il vero momento in cui dal Quirinale si decise, avvicinando Dino Grandi, di liberarsi di Mussolini. È vero del resto, che dopo il 25 luglio, Senise fu subito rinominato da Badoglio Capo della Polizia. Va menzionato che Senise fu una delle pochissime autorità che non seguirono il Re e Badoglio nella fuga al Sud dopo l'armistizio di Cassibile e che per questo fu catturato a Roma dai Tedeschi (da Erich Priebke) e fu deportato in un lager dal quale fu liberato alla fine della guerra.
Il 6 settembre 1943, quando l'armistizio di Cassibile era già stato firmato in segreto, prima di darne notizia pubblica era stata sciolta la Milizia, riconferendo tutte le sue principali funzioni alla polizia.
Il 2 novembre 1944, interrompendo la tradizione che aveva visto la polizia sempre come corpo civile armato (salvo nel periodo del breve assorbimento nell'Arma dei Carabinieri), con un decreto legislativo luogotenenziale, venne nuovamente istituito il Corpo delle Guardie di Pubblica Sicurezza, che aveva stavolta status di corpo militare.
La fine della guerra fu preceduta e seguita da situazioni di grave disagio dell'amministrazione, non in grado di assolvere ai suoi doveri istituzionali con risultati soddisfacenti. La divisione del Paese e la guerra civile, insieme al diffuso banditismo, impedivano di considerare l'Italia un paese "sicuro". In più, la polizia sotto la guida di Bocchini si era legata assai intimamente alle vicende governative, non riscuotendo più l'opportuna fiducia popolare. Poco prima della liberazione, fu perciò necessario impartire il divieto di appartenenza a partiti politici o sindacati per tutti gli appartenenti al Corpo, onde fugare il sospetto che l'attività di polizia potesse ancora subire "orientamenti". Alla spontanea copiosa effiorescenza di problemi, si univa anche il discusso utilizzo della polizia da parte del governo Badoglio, che ne fece un uso improntato ad un concetto alquanto spiccio sul modo di contrastare i moti di piazza ed i tafferugli: le animosità venivano sedate con frequente uso delle armi, provocando decine di morti che, malgrado i tempi fossero già abbondantemente insanguinati per loro conto, destarono vasta riprovazione nella società civile.
Nonostante la gravità della situazione generale, nel 1945 si diede vita alle specialità della Polizia Ferroviaria e della Polizia Stradale, il cui primo compartimento fu insediato presso la questura di Milano.